giovedì 18 aprile 2024

NATHAN NEVER (8)


NN #356/357: La verità di Steven Ross/Frammenti di un futuro possibile (Vigna/Gradin)

Inizia la "stagione 8" e lo fa col botto. Ora che Nathan è il "nuovo Mister Alfa", cosa c'è di meglio che ufficializzare questa sua posizione? Ecco, dunque, il ritorno, dopo centocinquantasette numeri, del Mister Alfa "che abbiamo sempre amato" (cit.), la cui reale identità viene finalmente svelata da Darver e Forbes (#313/315), desiderosi di spiegare all'eletto Nathan (fulcro del multiverso) la vera Storia dell'Umanità (Neveriana) e di metterlo in condizione di svolgere bene il proprio lavoro di paladino degli equilibri, che l'Alfa vecchio e inacidito vuole spostare a suo consumo, ora che il patto con gli ufini Grigi si è rotto. Sullo sfondo, una indagine a base di ipotesi di complotto e dodici scimmie. Non solo: con gli anelli Shanachies, Nathan vede il suo possibile futuro da Capo dell'Alfa e gli eventi del Gigante #10, mentre si perde nelle prefigurazioni dei #200 e #300. Ma che, davvero? Chi può dirlo, la casa di Nathan non è quella giusta (è quella vecchia, la prima) e alcune incongruenze sono troppo palesi...e se anche questa non fosse la realtà? Un capolavoro, insomma (più nel concetto che nell'esposizione), perfettamente coerente "nello spirito" (pardon, pattern di configurazione) con tutto ciò che la serie è sempre stata e con ciò che è ora (questa storia doveva essere collocata proprio qui). Che acquisisce maggiore pregio se la si accosta alla sua variazione editoriale, pubblicata il mese dopo, dei Martin Mystère #373/374: un'altra storia doppia, volta a rilanciare la testata, in cui l'eroe scopre di essere la sua stessa nemesi... ma dove il tutto è narrato come in una barzelletta raccontata male. Questa, invece, è una storia con due coglioni così, zeppa di stimoli e riflessioni sociologici e fantascienfici, e chissenefrega se cancella il #130 e il #161 (i quali, ammettiamolo, erano faciloni a dir poco). Purtroppo per Vigna, la sua profezia si è autoavverata: i lettori non vogliono essere stimolati alla riflessione, vogliono solo cacare il cazzo. Col beneplacet dell'Editore, che affida le storie più importanti ai disegnatori meno adeguati (e sì che Gradin è pure migliorato).


NN #358: I pirati dei cieli (Memola-Masperi/Dall'Oglio)

Giacenza funebre, era una vecchia storia di Memola e Pueroni, poi trasformata completamente in un omaggio citazionista di Miyazaki. Di Pueroni restano 40 tavole (a noi è dato vederne 5 o 6). Storia leggera in cui molto lo fa Legs, in cui tutto il peso è appioppato al mangaka. Ma Dall'Oglio è un mangaka realistico, io preferisco i cartoonistici (come, peraltro, Miyazaki dovrebbe essere). Ma soprattutto si è verificato quel che avevo predetto: dopo tutta la paraphernalia di Vigna, cosa mi importa di 'sta roba? Infatti mi sono annoiato parecchio. Degno di nota soltanto il filo di cattiveria di Nathan, che non perdona nulla al povero cristo di turno e lo lascia di fronte alle sue responsabilità.


NN #359: Ritorno nel Multiverso (Vigna/Giéz)

80 anni di SBE! Tutti gli albi di Aprile 2021 debbono, in qualche modo, celebrare la ricorrenza. Ecco allora la medaglia di NN. Ed ecco, soprattutto, il seguito del #300, con Nathan che va a trovare gli altri universi narrativi: stavolta tocca a Tex e agli albi ASI, mentre Mister No sembra essere diventata la base operativa. Episodio abbastanza brillante e divertente, con lo scienziato che va volutamente ad assomigliare a GLBonelli, e con le tecnobubbole olonomico-cyberpunk che non fanno rimpiangere quelle del passato (anzi, francamente le trovo molto più divertenti). Forse si poteva/doveva togliere il riassuntino dell'albo precedente, dato che il finale arriva improvviso e col fiatone. Tutto questo, come sappiamo, fa da sfondo al Nuovo Ordine Vignano, ma questo filone "quantum leap" in sé è da considerarsi un escamotage celebrativo, o almeno questo sembra suggerire la decisione di tirare in ballo il cacciavite sonico. Vogliamo sperare che sarà utilizzato MOOOOOLTO raramente. Il difetto più grande dell'albo è la discrasia grafica col #300, che aveva i colori e il disegnatore di punta, mentre questo è in b/n e ha il rapido tuttofare.


NN #360: L'uomo senza volto (Medda/Cascioli)

In allegato la medaglia di Legs. Riempitivo come dovrebbero sempre essere. Storia poco originale, forse già vista, ma come è ben scritta? Ecco la capacità di uno scrittore di saper agganciare il lettore e tenerlo sull'attenti fino alla fine. E meno male che Medda si è stufato e scrive perché costretto! Il disegnatore torna con uno stile diverso, meno curato e più approssimativo. Non ricordo se si era ammalato pure lui.


Nathan Never Missione Giove #1--4: La Squadra Hawks/La creatura nel ghiaccio/Il segreto degli Eloym/Viaggio infinito (Vigna/Bertolini-Bonazzi)

