giovedì 7 maggio 2020

ZAGOR (4)


[301-302] TESTA DI MORTO - FUGA DALLA RISERVA (Toninelli/Donatelli)
Topos classico del giustiziere creduto morto impersonato da qualcun altro, sceneggiatura che non mi ha impressionato.

[303-304] SENTIERI SELVAGGI - UOMINI DELLA FRONTIERA (Toninelli/Ferri)
Non la ricordavo più, sono andato a guardare. Bella la sequenza dei bisonti.

[304-305] ORE DISPERATE - IL FIUME DELLE NEBBIE (Toninelli/Pepe)
Giallo su Doc Lester, battello sul fiume. Roba già vista o che si rivedrà meglio.

[306-307] IL GRANDE BUIO - ZAGOR ALLO SBARAGLIO (Toninelli/Donatelli)
Zagor prende una botta in testa e diventa cieco. Da qui le conseguenze.

[307-308-309-310] L'INDIANO ERRANTE - SINISTRI PRESAGI - LA FORESTA ALLAGATA - I MALEFICI DI DIABLAR (Capone/Torricelli-Pepe)
Coinvolgente fantasy. Memorabili la foresta impaludata e l'allucinazione del simbolo di Zagor parlante, una delle scene più inquietanti di tutta la serie.

[Cico 7] CICO TRAPPER (Burattini/Gamba)
Ritorna Donald Destry, che nella sua storia aveva accennato al passato di Cico (e questo mi era rimasto impresso). Burattini ci spiega cosa era successo, con gag scontate, ma che ci possono stare.

[speciale 4] LA FIAMMA NERA (Boselli/Ferri)
Esordio di Boselli e del Wendigo. Fantasy-horror epico-mitologico che accelera di brutto a metà, diventando un riassunto.

[310-311-312] CICO RUBACUORI - PERICOLO MORTALE - L'ORRIBILE MUTAZIONE (Burattini/Ferri)
Vero esordio di Burattini. I soliti mostri.

[313-314-315] LE BELVE DEL BLACK RIVER - LOTTA SENZA QUARTIERE - I DUE COMPLICI (Toninelli/Donatelli)
Giallo classico-melodrammatico che svela il passato di Doc Lester. Fan fiction che ci può stare. Prologo libresco coinvolgente.

[316] CACCIA AL LUPO (Capone/Polese)
Breve apologo sociale di Capone.

[316-317-318] IL BATTELLO MALEDETTO - LO SPIRITO DEL FIUME - IL SEGRETO DEL CAPITANO (Toninelli/Donatelli)
Classicamente gradevole. Si ricorda Lorna, la sorella del vecchio socio di One Eyed Jack, che ci prova con Zagor. Colombo ne farà un remake altrettanto simpatico.

[318-319-320] MESSAGGIO DI SANGUE - L'ABBAZIA DEL MISTERO - SEPOLTI VIVI (Burattini/Ferri)
Piace a tutti, per me è noiosetta. Solito omaggio al Nome della Rosa, ma senza la cultura dietro al romanzo. Idea di partenza interessante (monastero occupato da soldati, caccetta al tesorino).

[321-322] L'ALBERO SACRO - LA CONFESSIONE (Toninelli/Donatelli)
Il ritorno dei boscaioli cattivi, con un soggetto più sviluppato e interessante (albero sacro agli indiani che tutti vogliono sradicare). E' giusto.

[Cico 8] CICO CONQUISTADOR (Burattini/Gamba)
Antenato di Cico che causa la rovina a tutti, dagli spagnoli a Cortès alle civiltà precolombiane: per qualche motivo, l'idea mi fa ridere. Gag di per sé ovvie, fra cui una copiata da Melloncelli. Atmosfere e disegni simpatici, svolgimento giustamente a tappe e in crescendo.

[speciale 5] IL SEGRETO DI CRISTOFORO COLOMBO (Burattini/Ferri)
Flashback insoliti per la serie, col viaggio di Colombo. Storia noiosa.
C'è il golem, per fare scena. Lo speciale di MM coevo è un altro pianeta.

[322-323-324] MERCANTI DI VELENO - IL GIORNO DEL RISCATTO (A.Russo/Pepe)
Yaaaaaaaawwwwnnn. Sgnap sgnap.
Nota del 2020: poveraccia; è che l'ho letta sul treno con dietro il neonato che frignava.

[324-325] IL SANGUE DEI CHEYENNE - IL TOMAHAWK AVVELENATO (Burattini/Ferri)
Sacrifici femminicidi indiani al Sole del Mattino, spunto storico sempre interessante. Svolgimento molto classico.

[325-326-327] UNA MORTE MISTERIOSA - ORO MALEDETTO - IL CIMITERO INDIANO (Capone/Gamba)
Ancora Capone+King, ma stavolta funziona. Splendide atmosfere mistico-soprannaturali. Memorabile l'incontro con gli inconcepibili spiriti della foresta.

[328-329] NODO SCORSOIO (Burattini/Ferri)
Queirolo ha riscritto il finale, e ha fatto bene. "Picchiaduro" dove Zagor ammazza tutti, una volta tanto ci vuole.

