Per festeggiare i quarant'anni del Benestante Vigoroso Zuzzurellone Martin, ripercorriamo le storie che avremmo voluto leggere negli ultimi quattordici, al posto di quelle effettivamente pubblicate.
2008 - LA PRIMA STORIA BIMESTRALE IN DUE PUNTATE
Un prologo ambientato negli anni '50 o '60 mostrerà degli scienziati al lavoro in una qualche misteriosa base in Russia.
Nel 2008 Martin, in occasione dei quarant'anni dell'ultima volta che un abruzzese è andato a CasalPusterlengo, dedica una puntata dei "Mysteri di Mystère" ai poteri telepatici di Totti, capaci di soggiogare le masse e mandarle al cinema a vedere "L'allenatore del pallone 2".
Mentre è intento a parlare, Martin scorge tra il pubblico un uomo che lo saluta.
È Jules Verne, detto anche Giulio Vernè, che è venuto a riprendersi i libri del Conte Elsworth perché hanno reso la nostra dimensione instabile solo con la loro presenza.
Martin glieli restituisce malvolentieri e, furibondo, chiama Java "cicciobombo". Il neanderthaliano non ci sta e con una serie di "mgghhh grrr" fa capire a Martin che ha intenzione di andarsene.
Nel frattempo, in un flashback ambientato a Hong Kong nel 1976, una bella cinese parla con un uomo in un bar, quando entra un commando (su cui riconosciamo la scritta "U.S.Army"), che spara sulla folla, uccidendo tutti tranne la donna. Questa riesce a scappare portando con sé dei documenti segreti su cui ci sono scritte delle cose segrete.
Nel 2008, Martin implora a Java di non andarsene e si mette a piangere. Java sembra commuoversi ma ecco che entrano Diana e Maria Ossowiecki. Martin spiega la situazione e Diana, che con Morales è una donna con le palle, sfotte Martin chiamandolo "piagnone" e spingendolo a risolvere il qui pro quo con Java. Ma questi stavolta è proprio offeso e, d'impulso, prende Maria sottobraccio e se ne va, per non tornare mai più.
Qui finisce la prima parte.
Qui inizia la seconda.
Nel prologo, ambientato a New York nel 2008, vediamo la donna cinese della prima parte, ormai invecchiata (Grimaldi, per accentuare la cosa, la dipinge come una decrepita ottuagenaria), che cammina per le strade voltandosi come se si sentisse seguita. Intenta com'è a guardare dietro, non si accorge di essere finita in mezzo alla 42°strada. Il POTI-POTI del tir che sopraggiunge la risveglia e la donna, con un triplo balzo con avvitamento, salta il tir e si porta sulla sopraelevata, quella che si vede in tutti i film a New York.
Intanto, a casa Mystère si sfiora il dramma: Martin non comprende l'addio improvviso di Java e, ricordandosi di quanto avvenuto nei numeri 111-112-113, sospetta ci sia sotto qualcos'altro. Quindi si infila l'impermeabile e fa per uscire; a fermarlo interviene Diana, che si frappone fra lui e la porta, e pretende che lui lasci perdere e si spogli, perchè Diana, che con Morales è sempre in calore, vuole fare qualche porcata. "Ma non mi ricordo come si fa", obietta Martin e, dopo aver implorato Dio, le molla una papagna in faccia.
Intanto Java e Maria, sebbene siano passate almeno due ore-due ore e mezza da quando sono usciti di casa, sono ancora nei pressi di Washington Mews; un commando (su cui riconosciamo la scritta "U.S.Army" e colleghiamo immediatamente a quello della prima parte) arriva e li rapisce. Martin arriva giusto in tempo per vedere il furgone allontanarsi.
Dal dialogo che fanno i soldati nel furgone capiamo la critica alla politica Bush, mentre Martin, in auto, si mostra nell'inedita veste del pazzo che parla da solo, inveendo contro Travis, reo di non trovare un furgone dell'esercito degli USA in una strada di New York.
È l'ora delle spiegazioni: uno scienziato hongkonghese spiega a un colonnello russo il malefico piano che hanno progettato, ovvero sfruttare i poteri telepatici di Maria Ossowiecki per rintracciare i documenti della donna cinese, su cui è scritta una formula matematica capace di prevedere quando cadrà il governo Prodi.
Per uno strano scherzo del destino, arrivano tutti alla base (che si trova nel Delaware) contemporaneamente: il furgone con Java e Maria rapiti; Martin (che aveva chiesto aiuto ad un bambino nero e orfano che spacciava droga nel Bronx) e Diana, che, si sa, con Morales è una donna bionica.
È la resa dei conti: Maria dice "no" a chili di troppo e "sì" a Valsoia, e prova a rintracciare telepaticamente la donna cinese in cambio della vita di Martin e Diana, sotto la minaccia del colonnello russo e della sua pistola russa, ma non la trova.
Non la trova perché la donna cinese è lì e, con un colpo di arma da fuoco, uccide lo scienziato coreano e colpisce il colonnello russo.
Tutto sembra finito, ma c'è spazio per un ultimo colpo di scena: il colonnello è ancora vivo, afferra lentamente la pistola e spara, colpendo nientepopodimeno che il professor Fatho, che passava di lì per caso e che sparisce in una nuvola di fumo.
La storia termina con l'addio: Martin e Diana vengono cacciati da Washington Mews, che la coppia Java-Maria subaffitterà a dei minatori polacchi, i nuovi protagonisti della testata da questo albo in avanti.
Note:
Il simpatico resoconto è stato stilato nel Gennaio del 2008, quando lo scrivente - pensate! - aveva quattordici anni in meno di adesso. Il riferimento è, naturalmente, ai #296/297, pubblicati nell'estate di quell'anno, sui quali, a Gennaio, vigeva il più completo riserbo, eccetto titolo e autori. Oltre al saporito omaggio allo stile del migliore autore secondo chi lo ritiene tale, i più attenti coglieranno rapide menzioni a Ricordi dal futuro (MM #294) e Il tesoro di Capitan Kidd (MM #287).
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