Miniserie del 2021. Copertine di Ivan Zoni, un po'... boh, non saprei. Stilizzate? Fumetto annunciato da eoni, è l'epocale - secondo Vigna - storia definitiva in cui tutti gli universi e le trame convergono verso un unico centro. In realtà - una delle tante - non ve n'era bisogno: i #300,#356/357,#359 e #361bis avevano già ampiamente chiarito la situazione, perlomeno ai lettori dotati di un minimo di intelletto. Ma il patto tra costoro e quelli ottusi è stato rovesciato a favore dei secondi, ed ecco la necessità di questo bigino della Nuova Continuity Neveriana. Un fallace baroco, giacché Vigna non ha tenuto conto di un fattore importante: il lettore ottuso, in quanto tale, non è interessato a spremere le meningi, è inutile spiegargli le cose. Più logico sarebbe pensare che Vigna abbia voluto chiarirle più che altro a sé stesso. Solo che la storia lo contraddice. Se i primi due episodi sono, tutto sommato, una "normale" avventura spaziale del Nathan di AnnoZero, con un Vigna romantico che omaggia il sense stesse dello wonder, con l'Apollo 11 e il motore a curvatura eccetera, il terzo e il quarto episodio cedono completamente il passo alla delineazione del nuovo status quo. Il risultato, però, è lo stesso di Oltre l'immaginazione (vedi sotto), con i vari universi che si alternano a mo' di flusso di coscienza (o, come si dice, di variazione della sequenza del pattern). E grossomodo sono gli stessi della doppia #356/357, di cui questa miniserie è un prequel de facto. Quindi rivediamo la prosecuzione degli eventi del Gigante #10, rileggiamo il #200 da un'altra prospettiva e abbiamo la conferma della retcon del #130 (il quale, in parte, viene salvato con una tirata di capelli). Peraltro, la doppia di Steven Ross, a questo punto, sembra quasi da intendersi come una storia di AnnoZero, ma su questo resta il dubbio. L'evento portante è, naturalmente, la genesi di Tempo Zero, "l'universo Matrix" dei #300 e #359, cui viene innestato quella cosa di Generazioni che si diceva sarebbe entrata in continuity, ovvero la tripartizione di Nathan, con tanto di cloni M S e V. Ma c'è spazio pure per una bella cronologia mysteriana del passato della Terra, che ripesca addirittura creazioni del mensile di Legs e salva in calcio d'angolo i Venerabili. Questi ultimi due albi, così densi di nozioni e divagazioni, non hanno il respiro narrativo che avrebbero meritato; non ci si commuove come accaduto col #357. E, soprattutto, l'intera miniserie non si presenta affatto come la storia neveriana definitiva; hai voglia a mettere tasselli, c'è una marea di ellissi, dai cambi di volto del Reiser/Darver di AnnoZero al desiderio di dimissioni dello stesso Darver che non trova conferma nella stracitata doppia di Steven Ross, dal ruolo del Nathan "degli Almanacchi" ai vari miscugli di guerre future (quelle tecnobiologiche sono ancora menzionate, ma ne viene inserita una nuova al posto di quelle viettiane), oltre a tutta la questione della rottura del patto, che non può certo esaurirsi così. E il rapimento iniziale di Nathan da parte dei Grigi? Sembra evidente che questo sia solo l'inizio, altro che fine. Ma è davvero arduo immaginare che questo filone possa andare avanti a lungo. La certezza è che, da tutto questo, il personaggio Darver ne esce ampiamente rivalutato, forse pure troppo, e francamente ritengo che anche Mister Alfa sia tornato ad essere un villain con qualcosa da dire, anziché il deus ex machinae buttato a caso di una volta. Non solo: ritengo che questo fosse l'Alfa originariamente concepito ai tempi della saga omonima. Tant'è che la data del 2101 SND non può essere casuale (io, però, l'avrei evitata, perché incasina davvero le cose). Insomma, di tutto l'arazzo vignesco questa è la storia più lunga e articolata, ma anche la più frastagliata e disomogenea. Forse quattro albi sono troppi? Forse ce ne sarebbero voluti almeno altri due? Forse, in un altro piano di realtà, è andata così, e ai lettori è piaciuto, e Vigna ha avuto la certezza di poter proseguire tranquillo. Su questo, invece, tenere la barra dritta sarà dura. Come diceva quel tizio, ogni fumetto di un tempo consente che emergano solo quei lettori i cui contenuti qualitativi corrispondono alla rispettiva qualità di quel tempo.

Nota dello scrivente: ovviamente la data è un refuso. Umpf.


NN #361: L'ultimo volo (Medda/Denna)

Trent'anni di neveri! Per festeggiare, ecco l'albetto con le migliori 80 copertine risultate dal sondaggio del sito SBE, e il logo ad hoc. In allegato, un riempitivo-remake (del #39), ma fatto bene. Dove persino l'idea dei tizi volanti, che tanto appariva ingenuotta nel #265, qui sembra azzeccata. Siamo sicuri che questo non abbia più voglia di sceneggiare? Ottima arte, con risvolti casiniani sorprendenti.


NN #361BIS: Oltre l'immaginazione; Per un futuro migliore (Vigna/Bonazzi; Vigna/Fiorelli)

Albo "flip book" di 112 pagine, formalmente è un Gigante (vabbè). La prima storia è l'episodio portante, con una tavola in più del solito. Variante metanarrativa della retcon quantistica, che mischia l'universo della miniserie Anno Zero con quello classico, aggiungendone un terzo in cui "Nathan Never" è un certo Alan Smithee (sic), coautore del fumetto assieme ai sardi. Ma non si capisce bene chi sia quel Nathan perseguitato con l'elettroshock e che si risveglia in una retcon del #21. Divertente, comunque, per come Vigna se ne sbatta allegramente delle regole narrative, per spiegarci per filo e per segno i precetti e gli assiomi di questa sua operazione di multi continuity. La seconda storia è una breve didattica realizzata con il Ministero dell'Ambiente del Governo Conte 2, ma pubblicata sotto il Ministero della Transizione Ecologica del Governo Draghi. Disegnata in modo molto estremo, con un Darver irriconoscibile, tira in ballo i soliti Pretoriani destrorsi, collocandosi nel periodo, ormai già superato, post Guerra dei Mondi, in cui Marte fingeva di essere una democrazia parlamentare. Si fa ricordare più che altro per l'idea, davvero fantascientifica, per la quale nel 2050 gli obiettivi dell'Accordo di Parigi saranno stati raggiunti. Nella prefazione, il Ministro Cingolani ritiene che la Transizione Ecologica dovrà essere il più rapida possibile, il mese dopo parlerà di gradualità e autorizzerà trivellazioni e affini.


NN #362/363: La Casa della Gioia/Resurrezione (Marzorati/Catacchio)

Giacenza di due vecchie glorie (lo sceneggiatore fece una sola storia, ma di quelle apprezzate). Buona fantascienza social-distopico--horror-intimista, con una regia ariosa e un'atmosfera e delle tematiche decisamente bladerunneriane; o, più correttamente, neveriane. Però è anche una lettura molto pesante, o pedante, molto verbosa, decisamente troppo chiacchierata. Forse un albo bastava? Copertine suggestive.


Nathan Never Magazine 2021:Destinazione Luna (Vigna/Giardo/ col. Giardo)

Ristampa la seconda storia dell'ASI, per la prima volta in edizione da edicola. Contiene anche un estratto da Il rapimento (Agenzia Alfa #39), uno da MM #96 e uno da Greystorm (#1?, in toni di seppia). 


NN #364: Il Fattore H (Medda/Raho)

Ancora un Medda da golden age, riempitivo in continuity, sagace pretesto per far invecchiare Nathan (e quindi l'age è silver, ma insomma). Arte adeguata. Sempre straniante vedere come Medda abbia recuperato l'ispirazione e la capacità di delineare i personaggi con due dide.


NN #365: Memorie di un assassino (Eccher/Jannì)

Giacenza di Terra-1, "seguito" del #283 e con la Legge Zero già aggirata, ma soprattutto strascico/tie-in della saga di Omega, con tutte le vanaglorie oggi anacronistiche di Sigmund. Il colpo di scena, se non lo indovina dal titolo, lo si capisce non più tardi di metà albo, ma tutto sommato è un fumetto che si fa leggere almeno una volta, grazie al mitico disegnatore. "Il prodotto spesso non equivale alla somma delle parti": e grazie, è prodotto.


NN #366: Mister Perfect (Medda/Masala-Pianta)

E niente, questo rinnovato Medda continua a stupire con le sue storie elementari ma sceneggiate con classe e maestria. Ti aggancia alla prima vignetta e ti molla all'ultima, senza che tu possa dire "ma". Naturalmente, un minimo di interesse per Nathan e la scifi sociale tu devi avercela. Qui il caso ha a che fare di nuovo con un robot, come il #365, e anche se di quell'albo non ce ne fotte nulla, ci fa enormemente piacere vedere i personaggi ricordarselo e ragionarci sopra. Ovviamente, qui l'indagine è meno fantasy e più procedural-terra-terra, e il colpevole è l'inverso, d'altronde è un albo con sottili intenti social: certo, focalizzandosi sul femminicidio e il sessismo, si scorda il resto (sono tutti bianchi etero), ma è un resto di cui facciamo volentieri a meno. Masala disegna le prime pagine, poi un impegno lo distrae; Pianta si sobbarca tutto il lavoro: e meno male, è una grande artista. Che bello il rimando a Diego Hernandez, usato in modo fluido ed utile.