[329-330] TRAGEDIA A SILVER TOWN - IL TRADITORE (Burattini/Donatelli)
Dramma giallo scontato, ma non brutto.

[330-331] LO SPIRITO DELLA FORESTA - UOMINI E BELVE (Capone-Queirolo/Andreucci)
Storia rimaneggiata, un altro apologo sociale di Capone.

[331-332] IL PASSO DEL DIAVOLO - UN PATTO INFAME (Vigna/Gae.Cassaro)
Unica storia di Vigna, meglio così.

[332-333-334] IL SAKEM DEI MALECITE - IL SERGENTE DI FERRO - LA NOTTE DEL MASSACRO (Toninelli/Gamba)
Sfida all'ultimo sangue, tutti contro tutti. Action cult. Il fortino sotto al crepaccio, che idee invidiabili.

[Cico 9] CICO CAVERNICOLO (Burattini/Gamba)
Cico preistorico davvero forzato e imbarazzante. Gag viste tremila volte. Cornice al presente che giustifica razionalmente la vecchissima storia della Porta del fuoco.

[speciale 6] LA CONGIURA DEGLI DEI (Boselli/Marcello)
Arte "fuoriserie", da graphic novel d'autore. Mini-epica iper compressa. Prologo ed epilogo d'atmosfera. Flashback col primo incontro con Tonka e suo passato tragico (moglie morta).

[sp6all.] DIGGING BILL: L'EREDITA' DEL PIRATA (Boselli-Burattini/Ferri)
Comica in stile anni 1960, scontata ma con ambientazione simpatica.

[334-335-336] UNO STRANIERO A PLEASANT POINT - LADRO DI OMBRE (Boselli/Laurenti)
Eccellente incipit famigliare, tipico di Boselli. Atmosfere degne del Grande cielo di Pezzin-De Vita (o del film, o del romanzo). Prosecuzione classica, conclusione che sfotte la serie.

[336-337-338] L'UOMO CON IL FUCILE - FURORE BIANCO - MORTE TRA I GHIACCI (Burattini/Ferri)
Copiata da uno o più film e con finale scontato, però coinvolgente ed immersiva.

[339-340-341] LA DIABOLICA INVENZIONE - DIMENSIONE ALLUCINANTE (Burattini/Devescovi)
Zagor rimpicciolito con Verybad, Devescovi: più classico di così si muore. Parentesi non brillantissima, ma simpatica.

[341-342] L'INDIANA BIANCA - I FALSARI (Burattini/Ferri)
Classicamente gradevole.

[343-344] GLI INVASATI - L'OMBRA DELL'ALCHIMISTA (Burattini/Donatelli)
Estremamente classica, se non vintage. Narrativamente sfigata come la storia di cui è seguito, anzi di più. Tramonto di Donatelli e di un modo di fare fumetti longevo, ma destinato ad una fine inevitabile. Malinconia. Si poteva chiudere meglio.

[Cico 10] CICO CERCATORE D'ORO (Burattini/Gamba)
Le origini segrete di Trampy, con ret-con e riferimenti precisi alla cronologia nolittiana. Scopriamo il suo vero nome: spiazzante (non è questo). Gag semplici, ritmo indovinato, finale giustamente ricorsivo, disegni simpatici.

[345-346-347-348] L'ESPLORATORE SCOMPARSO - PASSAGGIO A NORD OVEST - LA SFINGE DELL'ARTICO - GLI AMMUTINATI (Boselli/Marcello)
Indubbiamente uno dei capolavori della serie. Incipit spartiacque, sembra un altro fumetto. Fino alla Sfinge dei Ghiacci è un'avventura davvero epica, illustrata in modo davvero immersivo, il tutto quasi vent'anni prima di The Terror (la serie tv; sì, lo so che c'era il romanzo). Ultima puntata un pelino compressa, con diversi ribaltoni in sequenza e praticamente tre finali, positivo-negativo-aperto (inizia la "Seconda Odissea"). Nelle precedenti letture scordavo ripetutamente l'identità di Adso, eppure doveva essermi evidente.

[348-349-350] I FIORDI DELLE NEBBIE - ALASKA - I GUERRIERI DEL TUONO (Boselli/Laurenti)
Documentario affascinante dai panorami meravigliosi. Incipit ed etnografia memorabili. Storia nella norma, la colonia russa e gli indiani del nord si comportano come la gente del sud. Henry Summers fa poco, ma si fidanza. Nat Murdo è il solito traditore. Più simpatico Honest Joe, deus ex machina. Disegni spigliati, ma non sempre precisissimi.