NN #367: Olympus (Medda/Bergamo)

Ancora un Medda ispirato, ma stavolta il soggetto non mi ha convinto del tutto: le divinità greche nascoste nella Città Est, buttate lì così, lasciano il tempo che trovano. Molte le ispirazioni, in un frullato di remake: Cybermaster, la psicometabiosi e, naturalmente, Skotos. Vigna dice che tutte queste storie sono fumetti, nel senso che sono il fumetto di NN pubblicato nel mondo di NN. Beh, per questo albo ci può anche stare. Arte nervosa.


Nathan Never Special #32: Ricatto alla Città (Medda/Corbetta)

Giacenza riadattata male: è ambientata "due anni prima" rispetto "agli ultimi albi", ma gli ultimi albi sono "novellizzazioni" (Vigna docet), e la vicenda è il seguito dei #343/344, che tanto novellizzazioni non possono essere; insomma non ci si capisce un ozzac. Ma non è importante: è un Medda che, nella prima metà, ci annoia un pochetto, e ci fa sospettare d'essere proprio una giacenza; poi si riprende un po', e l'omaggio (a quanto pare, necessario, vedi Julia) al centoquarantennale di Pinocchio emerge in tutta la sua omaggiosità, per una trama vecchio stile, nel senso dei primi numeri degli anni 1990, logica e fanciullesca, cioè cinica. Arte funzionale. 32 pagine in meno: e pazienza. 


Nathan Never/MITE: Uniti per il pianeta (Vigna/Bonazzi,Foderà,Grimaldi/ col. D.Cerchi)

Volume cartonato uscito solo nelle migliori librerie (migliori nel senso del governo correlato, Cingolani sponsorizza). Cross-over basato sui presupposti di NN #300 e #359, in cui Nathan viaggia tra gli universi bonelliani e incontra Mister No e Martin Mystère. Il primo, in realtà, lo aveva già intravisto di sfuggita, mentre il secondo, nei succitati albi, non era in casa. Stavolta ci sono tutti. Fumetto un po' troppo didascalico, anche la minaccia dei Pretoriani appare un po' esagerata (liberare la CO2 stoccata nel sottosuolo è sufficiente a sconquassare il clima su tutto il mondo? A meno che non abbiamo capito male e le alterazioni atmosferiche colpiscono solo la Costa Est. Ma poi si dice che vogliono distruggere il Pianeta, e d'altronde il titolo è indicativo). Alcuni errori ci fanno inarcare tutte le sopracciglia (quante ne abbiamo?). Tanto per cominciare, Nathan spiffera a tutti questo suo segreto tecnobubboloso, e addirittura, alla fine, Legs sentenzia che le "fa sempre un certo effetto" vedere le persone fare i salti quantici; ma quando mai le ha viste? Qui, fino a dieci pagine dalla fine, non sa nemmeno chi siano tutti questi anziani brizzolati o tinti di cui si circonda il suo collega. La stessa Legs ci regala poi la battuta più divertente dell'episodio, quando chiama "vecchia lattina" il sciùr Mystère, scambiandolo per il robot... e lo stesso Nathan, schiaffeggiandosi enfaticamente la fronte, d'improvviso si ricorda dell'esistenza di quel suo amico, il ché contraddice platealmente l'universo vignesco, in cui il Martin robotico non esiste, oltre che gli episodi precedenti di questo stesso filone "quantum leap", dato che, come detto, Nathan e Brohme avevano vanamente suonato il campanello a Washington Mews (evento che viene pure ricordato!) senza che all'Agente Alfa il cognome "Mystère" dicesse alcun ché. Boh. Lo stesso Mystère, inoltre, non associa il Mister No dinanzi a lui a quell'anzianotto che ha incontrato in un paio di circostanze, gli pare solo una somiglianza. Infine, non ci risulta che nel 1986 Washington Mews fosse già sbarrata dal cancello. E questo è quanto può interessare un consumista come il lettore (speciale e non), giacché il tema ecologico non è poi così approfondito. Prendiamo per buona la notizia degli stoccaggi di anidride carbonica, ma di più non possiamo fare. Mica possiamo imbrattare i monumenti. La foliazione di 64 tavole costringe l'autore a stringere quanto più possibile; ciò nonostante, ciascun personaggio ha il suo momento di gloria: non solo i tre protagonisti, ma anche Brohme e Greta Suzuki (sic!). La premessa, posta nei citati albi di NN, per la quale la base di Brohme si trova nell'Amazzonia degli anni 1950 ('52, scopriamo qui), a posteriori pare studiata a tavolino per dare il via a una storia del genere; l'interazione con Mister No è gradevole nelle sue brevità e semplicità, nei testi come nei disegni (di Foderà). C'è tutto quanto il repertorio: l'alcol, le notti, gli indios, il Piper. Grimaldi disegna la sequenza nella New York del 1986: di puramente mysteriano non c'è nulla, Martin vi compare più in quanto divulgatore tuttologo (e vecchio amico di cui ci eravamo dimenticati, vedi sopra). Serve solo a raccontare il trivia del vulcano Tambora, che ha causato diversi eventi storici. Compare quasi più Aaron nell'epilogo che Java. Bonazzi, ovviamente, illustra le sequenze futuristiche: nell'ultima, in cui agiscono anche i due ospiti del team-up, ha difficoltà nel disegnare i volti di Jerry e Martin. Drake e Mystère rubano la scena proprio nel futuro, mettendosi avventatamente nei guai con i mutati marziani nella fazenda. Curiosamente, i raggi del Murchchdana e dell'arma generica di Never hanno la stessa foggia. Comunque, la presenza risolutiva del triumvirato si limita al rubare il barile di CO2. Nell'epilogo ritroviamo pure il Darver insensatamente canuto e persino il Presidente (di quale che sia ora l'Ente governativo nel Nuovo Ordine Vignano), e veniamo gentilmente invitati a fare di più per preservare il Pianeta, o almeno l'Amazzonia, o almeno quel che ci capita a tiro. Copertina di Sergio Giardo.


NN #368/369/370: L'eredità di Skotos/Commando omicida/Indagine su un fantasma (Vigna/Toffanetti,Bertolini,Bastianoni D.)