[350-351-352] LA NAVE DEL MISTERO - I PIRATI DEL DRAGO - L'ISOLA DEI LEBBROSI (Burattini/Ferri)
Classico-vintage che più di così si muore. Sceneggiatura agile stile primi anni '60, solo con meno verve nei dialoghi. Disegni d'atmosfera. La struttura del soggetto anticipa di dieci anni i Pirati dei Caraibi oppure è solo molto classica. Divertente balletto sulla nave, Zagor che volteggia sulle sartie. Inutile il flashback del Drago Giallo, pure poco esotico (anche se vi compare l'Imperatore!). Più corta del previsto, e un poco improbabile, la gita sull'isola dei lebbrosi. Dimenticata sosta a Vancouver. Crudeltà attendibili (decapitazioni, liquefazioni, lebbrosi).

[353-354] BANDIDOS! - SFIDA A LOS ANGELES (Boselli/Della Monica)
Sequela di sparatorie texiane, con vaghi echi di Zorro nei bambini che giocano a "Zagor" dopo che Cico gli ha raccontato i classici della serie (adorabile). Personaggi convincenti, soprattutto i rurales esauriti. Fa eccezione Murdo, caratterizzato come un pistolero senza cuore. Disegni altalenanti. Malinconia a posteriori per il seguito coi ragazzini cresciuti infelici.

[355-356-357] CONQUISTADORES! - LE SETTE CITTA' DI CIBOLA - IL SEGRETO DEGLI ANASAZI (Boselli/Chiarolla)
Altro punto di svolta: il prologo-flashback cinquecentesco, l'esordio ufficiale di Atlantide&Mu, la continuity del multiverso (all'epoca uni) Bonelli, con tanto di prefigurazione Texiana. Avventura classica ma moderna (per Zagor), ben congegnata. Affascinanti le sette città, soprattutto quelle del sole e del vento. Notevole incipit nel deserto che richiama un classico di Nolitta. Simpatico il villaggio Hopi di Masewi e Shumavi. Sceneggiatura sincopata, che bosellianamente accelera dopo la metà. Non approfondita la redenzione di Nakai: appare più un capriccioso lunatico che l'eroe boselliano che vorrebbe essere. Anche il parallelismo con la Guerra Senza Tempo fra Hopi e Navajo rimane sotteso. Non tutti ci arrivano. Primi cenni alla ret-condiscendenza messianica di Zagor. Arte notevole. Crollo di laboratorio di Atlantide-Mu disegnato da Chiarolla: che nostalgia.

[sp7] LA LEGGENDA DI WANDERING FITZY (Colombo-Burattini/Ferri)
Cornice in continuity, con gli Hopi: la cosa migliore (carina la chiosa finale). Soggetto e sceneggiatura stiracchiati e mezzo copiati: la carovana dei cannibali l'aveva fatta Pezzin, l'indiano anziano ma mai domo Toninelli (comunque simpatico Lupo Sdentato). Il nano prestigiatore a che serviva? A copiare pure Melloncelli. Svolgimento scorrevole, ma trito. Storia autoelogiatasi con la rivelazione del nome di Zagor e col remake.

[sp7all.] BAT BATTERTON: IL BAMBINO RAPITO (Burattini/Ferri)
Comica banale copiata da Dennis la minaccia. Dimenticabile.

[357-358-359] OMBRE NOTTURNE - LA STREGA DELLA SIERRA (Boselli-Burattini/Torricelli)
Prosecuzione della prefigurazione Texiana, con la strega Ma-Na-Wah che è uguale a Ha-No-Man (e al suo remake zagoriano Yaska) e ovviamente a Zhenda. Giusto omaggione a G.L.Bonelli, soprattutto all'inizio (che sembra scritto da Boselli) e nelle ambientazioni caratteristiche texiane, ma quarant'anni prima: si ricordano il Grand Canyon e la grotta della strega. Il resto della sceneggiatura è più trito che classico, ma ne emerge bene la sofferenza di Zagor nello scontro finale. Ultima pagina frettolosamente posticcia, dove l'avventura appena letta è già diventata un classico da raccontare ai bimbi (e quindi è un flashforward?). Tavolo apparecchiato per il team-up con Tex, ma per farmi un dispetto ne apparecchieranno un altro. Burattini farà un remake della scena delle cartoonesche panterone (tipo Zhenda) in una storia breve per Tex coi chupacabras.

[Cico 11] CICO DETECTIVE (Burattini/Gamba)
Ancora Bat Batterton. Scontata parodia dei mystery. Un paio di sorrisi e nulla più.

[359-360-361] SEGNALI DI FUMO - SANGUE APACHE - FURIA SELVAGGIA (Burattini/Gae.Cassaro)
Solido soggetto nolittiano, omaggio combinato a Tex e a Zorro, potenzialmente epico e dalle scene-clou ben costruite: l'incontro con la famiglia di Cico (la sorella Maria, il cognato Porfirio, il fratello Alonso, gli undici nipotini), il massacro degli Apaches ubriaconi, l'assedio alla cittadella-fortino in mezzo al deserto. I dialoghi sono però più banali di quelli di Nolitta, ma già lo sapevamo. Finale che comunque si fa ricordare, pur richiamando un classico, per come ribalta il cliché zorriano dell'alcalde cattivo. Zagor non ha le liane, allora salta sui tetti, ma cade; salta il canyon a cavallo, ma cade: ci sembra giusto.