Dopo diverso tempo, torna l'impostazione ad albo frazionato, diviso in due racconti autonomi, ma stavolta pure a puntate. La vicenda principale è quella aspettavamo dal 2003, precisamente da NN #149, qui ampiamente ripreso. In quell'episodio di Vietti e Cascioli, Nathan uccideva la sua prima nemesi, Aristotele Skotos, mentre la di lui moglie, Sada, e il di lui figlio, Kal (con le fattezze di Jack O'Ryan), venivano arrestati, e mentre il primo Tecnodroide, Neos, fuggiva (assieme ad un altro di nome Phobo, ma ignoriamo questa cosa, per ora). Da quel momento, tutti questi personaggi sono letteralmente scomparsi nel nulla, e non se ne è saputo più niente. Dopo ventidue anni (così dice la dida, ma dopo l'errore del 2101/2121 di Missione Giove non vi facciamo molto affidamento), questa trama torna come nulla fosse. Così funziona il Vignaverse. E devo dire che mi piace. Finalmente vediamo Nathan recarsi nel carcere ed incontrare faccia a faccia Kal: non poteva farlo prima? Va detto che, anche in questa occasione, è necessario un casus belli per spronarlo (il ritrovamento dell'equivalente skotosiano del baule donrosiano di PdP, nella villa in cui la latitante Sada soggiornava ultimamente). Ma tant'è, accontentiamoci di questa sarabanda di continuity, in cui vengono agevolmente ricordati, con un piglio che confonderebbe gli autori di MM, anche i NN #30 e #47. In un lettore dozzinale, la domanda sorgerebbe spontanea: nel Vignaverse, questi eventi sono reali o illusori? Per fortuna, noi siamo di quelli per cui i Wachowski sono ancora maschi, e certe cose non ce le chiediamo. Nella seconda parte, il nuovo Shuttle di Jerry Lone, dotato di motori a curvatura (solo una chimera ai primordi della serie) ci conduce nella stazione orbitante privata di Skotos, ora "triestizzata" e resa franca da accordi specifici tra Terra, Stazioni Orbitanti e Marte: dovevamo aspettare vent'anni, per saperlo. L'indagine a bordo è un po' goffa, e gli unici eventi salienti sono una labile connessione tra Nathan e gli eventi del #337 (i meno interessanti del Vignaverse) e la probabile introduzione della sorella creduta morta di Aris. Oppure no, giacché la terza parte lascia intuire che Juana Franciosa (sic!), aka Sorella Rebirth, la nuova leader della Setta della Divina Provvidenza, possa essere persino July Frayn. Lo suggerisce l'affetto (?) con cui saluta May, rimasta forzatamente nel team mentre Branko è inchiodato a Tropical City dalle pratiche per la sede distaccata dell'Alfa. L'indagine di Nathan, che richiama addirittura Bisiach dell'Almanacco 1996, è una indagine vera, cioè proceduralesca e fatta di conversazioni e associazioni di idee, e si interrompe con naturalezza, come una indagine vera. Non mi è dispiaciuta. Tra i tre artisti, leggera preferenza per il terzo, che siamo sempre contenti di rivedere.

Skotos - Le origini del Male (Vigna/Bonazzi,Bertolini,Giardo)

Come qualcuno forse ricorderà, all'inizio della serie Skotos non era altri che un mafioso; solo più tardi, una decina d'anni dopo, è evoluto/involuto in un pazzoide nazista, deciso a sterminare tutti (un po' come un certo guerrafondaio russo). Vigna ha deciso di spiegare questo passaggio, sebbene per molti la cosa oggi rappresenti un tradimento. Per noi ovviamente no, è una scelta non necessaria, ma con una sua logica. Naturalmente, il piglio è sempre quello del complottismo alla buona, con evidenti rimandi a Manson (la moda del momento), e un percorso già scritto. Il piccolo Skotos, reso autistico dalla strage della famiglia nella villa di campagna, viene preso in simpatia da una dottoressa... cosa ci ricorda, tutto questo? Naturalmente il piccolo Aris è ancora fondamentalmente un buono. Questo finché non scopre che il suo collegio nasconde un traffico di organi, in cui cade vittima il suo amichetto. Da qui al primo omicidio il passo è breve, tre puntate che sembrano una. Tutto sommato, "l'infanzia di Slamor", di per sé, non racconta chissà che cosa, ma è solo un tassello di un romanzo criminale più ampio (almeno altre due trilogie). Come 'chi è Slamor'? Beh, Skotos è il nome della sua prima azienda...


NN #371: Rigenerazione (Vigna/Fara-Regazzoni)

Episodio annunciato cinque anni fa, e sempre rimandato. Remake delle vecchie storie "futuriste" degli Almanacchi, in una versione più strettamente sci-fi. Ma nella nuova continuty vignana quelle storie ora sono integrate, quindi le visioni allucinate (nell'omaggio alla famosa sequenza del #13) di questo nuovo Nathan del futuro remoto si rifanno alle trame dei #356/357, di cui viene mostrato il prosieguo della visione dell'incontro tra Mister Alfa e il Nathan con figli: Nathaniel muore e Ann resta su Gadalas-pianeta, mentre Nathan parte verso l'ignoto, finendo poi ibernato e risvegliato 600 anni dopo. Teoricamente, questo è il futuro più futuro visto sulla serie, ed è una specie di retcon di quello di Generazione Futuro (che era 300 anni prima, cioè dopo), essendo anche iconograficamente vicino ai soliti modelli trekkiani e bormidani. Il Nathan (teoricamente) anzianissimo si comporta un po' da povero vecchio, solo e indifeso in un mondo a lui non congeniale: chi vuole rappresentare, il lettore o l'autore? Emblematico il suo destino di narratore di storie (solo vecchi classici) alle nuove generazioni ignoranti. E Mister Alfa? A quanto pare, Nathan lo ammazzerà con un colpo in testa, come il vecchio Skotos. La parte migliore è senza dubbio il fatto che Nathan ricordi la vecchia continuity, il ché sembra porlo come il Nathan dei #300 e affini. Fara ha impiegato cinque anni per disegnare un fumetto tutto sommato semplice, e non lo ha nemmeno concluso: lo ha finito Regazzoni, sennò non usciva manco stavolta. Ma va detto che il risultato, somigliante a Bertolini, è più che buono.


NN #372: La rabbia del metallo (Vigna/Jannì-Paesani)

Giacenza riadattata e a sua volta riarchiviata. Il giallo del mese risale, verosimilmente, ai tempi del filone robotiano e di Mac. Il colpevole è palesemente un robot, ma qui si sceglie di parlare posticciamente di cloni con endoscheletri. La storia è banalotta, ma Vigna riesce a spacciarla per un esempio del modus operandi del nuovo Nathan Direttore Alfa in incognito, col nostro che ha sempre il polso della situazione, agisce, ordina, si assume rischi, dà lezioni di giurisprudenza e diplomazia a tutti. Al simpatico stile di Jannì sono mescolate tavole più recenti (di Paesani), in cui Legs si perplime ed Elania cerca di non farsi mettere da parte, ma alla fine ottiene proprio il contrario: Nathan le impone di mettersi in aspettativa. Anche così, l'albo è una giacenza, giacché sarebbe stato meglio pubblicarlo non molto dopo i #354/355, non quasi due anni dopo. Ricordi dello Speciale #1: Nathan invita a cena Olivia Olling dopo trent'anni.