[op1] PRECEDENZE (Nolitta/Ferri)
Zagor e Tarzan (in incognito) si scontrano volando con le liane. Buffo.

[362-363-364] COMANCHEROS - TEXAS RANGERS - LA MINIERA PERDUTA (Boselli/Andreucci)
Conclusione della prefigurazione Texiana con l'incontro topico con il nucleo originario dei Texas Rangers, con tanto di Stephen Austin: epica boselliana. Arte notevolissima nella prima puntata, dove sembra di calpestare veramente la sabbia arricciata del deserto e di entrare nella locanda della cittadella quasi fantasma. Storia in parte documentaristica (i Comanche che se la tirano sui cavalli) in parte pedissequa (nella terza parte) del classico canovaccio texiano del latifondista spietato. Non così importante la caccia al tesoro, il primo trovato da Digging Bill. Ottima gestione dei personaggi, parte dei quali torneranno.

[365] LA LOCANDA DEGLI IMPICCATI (Boselli/Ferri)
Riempitivo finto-celebrativo (trentennale, in ritardo), una sorta di cross-over con gli Speciali Cico. Albo umoristico metanarrativo con la compagnia teatrale Deplano y Matamoros, che però non fa molto ridere né inquieta. Grand Guignol di Dylan Dog è tutt'altra cosa. Si ricordano le sorelle infoiate per Cico (un unicum) e un'altra indianina pazza di Zagor (ma ci fa più nostalgia la prima, di Nicolai). Disegni ispirati. Apprezzabili sia la reinterpretazione di una vera leggenda del West che l'omaggio a Jan Potocki. Continuity con la storia precedente e con le successive (cenni all'Africa): è un episodio di passaggio.

[Cico 12] CICO SULL'ISOLA DEL TESORO (Burattini/Gamba)
Sequel del #4 di questa collana di prequel spin-off. Sequela frenetica di gag scontate, con il tormentone pecoreccio-erotico preso dai film di Pierino. Questo, la gag del tam tam, le armi che si sbriciolano, il vecchietto suonato, un sorrisetto lo strappano. Cico è il "Paperino Bonelli", quindi l'albo omaggia Barks con la statua di Cornelius Koot. C'è spazio anche per un'altra gag classica disneyana (o altrui), l'oro fuso nelle palle di cannone e sparato inconsapevolmente, e per gli indigeni di Pratt.

[366-367] VENDETTA VUDU - LA LAGUNA DEI MORTI VIVENTI (Boselli/Laurenti)
Non una storia a fumetti, ma l'episodio pilota di un telefilm. Reinterpretazione moderna di Zagor, con atmosfere dark ed erotiche e una continuity sfacciatissima. Spartiacque, ma più prologo di svariate avventure future (Grandi Antichi, Damballah, Africa, Lafitte) che avventura di per sé. Esordio di Gambit e di Marie Laveau (redenta goffamente nell'ultima pagina). Altri cenni a Zagor messianico reincarnazione di un dio. Disegni efficaci. Testi verbosetti, che contrastano un po' col rinnovamento generale. Negli albi originali, Bonelli spoilera ogni singolo dettaglio senza pietà. Il coccodrillo di Donatelli è un simbolico passaggio di consegne.

[368-369] LIBERTY SAM - LA NAVE NEGRIERA (Burattini/Ferri)
Social justice di vent'anni fa, ancora accettabile. Remake di una storia scartata di Capone. Disegni efficaci. Zagor giustiziere furioso, la sua versione migliore. Ben concepiti incipit, fuga dalla piantagione e finale cervellotico con Zagor comprimario. Taglio evidente della traversata verso il mare. Sequenza con gli indiani razzisti inutilmente lunga. Portata della catarsi un poco sminuita dal seguito (ma la trilogia, nel complesso, funziona). Ci incuriosisce comunque la storia scartata (già disegnata).

[sp8] ANIMA NERA (Carretta-Colombo&Boselli/Ferri)
La metà oscura di Zagor: finalmente. Storia epica in miniatura, sequel condensato di Incubi, prequel della "Seconda Odissea" (a posteriori). Epico intervento di Manito in persona, che aggira la Regola dell'Equilibrio a suo piacimento (e lo farà ancora). Svariate vignette memorabili, pin-up cult da poster; alcune pagine troppo cariche di nero; arte ispirata. Varie sequenze cruente. Splendida fiaba fantasy raccontata da Molti Occhi, che per la prima volta evoca uno spirito (ed è Wendigo). Ritmo azzeccato. Esordio di Tim Cuorepuro, che tornerà solo una volta. Franco Carretta è un lettore.
   
[sp8all.] GUITAR JIM: UNA CANZONE PER KIMBERLY (Burattini/Ferri)
Cortometraggio sentimental-western, con personaggi ambigui buoni, ma di destra. Kimberly, in punto di morte, fa uno spiegone di due pagine fitte fitte: pensavo fossero tette, quelle, non polmoni. La canzone del titolo è un remake di Unforgettable? Non che la cosa sia importante.