NN #373BIS: La versione di Herschfeld (Rigamonti/Arduini,Resinanti,Vicari,Vitrano)

Giacenza di tempo ignoto, basti dire che Nathan ha il giubbetto delle "stagioni" 3/5 (oppure è un errore; lo psicologo esordì nella "stagione" 6). Ancora un episodio psicanalitico, remake del #41, con la reinterpretazione rashomonica di eventi già raccontati. Legs, Sigmund e Nathan millantano il triplice fallimento della loro missione: lo psicologo suppone sia una triplice balla; i tre avrebbero aiutato i "terroristi", in realtà semplici ribelli della multinazionale malvagia del "Territorio". Un episodio tutto sommato in linea con le vecchie gestioni della testata, ma assolutamente non con quella in corso: come potrebbe il Nathan autoproclamatosi capo per esautorare Elania agire in questo modo? Un albo, dunque, di cui si poteva fare a meno. Così ha pensato Jacomelli, che ha rifiutato di parteciparvi (lo ha sostituito Vitrano). 


NN #373/374/375: L'ombra della Yakuza/Il ritorno di Kal Skotos/La rinascita (Vigna/D.Bastianoni,Toffanetti,Giardo)

Dopo due mesi, riparte la doppia saga di Skotos, presente e passata. Nella prima, sorprendendoci un attimo, Sada torna in pista: il marito, prima di crepare, le impiantò le coordinate del suo bunker segreto, contenente i dossier con cui ricattava mezzo mondo. La Yakuza vuole il suo: per riaverlo, fa evadere Kal Skotos con un commando terrorista. La domanda è: negli ultimi vent'anni hanno avuto altro da fare? Kal, ovviamente, è sclerato e vendicativo come il babbo. Intanto, Branko e May si uniscono ufficialmente al cast di Tropical City (Carella, la mutata, la procuratriche che dice "amigo") nella nuova sede distaccata dell'Alfa, mentre Elania ci fa sapere che Matthew sta per andare al college (di già?): ma non facciamo in tempo a vederlo, che lo rapiscono. Sia May che Legs sono dubbiose: la prima è turbata da Sorella Rebirth, la profethissa (?) della Setta della Divina Provvidenza, ovvero nientemeno che la sorella (appunto) July, che non vedevamo dal #149; la seconda è perplessa sull'iperattivismo di Nathan e sulle assenze di Elania. Ne hanno ben donde: il decisionismo di Nathan si scontra segretamente con i magheggi di Elania, ricattata dai Pretoriani. Ma c'è anche altro sullo sfondo, tipo Darver quasi rimpiazzato da Janine o il declassamento del rating dell'Alfa (prima volta dal 2091), che prevede ridimensionamenti economici e di personale (e allora perché aprire il distaccamento a Tropical City? è un'altra sottotrama). Ha un ché di serriano ritrovarci ancora con il focus su Nathan e May. Arte godibile in tutte e tre le declinazioni.

Skotos - Oscura Rinascita (Vigna/Bonazzi,Toffanetti)

Aris Slamor è ormai adolescente ed eccelle in ogni cosa, soprattutto in arte e matematica. Per il momento, la cosa più interessante è la relazione morbosa e semi-incestuosa con la tutrice, tuttavia poco approfondita, dato che la tapina prima finisce nel polmone d'acciaio e poi viene eliminata dallo stesso amante. Lo stesso Slamor ne subisce di ogni, dal bagno nell'acido alla messa in stato d'accusa alla latitanza; non colpisce particolarmente il momento-clou, la conversione definitiva al Male e la scelta del cognom de plume con cui diverrà celebre; se non, forse, per il fatto che la sua prima vittima (il vecchio che lo salva) sembra essere lo Skotos originale (quello a cui ha ciulato il nome), un imprenditore dato per scomparso in circostanze poco chiare. Oppure no. Vabbè. Arte (squilibrata, la prima parte ad uno, le seconda e terza all'altro) riuscitamente torbida, ma la storia calca un po' troppo la mano su burocrazie e cavilli legali, tant'è che alla fine si finisce un po' storditi dalla rivelazione della nuova identità del Reverendo Hammond, Hans Calhoon (nel senso che dovrebbe lasciarci esterrefatti, ma non capiamo perché). Questo secondo ciclo si conclude riunendosi concettualmente alle indagini nel tempo presente: il trait d'union è la famiglia di Sada, gli Anakris, cui Aristotele fece/farà da precettore alla figlia (e si bombò/bomberà lei e la madre). La tenuta di costoro, oggi, appartiene alla ditta del #372: cosa significa?


NN #376: Un luogo felice (Garagiola/Palomba)

Giacenza dei defunti AA, nel tipico stile di quello spin-off pensato per un pubblico giovanile, che però è sempre stato interessato ad altre cose. Quindi ecco la chiave psicofantasy per spiegare la misofobia e il senso di colpa, con i mostri dell'Id tentacolari, il virus letale, la morta in sogno d'amore, eccetera. Nathan, ovviamente, è contagiato in prima persona e nei suoi ricordi c'è la morte di Andy del #199, mentre Branko è "richiamato da Tropical City". Vabbè. L'artista lascia la serie con una prova leggermente inferiore ai suoi standard: qualche imprecisione, qua e là. Lo sceneggiatore, invece, tornerà? Non avrebbe senso che lo facesse.


NN #377: Il mistero di Elania Elmore (Vigna/Bonazzi)

L'albo della svolta. Siamo a metà "stagione"? Giungono al pettine diversi nodi del Nuovo Ordine Vignano, dai #313/315 ai #354/355 e #356/357, principalmente, ma si tirano in ballo anche le trilogie skotosiane. Forbes convoca Darver e gli comunica il trasferimento nella fascia asteroidale. La nuova Presidente del Consiglio di Sicurezza, Kaide Kyomi, in accordo col NWO, promuove Janine Spengler a Primo Consigliere della Presidente. Che carriera, la timida Janine! Beh, mica tanto: scopriamo che è sempre stata un'infiltrata del NWO fin dagli inizi della serie! Una rivelazione un po' tonitruante, diciamo poco credibile se consideriamo gli albi effettivamente pubblicati, ma Vigna ci ha spiegato più volte che non dobbiamo considerarli, quante volte ce lo deve ripetere? che, siamo storditi? Eppure, se li consideriamo, il Maxi #11 assume un nuovo significato, mentre finora era apparso come una stramberia. In parallelo a questo, giunge a compimento la telenovela di Elania, un po' troppo bruscamente: solamente nel #375 questa appariva ricattata dai Pretoriani, che avevano rapito Matthew (che infatti nessuno riesce a rintracciare), ma da questo allo sclero azzardato di questo numero ce ne passa. Ma ormai era un personaggio ingombrante, Elania, buona soltanto per giustificare le giacenze. Questo significa che, ora che ce la siamo tolta di mezzo, le giacenze sono da considerarsi esaurite? Speriamo. Eh sì, Elania prova ad eliminare Nathan, ma Janine la fa secca. Ed abbiamo, così, almeno nelle intenzioni di Vigna, il nuovo "starting point", che va a rimpiazzare Laura e Ann nel senso di colpa sprone dell'eroe: Nathan e Janine, forti anche delle nuove posizioni di potere raggiunte, si coprono a vicenda e addirittura nascondono il cadavere di Elania nella tomba di Laura (che si trova nella collocazione vignana, non in quella classica serriana). In realtà, è più Janine a coprire Nathan, dato che poi spiffera tutto ai suoi capi, mentre Nathan sembra fidarsi di lei come si era fidato - fino all'ultimo istante - di Elania. A dispetto di ciò, è comunque un Nathan "carico", come già intravisto in recenti storie, molto asciutto, pragmatico e risoluto nelle sue decisioni, ma al contempo comprensivo e non autoritario con i colleghi. Al punto da pretendere da Forbes e soci, come contropartita per l'accettazione dell'incarico di nuovo Direttore dell'Agenzia Alfa, la nomina di Legs e Sigmund come Condirettori, in un Triumvirato esecutivo a tutti gli effetti. Una mossa interessante, anche se ci chiediamo se le ambiguità passate del polacco siano da tenere conto oppure no. E quindi è finita la serie? No, perché naturalmente Nathan tiene i segreti tutti per sé, e le indagini su Elania e Matthew sono aperte. E poi perché, mentre accade tutto questo, l'Alfa - con un Mendoza in primo piano - trova il tempo di sfruttare i dossier di Skotos recuperati nelle trilogie per creare un'arma capace di bloccare i Tecnodroidi, e poi di trovare quello che pare essere il rifugio di Neos, che non vediamo dal #149. Tant'è, guarda un po', proprio in quel momento appare un Tecnodroide da un varco tipo "Stargate" o "Babilonia di Vietti": solo un teaser tematico per il team up con la JSA USA? Bepi Vigna lo SA. E chi si nascondeva nel rifugio? Il nuovo corso ha inizio.