[370-371] LA PAURA CORRE SUL FIUME - UNA LAMA NELL'OMBRA (Colombo/Della Monica)
Ben disegnata, ma soprattutto sceneggiata benissimo, con personaggi ben caratterizzati (tutti, protagonisti e secondari) inseriti in un soggetto non nuovo, ma riproposto in una chiave più verosimile (jivaros amazzonici, vedi Sclavi): la storia del "colonnello" e di Raphael coinvolge. Chiarimento in continuity fra Gambit e Zagor. Momenti leggeri molto simpatici, ben amalgamati con quelli drammatici fino a metà del secondo albo, poi il drammone prende il sopravvento. Ottimo Cico, che si fa degli amici con naturalezza. Peccato non aver più rivisto Fats. Tutto sommato è il remake di una storia di Toninelli, ma la cosa non infastidisce.

[Cico 13] CICO BANDITO (Burattini/Gamba)
Solito collage di comiche anni '60 (comprensivo di omaggio ai Brutos), con un paio di momenti ridicoli: la città dei maiali all'inizio e la gag della moneta rovente, dai disegni eccessivamente caricaturali.
Ben tre trovate gay friendly: Cico racconta la storia mentre fa il bagno davanti agli amici; il bandito barbuto lo bacia sulla bocca; Cico travestito da donna fa lo spogliarello in piazza e la gente gli fa le battutine da caserma. Boh.
Divertente l'identità dello schiaffeggiatore di vecchine, la vecchina bisbetica, ma parliamo proprio dell'ultima pagina dell'albo. Il flashback prosegue quello del #12.

[372-373] LA TERRA DEI CHEROKEE - FALSA ACCUSA! (Burattini/Chiarolla)
Satko storicizzato: una ret-con necessaria e funzionale. Linda e Skip sono fermi a Toninelli, però (il padre è morto). Esordio di Sequoya, prima menzione di Andrew Jackson come Presidente USA, nozionismo gradito di chicche storiche (Cherokee a Londra dal Re, le sequoie): la Storia irrompe, travolgente come i disegni. Legal thriller di giustizia sociale, dove la parte thriller è la più ridondante. Primo albo fila come un treno; con scazzottata di 13 pagine che è tra le meglio disegnate di sempre. Secondo albo la tira un po' in lungo, ma tutta la parte finale è ben girata. Ultime vignette tipo Intervista a G.Washington di Topolino (come in quel caso si cita letteralmente un documento reale): che nostalgia. Storia pasionaria e partigiana.

[374-375] IL FIGLIO PERDUTO - LA FATTORIA ASSEDIATA (Burattini/Donatelli)
Giacenza, disegnata con stile classico che non annoia mai. Elementare, ma gradito omaggio a La casa nella prateria. Sembra del Toninelli minore, ma è scorrevolissima. Ambienti affascinanti. Notevole epilogo beffardo, con gli indiani sfigati.

[almanacco 1997] SULLE PISTE DEL NORD (Boselli/Della Monica)
Flashback di Zagor pre-#1. Eccellente e scorrevolissimo documentario naturalistico e antropologico, ben scritto e ben disegnato, sulla scia dei classici di Pratt e affini, ma in chiave più modernista. Sabine è la classica troietta boselliana: alla fine si mette con Thayenda dello Special #6, il ché giustifica la presenza di Tonka.
                 
[376-377-378-379] OMBRE SU DARKWOOD - AGENTE SPECIALE - HELLINGEN E' VIVO! - DUELLO NELLO SPAZIO (Boselli/Ferri)
Fan fiction spartiacque, ultracitazionista (tutte le storie di Hellingen, Virus, letteratura, cartoni animati, videogiochi), memorabile per forza. Cross-over: fine della trasferta e Storie da Altrove n.0. Sequel dello Special #4, di cui riprende la struttura (prima metà buona, seconda goffa). E' sia una storia epica, con punte malinconiche, che un'accozzaglia delirante di cose messe per fare scena.
Primo albo trash con "finto" Re delle Aquile, i trapper-centauri, i demenziali dialoghi di Heyoka, il tutto nella cornice suggestiva a NY: fila come un razzo. Secondo albo prosegue l'omaggio a Poe, introduce Altrove, quindi contiene la mini-storia di Puppet Master (simpatica). Terzo albo svela il team-up e sfocia nel videogioco delirante, con i mostriciattoli nel castello gotico con le telecamere; scontato Il pozzo e il pendolo. Quarto albo allunga il brodo del terzo, quindi salta nell'iperspazio, dove Hellingen viene catturato da Wendigo; un paio di riflessioni coinvolgenti di Zagor, Poe e Hellingen; chiusura circolare con l'"uomo bianco" del Gordon Pym (dimenticato nei seguiti). Gestione pessima delle minacce su New York, Washington, Baltimora, etc., che vediamo solo in tv. Spruzzate di prologo della trasferta successiva a Port Whale: Altrove è già promossa da "guest" a "regular".

[Cico 14] CICO GALEOTTO (Burattini/Gamba)
Solita comica anni '60. Trampy in un ruolo serio, mah. Gag ben congegnate, ma scontate. Fanno sorridere quella del direttore infiltrato (omaggio a un film di Eastwood) e il personaggio tipo Abate Faria, disegnato come un fumetto di inizio novecento. Il flashback segue il #13.

[380-381] I MISTERI DI REDSTONE - OSSESSIONE! (Casanova/Gae.Cassaro)
Psycho in chiave zagoriana: niente di originale, troppo spoiler ("Elettra", la seconda copertina), ma si legge scorrevolmente. Dichiarazione ufficiale del nuovo status delle donne zagoriane, ora complessate e disinibite. Sceneggiatore-meteora tenuto sott'occhio da Boselli, si nota. Risvolti drammatico-malinconici che colpiscono un pochino, in quanto unicum (Zagor fallisce e la figlia del morto impazzisce). Triplo killer cinematografico fanservice (indiano,trapper,pistolero). Pre-finale frettoloso, forse tagliuzzato. Ancora un giornalista, qui macchietta-cornice metanarrativa.

[sp9] L'ANGELO DELLA MORTE (Boselli/Dotti)
Sequel dello Special #8, "sette anni dopo"; flashforward posticcio (oggi già annullato da ret-con): Tim Cuorepuro è adulto, non c'è Tonka, ma tutto il resto è uguale. Kiki Manito da una prospettiva umana, contrasto con fanatismo religioso: interessante, ma soggetto si concentra su vendette indiane e Preacher è copiato da vari film, segnalati da Bonelli. Dialoghi talvolta ridondanti. Malinconica scenetta del vecchio indiano ubriacone scacciato dal fortino dei contrabbandieri (?!). Resa realistica (per la prima volta) del delirio suicida degli indiani alcolizzati con whisky scadente. Disegni esordienti: bei paesaggi (le storie ambientate nel Nord sono sempre belle), fisionomie discutibili.

[sp9all.] ICARO LA PLUME: LA CORSA DELLE MONGOLFIERE (Burattini/Ferri)
Il migliore degli albetti dei comprimari. Favoletta disneyana anni '60 con finale di gara frettoloso o tagliato. Simpatica la mongolfiera-tettona. Frivoletti ma simpatici anche i siparietti con i banditi, che anticipano Rat Race (oppure entrambi copiano qualcos'altro).

[rb1] IL NUOVO RE DI DARKWOOD (Nolitta/Ferri)
Breve parodia della serie di Amico Treno. Segna il ritorno - occasionale - di Nolitta. Si ricorda per questo.

[382-383] L'UOMO DIPINTO - L'UCCELLO DI FUOCO (Pelò/Torricelli)
Simpatico omaggio al filone ingenuo-stramboide degli anni 1960 e 1970, a Nolitta-Melloncelli-Castelli-Toninelli e graficamente a Ferri-Donatelli. Indiano guerriero divenuto saggio vestito con abiti settecenteschi, guerriero giovane bellicoso, imitatore cattivo di Zagor, militari corrotti, inventori europei, utopia, guerra, un (altro) castello sorto dal nulla, bombe aeree e gas tossici, robot-terroristi: tutto derivativo, ma con memoria per la continuity storica (Zagor ha già visto tutto, tranne i paracadute). Cico nolittiano. Fan fiction divertente.

[Cico 15] RIVER CICO (Burattini/Gamba)
Gag sciocchine, e soprattutto del tutto slegate dal tema dell'albo (a parte due): più che "Cico battelliere", è "Cico postino" (tant'è che l'incipit è dedicato a Drunky Duck, con tanto di omaggio-nerd-riassuntivo) e, più avanti, "Cico bodyguard". Marachelle anni '60, forse anche '50, talmente stupidotte da strappare un paio di sorrisi. Oggi non si possono fare (nei fumetti) nemmeno gag come quelle della cariatide spiata dai guardoni.
Il flashback prosegue (forzatamente) il #7 e si ricollega al #1 (di Zagor, non di Cico), riprendendone, e trasformandole in protagonisti, le comparse iniziali. Nel finale, la ruffiana presenza della prima striscia della serie regolare mette nostalgia.

[384-385] LA RAGAZZA SELVAGGIA - L'EREDITA' FITZMAYER (Casanova/Pesce)
Soggetto poco originale e poco interessante, ma ben congegnato, sceneggiato e disegnato (da esordiente in gamba). Storia in parte classica e domenicabile (sfida per eredità, circensi, mongolfiera, picchi con aquile, banditi e indiani arrapaho), in parte moderno-boselliana (gnocche emancipate che battibeccano, enigmi da videogioco). Grazioso sfondo da feuilleton, con l'incesto-triangolo tra fratelli e sorellastra, cui si aggiungono "l'indiana bianca" (ma femminista e solitaria, fino a un certo punto) e la morale famigliare conclusiva.