Nathan Never/Justice League: Doppio Universo (Medda+Vigna-Barone/Giardo/ col. C.Cerchi,V.Chiabotti,M.De Biase)

Team-up con gli eroi DC: Andreotti, Cossiga, De Mita, Pomicino. Non lo abbiamo.


NN #378: Il Pianeta delle Nebbie (Vigna/Bertolini)

Episodio trekker che introduce, finalmente in modo esplicito e definitivo, i motori a curvatura e il nuovo status quo interplanetario, nel quale Terra e Marte si contendono la colonizzazione di nuovi pianeti. La Terra è in vantaggio, o almeno così sembra fino al twist che conclude l'albo. Come annunciato nel #377, Darver è ora al comando della Base dei Fanti Spaziali, che però è ora adibita alla progettazione dei motori, mentre i cadetti saranno trasferiti (è un pezzo di passato che se ne va). Nathan è scelto proprio da Darver in virtù del #131, che dunque scopriamo essere canonico (come prevedibile, visti gli autori). Tutto sommato, è un fumetto banale, con le solite cose tipo le allucinazioni dei vecchi nemici (c'è pure Than) e il virus, che rimane lettera aperta; a renderlo interessante è l'approccio trekkiano, con un insistere pedante su tecnicismi e razionalismi e compartimentismi e repressione di sentimentalismi: sembra proprio un episodio di Star Trek vecchia maniera. Un approccio che ancora fatichiamo a subìre e metabolizzare, ma l'autore la buona volontà ce la mette, perché noi dovremmo essere da meno? Non è che a noi i "mitici primi cento numeri" entusiasmino proprio tutti, e questo potrebbe essere benissimo uno di quelli che ci entusiasmano meno, ma comunque degno di appartenere a quella golden age.


Nathan Never/ASI: Missione Asteroidi (Vigna/Giardo/ col. R.Denti)

Terzo volume per l'Agenzia Spaziale Italiana, dedicato alla Missione LICIACube. Non l'abbiamo.


NN #379: Presenze (Vigna/Bertolini)

Conclusa la missione del #378, Nathan è ancora nella Base dei Fanti Spaziali, e Darver ne approfitta per appioppargli un'altra grana. Stavolta la declinazione della fantascienza stellare è quella classica dell'esistenzialismo mistico: dopo il virus, a generare le visioni ai protagonisti, stavolta, non può che essere una creatura aliena; aliena nel senso letterale, cioè "diversa", inintellegibile, e infatti assomiglia ad un cervello. Le allucinazioni di Nathan sono, naturalmente, Laura e Ann, con l'aggiunta dei genitori e persino del cane dei tempi dell'infanzia. E il senso di colpa di Elania? Dai, non paragoniamo le relazioni, per favore. Gli autori sono gli stessi del numero precedente, ma stavolta il soggetto è ancora più visto e stravisto. Però la lettura non è noiosa, anzi: com'è possibile? Questo è Vigna: o ha idee interessanti, ma non sa come esporle, o non ha idee, ma le espone con efficacia. Il fatto che i "doppioni" dei cari di Nathan restino "in vita" sull'astronave è da tenere in considerazione? L'albo ha goduto di una copertina variant realizzata da un'IA. 


Nathan Never Special #33: Le Stagioni del Dolore (Rigamonti/M.Rossi,Boccanfuso,Vicari,Zoni)

Fumetto "speciale" in quanto costituito da quattro storie brevi, una per stagione. Primavera, disegnata col simpatico stile retrò di Rossi, è la migliore, nonostante le sue forzature: davvero Nathan ha provato una flebile soddisfazione nel ferire lo psicopatico e condannarlo a morte? Mah; secondo noi, no; ma almeno è un tema su cui si può dibattere. Estate è la solita minestra coi figli di papà torturatori di poveracci, e i barboni dei bassifondi con una dignità; e ci sono pure Branko e May "in trasferta", sigh; arte accettabile. In Autunno, l'artista prova a sorprenderci con una discreta imitazione di De Angelis (ma cede prima della fine), per una storiella dignitosa, in cui la boutade di Legs sul cane robotico si rivela la triste realtà dei fatti; e poi piove, quindi va bene. Inverno, infine, propone il solito hacker vendicativo che baipassa i fairuoll e prende il controllo dei robot; per sua fortuna, è anche l'episodio che chiude la cornice narrativa del clochard Artie - che Nathan aveva, ligio al dovere, sfrattato in Estate - e che ora muore di freddo: per nostra sfortuna, è l'occasione per riproporci il Nathan depressone che teoricamente avremmo archiviato da qualche anno. 


NN #380: In un mondo perfetto (Medda/De Angelis,Denna)

Ritorna il Medda più ispirato, in un riempitivo/remake (del #100) che sembra avere qualcosa in più di altri. Innanzitutto, i retroscena: le tavole da 11 a 20 sono di De Angelis, e risalgono addirittura al 2008, e dovevano introdurre alla prima versione della saga Intrigo Internazionale. Medda ha raccontato tutta la storia sul blog: di come l'artista sia poi stato cooptato da altri lavori (Caravan e Tex, che non lo molla più), di come la saga sia poi stata riconcepita daccapo e pubblicata nella versione che abbiamo letto, di come il soggetto originario dell'albo sia andato perduto e dimenticato dall'autore. E poi abbiamo il finale. Che il Nathan detective privato fosse un Nathan alternativo era ovvio, così come, ad un certo punto, l'idea che lo scrittore-scienziato Brown non fosse un ciarlatano non appariva così peregrina. Rimaneva un dubbio: l'intero albo sarebbe stato un divertissement o avremmo avuto un collegamento con il Nathan "ufficiale"? Le ultime 3-4 pagine, così d'impatto e salaci, lasciano a noi la decisione. Per quanto ci riguarda, è evidente che Vigna non approverà mai questa trovata, per cui noi andiamo dritti sulla "novellizzazione". Però, insomma, non sarebbe una svolta malvagia. (E uno spin-off? Beh, non corriamo troppo, adesso). Testi fluidi e capaci, solidi e plastici; arti idem; cover pure.