[386-387-388] IL TERRORE DEL MARE - CACCIATORE DI STREGHE - KRAKEN! (Boselli/Andreucci)
Gli omaggi a Lovecraft-Hodgson-Howard sono sempre graditi. Remake della prima storia di Capone, poco originale come quella, ma meglio sviluppata. Disegni notevoli che esaltano le ambientazioni marine (il vero fulcro della storia), la legna umida, i passi sul bagnasciuga (!). Classico boselliano: ci si immerge nella narrazione con il giusto ritmo, verso la fine si accelera di brutto. Utilizzo esemplare della ciurma di Fishleg, con Zarkoff un po' esagerato. La mitragliatrice e il lanciafiamme di Altrove tolgono un po' di credibilità al tutto. Il Mar dei Sargassi è un mare normale. Il kraken esplode off screen (e risorge allo stesso modo). Ritorno di Virginia, esordio di Andrew Cain (che funziona), primo incontro vero e proprio con Roberts e Jesse. Prologo africano. Finale apertissimo: inizia la "seconda e mezzo odissea".

[Cico 16] CICO ARCHEOLOGO (Burattini/Gamba)
La prima metà non c'entra nulla con l'archeologia: banalmente simpatico l'incipit con le pompe funebri, disegnato in stile primo novecentesco, piacevole rivedere McLeod; scontatissimo il flashback del nonno farmacista, un personaggio normale che Burattini ha voluto farci conoscere a tutti i costi; seguono una gag copiata dal #1, una classica, ma trita, con la serenata alla racchiona, e una simpatica sequenza col frate equivoco.
A metà albo ecco Martin Riddle e Jeeves: ancora gag e giochi di parole per bambini piccoli, ma Cico che si perde sempre e la chiusura a incastro con lo stregone maya risvegliato ci possono stare.
I flashback si collocano all'altezza di Cico story.

[389-390-391] IL CLAN DELLE ISOLE - CAPITAN MIDNIGHT - IL RITORNO DI NAT MURDO (Boselli/Laurenti)
Prima storia europea (unica per molti anni). Notevole sequenza dell'arrivo/naufragio, epica dell'approdo. Solito canovaccio (con soliti personaggi) di Boselli: primo albo superdialogato ma bello, secondo divertente, terzo d'azione (una volta tanto non frettoloso). Polpettone feuilleton che non stupisce, ma ben intrattiene. Sottofondo storico pasionario colpisce il giusto. Insensato spoiler nel terzo titolo. Arte adeguatissima. Paesaggi stupendi. Murdo riabilitato. Ancora cenni a eredità ancestrale divina di Zagor (campione terrestre).             
           
[392-393-394] IL MISTERO DELL'UNICORNO - GROENLANDIA! - LE ARMI FATALI (Burattini/Chiarolla)
Disegni immersivi fino al midollo (anche troppo: che freddo!). Soggetto divertente, omaggio a TinTin e a Martin Mystère. Continuity pienissima con MM, che la evolverà in epica (Roanoke). Martin Van Dicke e Karl Weiss sono MM e Orloff, ma anche Indiana Pipps e Kranz (Van Dicke però è uguale a Girasole). Storiona d'avventura con tutti i crismi, dai bassifondi della città urbana (Boston), con ragazzino dickensiano, al viaggio etnico-didascalico tecnico-vintage (caccia alla balena, mongolfiera), condito da giallo mysterioso: diventerà un modello da ripetere fino alla nausea. Dialoghi terrificanti, pedanti, pesanti, ridondanti, deficienti: è l'esordio delle "telecronache mentali". Insopportabile spiegone di 6 pagine fitte con Zagor detective in mezzo ai ghiacci, unico a capire ovvietà che il lettore aveva già capito. Honest Joe non è più simpatico: perché? Belli l'inizio a Boston e la sequenza della mongolfiera. Terzo naufragio in mare tempestoso di fila: e vabbé, almeno è disegnato bene. Finale frettoloso e pignolo: Zagor risolve la questione con uno sterminio, poi in mezzo alla tormenta di neve spiega cosa farà in seguito, o cosa potrebbe fare qualora non lo facesse, e cosa dovrà fare il suo amico. Remake forzato delle storie di Boselli (c'è anche il prologo tardo seicentesco), in parte riuscito in parte goffo, diciamo cult.
Nota del 2020: ho letto questa storia in piedi nel bosco in mezzo alla neve, semicongelato; non la dimenticherò mai più.

[sp10] I CAVALIERI DEL GRAAL (Burattini/Ferri)
Seguito di un classico di Toninelli, e nel suo stile, esclusi gli spiegoni triti sui Templari (notevole senso di inferiorità nei confronti di Castelli). Avventura simpatica e domenicabile, con un suo fascino casareccio: in fondo, Darkwood è una specie di Avalon. Scontata l'identità del pescatore, ma il Bafometto alla fine fa piacere (omaggio a MM?). Ret-con (una volta tanto piacevole) dei Mandan di Kee-Noah, Beau e Bezukoff. Ambizioso flashback londinese con George Catlin (senso di inferiorità nei confronti di Boselli). Disegni classicamente fascinosi. Non immediatamente scontato che i cattivi siano i professori. Davvero bello il castello nel lago in mezzo al verde, non si dimentica.