NN #381: Storia di Aurore (Ostini/Corbetta)

Arte che spazia dall'essenzialismo asettico e funzionale al virtuosismo psichedelico, per un episodio della vecchia continuità (che nella nuova è un fumetto), con tanto di Branko e Betty (e una Tecnopate, con reinvio ad albi vecchi), ma con un Nathan Direttore che si fa scappare la ragazzina affidata in tutela. Mah. Storia ruffiana e moralesiana, colma di citazioni poetiche e teatrali che accompagnano il dramma della progerica nell'ovviamente lirico finale. Ma insomma, la "mamma" di Nathan. E tutto il cast che si presta al teatrino (tipo Olivia con Legs). Boh. Magari, anni fa, lo avremmo tollerato. Naturalmente, la poverina, una volta adulta, è lesbica. Apprezzabile la collocazione indonesiana (o indocinese?) degli hacker, effettivamente il web brulica di siti strani in tamil e affini.


NN #382: La Vendicatrice (Medda/Bergamo)

Giacenza rimaneggiata, con riattata cornicetta in cui Branko è "di passaggio" nella Città Est, mentre l'episodio portante è ambientato "4 anni prima" (c'è Elania). Per fortuna, è comunque una storia di Medda, e dunque di godibile lettura, ma qualcosa nel soggetto non convince: perché la tizia, ex vittima di soprusi ora guerriera sociale, rapisce le altre vittime, che vorrebbe vendicare? Magari basterebbe rileggere l'albo con attenzione per chiarirsi le idee, ma, onestamente, non se ne ha tutta questa voglia. Un altro finale ambiguo: Nathan ha lasciato andare la giustiziera deliberatamente o ha solo fatto lo gnorri? In entrambi i casi, la cosa non è proprio coerente con il background dato al personaggio negli ultimi anni. Arte estroversa e capace, adatta ai contenuti rappresentati.


NN #383: Ai confini della Galassia (Vigna/Bertolini)

Episodio del nuovo filone stellare-trekkiano, in cui Nathan esplora pianeti sconosciuti un po' con l'azione, un po' col pragmatismo, un po' con la filosofia. Il fatto che si utilizzino i motori a curvatura, e che i viaggi spaziali siano dunque diventati veloci, fa digerire meglio questa onnipresenza ubiqua del Direttore dell'Agenzia Alfa, che ormai praticamente ghe pensa tüto lü. Oppure possiamo interpretare queste storie un pelo più space opera come i fumetti della serie cospirazionista? Mmmmno, Vigna sembra prendere questi albi molto sul serio. Lo scopriamo, in particolare, proprio nelle due semiposticce tavole conclusive, in cui, improvvisamente, si scopre che nel sottosuolo del pianeta giacciono imponenti edifici ancestrali, tanto che Darver ci lascia con il teaser della saga del "Pianeta dei Giganti" *blink* *blink*. Ed è questo a salvare l'albo, che per il resto si era rivelato un soporifero remake delle vecchie storie coi Centozampe marziani (qui vermoni del pianeta Clavius) (sì, ci sono anche i dinosauri, ma non sono rilevanti). Arte di buon livello, copertina tristemente coattata dalla redazione per i suoi capricci editoriali.


NN #384/385/386: Il Cuore di Sada/Cicatrici dell'Anima/La Vendetta di Skotos (Vigna/Bertolini)

E si conclude (finalmente?) l'esperimento della doppia trilogia concatenata con avvitamento. Negli episodi al tempo corrente, accade una marea di roba. Come corollario del ritorno di July Frayn, c'è un assurdo riesumarsi della telenovela Branko/May, che arrivano addirittura a separarsi di fronte all'avvocato Olling: ora solo lui resta a Tropical City; a che servirà? C'è Nathan che sembra quasi già soffrire il suo nuovo ruolo e che sembra lasciarsi ossessionare volontariamente dall'affare Skotos per non dover pensare alla questione Elania. Nella "quinta stagione" avemmo un tentativo di Dark Nathan, che però scivolò presto nella depressione clinica; magari stavolta le cose andranno diversamente? Ci sono ovviamente Legs e Sigmund che ne hanno le tasche piene di queste trame vecchie, e che nascondono all'amico le rivelazioni del #337. Rivelazioni la cui utilità è ancora sfuggente, ma quelle proposte qui potrebbero servire a chiarirle, prima o poi. Già, perché seguendo anche i fuggiaschi Kal e Sada scopriamo che è ancora fra noi un clone di Skotos, ibernato nelle segrete della base nel vulcano spento. Ma, un momento! E se il clone fosse stato quello ammazzato nel #149? Nessuno si pone questa domanda, il ché potrebbe voler dire qualcosa, ma aiuterebbe a spiegare l'improvviso sclero del personaggio, lacuna che nemmeno la miniserie apposita riesce a colmare. C'è naturalmente spazio anche per il proceduralume con Bisiach, che sembra giungere a conclusione (almeno questo), ma quel che sembra premere a Vigna è aggiungere altri punti fissi al suo puzzle mentale: ad esempio, veniamo a sapere che Nathan possiede entrambi gli appartamenti (quello storico, ricostruito paro paro, e quello della silver age), un ulteriore tentativo di scusarsi per un paio di errori di svariati albi fa. Viene anche ufficializzato il nuovo status dell'ex base spaziale di Skotos, ora porto franco a giurisdizione collegiale ed internazionale. E noi apprezziamo anche il candore con cui l'autore infila in bocca ai protagonisti dialoghi di pura e semplice burocrazia finanziaria. Ah sì, oltre che a Tropical City, ora c'è la nuova sede della Città Ovest (a capo c'è Olsen). La storyline principale della storia, tuttavia, sembra essere quella legata alla procuratrice Angelina Terengo, improvvisamente divenuta importante: anche lei, stuprata da Skotos in gioventù, ha partorito un aborto di tecnodroide, morto fuori scena. Cosa dovrebbe suggerirci questa novità? Che potrebbero essercene altri? Per gli amanti dei tecnicismi, Vigna riprende una sequenza del #20, altro albo che dunque può dirsi parzialmente salvo.

Skotos - Il Potere e la Vendetta (Vigna/Toffanetti,Bastianoni D.)

La terza miniserie del passato di Aristotele Skotos ci porta, gradualmente, a ricongiungersi al tempo corrente. Gradualmente soprattutto nelle prime due puntate, quando il focus è puntato su Sada, in un turbine di sesso e politica: nella prima puntata la vediamo pure minorenne, tutta ignuda e arrapata pure quando fa ammazzare i genitori; non poco, per un albo Bonelli del 2023. La terza puntata ci ricorda che tutto questo progettone fu concepito come miniserie a sé stante, con albi di lunghezza standard: mentre qui Vigna deve improvvisamente tirare tutti i fili in neanche cinquanta paginette, e infatti la conclusione è una carrellata forse troppo veloce. Peraltro, già la seconda puntata aveva abbozzato un incrocio con gli esordi della serie dalle tempistiche un po' discutibili; d'altro canto, aggrapparsi ancora alle date, a questo punto, è davvero da autolesionisti. L'Almanacco del 1996 viene di nuovo riscritto, e si rivede ancora l'omicidio del #149: viste le rivelazioni della storia complementare, può considerarsi un indizio? Apprezzabile l'incrocio con il #385bis, forse più rilevante di quanto possa sembrare.