[sp10all.] TRAMPY: IL COLPO DELLA PISTOLA (Burattini/Ferri)
Simpatica marachella di stampo classico, come tante che si sono viste nella serie (ma senza Cico). Burattini prova a fare il colto anche qui, oppure in contemporanea stava scrivendo gli albetti del Comandante Mark e gli erano avanzati degli appunti.

[op2] CICO E IL DODO (Nolitta/Ferri)
Pubblicità al mensile Dodo, che poi sarebbe Airone. Fa ridere Cico esaurito per essersi prestato a questa cosa nonsense, mentre Zagor gli dà dell'ubriaco.

[394-395-396] I BASSIFONDI DI NEW YORK - IL DIABOLICO MORTIMER - COLPO DA MAESTRO (Burattini/Ferri)
Prima volta a NY (anzi, no), esordio di Mortimer e Sybil, torna La Palette (ininfluente). Inizio simpatico, sviluppo verboso e prevedibile. Zagor e Mortimer non si incontrano, ma il lettore vede tutto, e l'indagine (doppia) è piena di ripetizioni. Washington Mews sembra una via qualunque, il nano di Nick Raider muore. Gioco delle tre chiavi cervellotico, ma fortunoso. Zagor contro gli "sbirri" e la "spazzatura immigrata" fa simpatia. Disegni efficaci. I tre classici (di Nolitta e Castelli) di cui è il remake non si battono.

[Cico 17] CICO SOLDATO (Burattini/Gamba)
Solita comichella, per metà slegata dal tema della puntata, con gag anni 1950, in questo caso vagamente riconducibili alle prime storie del Piccolo Ranger (omaggio a Gamba?). Alcune scenette scontate ma centrate, altre forzate o allungate inutilmente.

[397-398-399] VAMPYR - IL SEGRETO DI FRIDA LANG - IL PRINCIPE DELLA NOTTE (Boselli/Della Monica)
Finisce la "seconda e mezzo odissea" (ma in realtà era già finita). Torna Rakosi, che non muore mai. Esordio di Ylenia Varga, vampira controvoglia. Torna Frida Lang, in versione boselliana, con tanto di prologone mitteleuropeo. Romanzone prussiano con la continuity e che nella terza parte sfuma temporaneamente in "Tex contro i mostri". Arte espressiva e lettura divertente, tipo "Dampyr degli esordi" (di cui è la prova generale), simpatico il turco. Climax finale risolto bruscamente, lo sceneggiatore lo fa per contratto. Fa rivalutare un po' la storia dell'uomo lupo di Nolitta.

[op3] IO MI ISPIRO COL RESPIRO (Boselli/Dotti)
Realizzata non si sa quando nel '98. Zagor spiega (a bambini con problemi respiratori) che per correre senza fatica bisogna spezzare il fiato, e il modo migliore per farlo è cantare. Disegnata magistralmente in modo da far risaltare la natura, in cui Zagor e Cico corrono spensierati. Che magia!

[op4] IL GIOVANE SENZA VOLTO (Canzio/Ferri)
Realizzata non si sa quando nel '98. Zagor promette il suo aiuto ai bambini disabili, rappresentati metaforicamente da un bambino senza volto.

[almanacco 1999] LA CORSA SUL FIUME (Burattini/Della Monica)
Avventura-sfida agonistica della Domenica (o Sabato) mattina, classica e godibile, con bei paesaggi tipici.

[400] IL PONTE DELL'ARCOBALENO (Boselli/Ferri) *a colori*
La Creazione indiana nel prologo, con toni da fantasy di Jim Henson: la mitologia fa sempre piacere. Zagor nelle "celesti praterie": sequenza breve, tutto sommato, e Zagor conversa con i fantasmi come fossero vecchi amici (ma Tawar, Akoto, Manetola, Fitzy e il recente Nuvola sono in realtà più mentori che amici). Il cameo di Mohican Jack (suggerito da Priarione) non ha senso. Zagor perdona il padre, ma per Burattini non sarà sufficiente. I fratelli di Kinsky sono i soliti fessi, Shaytan è una illusione: deludente. Jayla (praticamente nuda) sarà cancellata dalla ret-con. Epica in miniatura con i fantasmi alleati nel brevissimo scontro conclusivo. Molti Occhi meritava di fare una figura migliore. Colorazione pop anni '80 che diverte.

[Cico 18] CICO PALADINO (Burattini/Gamba)
Che c'azzecca 'sta roba con Zagor? Solita parodia demenziale dei poemi cavallereschi, ricalco delle storie Disney di Chendi e Bottaro, con tanto di citazione della citazione (la tavola di Prince Valiant rifatta da Bottaro). Ci sono anche Moulinsart di Hergé e tutti i comici che hanno parodiato i cavalieri (e praticamente Cico fa Jean Cojon). Talmente frivola e infantile da strappare un sorriso malinconico, nel finale in cui Cico omaggia sé stesso. Bei paesaggi.

(2019)

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