NN #385bis: La Cospirazione (Vigna/Bonazzi)

Episodio "regular" presentato come un di più. Di più: è un tie-in della trilogia finale di Skotos. Dalla trilogia dei #313/315, invece, si riprende, finalmente, il complotto dei nostri contemporanei sopravvissuti fino ai tempi in cui è ambientata la serie. Un tema non nuovo: lo avevamo già visto con Serra prima e con Vietti poi, ma che nel reboot di Vigna sembra destinato a diventare, finalmente, rilevante. Dove sono finiti cinque sui sei risvegliati dalla tricentenaria ibernazione? Cosa nascondono la Kriotech e l'Iber Corporation? Perché la Procuratrice Mason fa insabbiare il caso? Le risposte non sembrano particolarmente ardue da individuare, ma l'albo fa di tutto per non darne nemmeno una, anche facendo fare brutte figure a Nathan e consoci, e arrivando già a mettere in discussione il nuovo status quo del triumvirato, con le minacce di inchiesta da parte della Procura. Speriamo non si cambi di nuovo. Non subito, almeno. L'obiettivo è giungere all'ultima vignetta, in cui viene ufficialmente aperta una nuova sottotrama. La parentesi del bar con la puttana-octopus(sy) ci ricorda piacevolmente di stare leggendo un fumetto di fantascienza. Vigna, non pago, sfotte il lettore, dando a Nathan il look della sua versione del #380.


NN #387: Il Branco (Medda/Raho)

Riempitivo di pura azione, ispirato ad una buffa stampa seicentesca. Nulla di che, c'è pure un refuso storico, ma comunque si fa leggere. I cani robotici li avevamo già visti, ma non così. Beffarda satira della caccia. Arte non brillante, ma solida. Come i testi.


NN #388/389: L'Esule di Olympus/La Dea della Guerra (Medda/Pianta,Bertolini,Denna+De Biase)

Seguito del #367, è più che altro un ennesimo episodio del "Meddaverso", un mondo con una sua coerenza, ma in cui il protagonista di turno (Nathan,Dylan,Lukas) non è mai poi rilevante. Questa volta l'autore vuole inscenare il passaggio da una Repubblica destrorsa a una Dittatura, e sceglie di farlo nel Weimland, la Germania neveriana. Immigrazione gestita con regole ferree e strategia della tensione sono rappresentati con realismo certosino, lasciando ben poco alla sci-fi. Il finale, immancabilmente, non è del tutto amaro (il golpe viene bloccato), sennò tanto valeva spararci. La presenza degli Déi (che scopriamo provenire da un'altra dimensione), e in particolare di quella che farebbe le veci di Diana, vuole forse suggerire come il film di Wonder Woman avrebbe potuto essere più efficace. Arte di buon livello in entrambi gli albi; nel primo, per motivi ignoti, Bertolini disegna una sequenza di azione, non proprio il suo forte. La prima copertina è bruttina; la seconda fa parte dell'operazione-omaggio texiano.


NN #390: Orrore al New Path Lab (Rigamonti/Boccanfuso)

Bieco riempitivo nello stile dei peggiori riempitivi degli anni 1990. Sparatutto contro i mostri, lo scienziato pazzo che vuole sterminare l'umanità con l'antivirus mutato. Arte industriale. Sigh.


NN #391: ...La Terra Si Frantuma! (Parmitano-Serra/Giardo)

Versione da edicola del volume rilasciato un paio di mesi prima. "Da un'idea di Luca Parmitano", è un omaggio meta what if in continuità, con una simbiosi quasi ideale tra l'astronauta vip e lo sceneggiatore "in pensione". Serra all'ennesima potenza, ma senza quei velocismi e giovanilismi che avevano reso le sue ultime prove più futili del dovuto. Un autore che insiste nel rimanere lucido e maturo, nonostante sia del tutto un pesce fuor d'acqua in un mondo di cui non gradisce quasi nulla, e pertanto la figura di un Nathan sbalzato fuori dal suo tempo, che però è il nostro, gli appare quanto mai congeniale: di certo più di quanto siano stati Mac, Omega e Legs. La cosa più divertente, quasi entusiasmante, dell'albo è l'intreccio con i recenti eventi realmente accaduti: cioè tutte le varie missioni Esa/Nasa, ritardi compresi; dietro a tutto ciò, siamo spinti a fantasticare, si nascondono i "magici" eventi di questo fumetto. Appare adeguata pure la volontà di chiudere una volta per tutte la questione della Grande Catastrofe del 2024; "punto fermo" della continuità neveriana in realtà già risolto dal Generazioni di MM, e qui ripreso con una chiave più sensazionalistica; eppure, da un'ottica "meta", è stato davvero liberatorio dedicarvi un albo di questo tipo, con uno sponsor simile e mandato in edicola proprio nella data più opportuna. MM, peraltro, è comunque presente grazie all'Alcaister del 2° team-up, e alla teoria per cui il mondo neveriano è il parto dell'immaginazione dei defunti di Altrove: a sorpresa, Nathan ricorda benissimo questo dato e lo snocciola con nonchalance davanti al prestigioso ospite. L'effetto cortocircuito è impagabile. Non solo: la mente di Nathan è riversata in un robot, ma nel passato, in un omaggio contrario al primo team up. Puramente serriana, invece, la lunga sequenza in cui Nathan "esplora" questo schifo di mondo... rifugiandosi in libreria e facendoci l'elenco dei libri preferiti. La conclusione, inevitabilmente, sposta l'asticella dalla fantascienza al quasi fantasy, ma è anche tipica della produzione di Serra. Insomma, un episodio con lo spirito di Get a Life!, divertito e quindi simpatico, contorto nell'intreccio e molto semplice nell'esposizione, adeguatamente illustrato. Con una seconda puntata, in cui approfondire vari aspetti sottesi (l'estraneità di Nathan con i nostri tempi, il confronto filosofico con Parmitano - è vero che si erano già incontrati -, la "vita da robot" del nostro eroe, ecc.) sarebbe stato realmente imperdibile; anche così è comunque il migliore degli albi promozionali.   


NN #392: Il Segreto dell'Universo (Vigna/Bertolini)

Quarto episodio di "Nathan Trek", decisamente il migliore fino a questo punto. Lo abbiamo già detto: l'idea alla base del filone è buona, e della discrasia con la continuità (Nathan è il Direttore dell'Agenzia più importante al mondo e sparisce per settimane) non ce ne importa nulla, tutta la storia dell'olonomismo e del metafumetto serve proprio a giustificare queste cose; il problema è che queste prime quattro storie sono state molto piatte e riferite ad un immaginario veramente trito. Dopodiché Sunshine mi era piaciuto molto, e qui ne ho avvertito degli echi, con un pizzico di Punto di non ritorno (oltre a Solaris, certamente), e mi accontento di questo. E non è certo da questionare il prendere film e romanzi - arcinoti - e rifarli col personaggio bonelliano, è una tradizione ultradecennale. Ma francamente, qui Nathan c'è? In queste storie non si pone mai grandi problemi, come dovrebbe essere nelle sue peculiarità. La scena migliore dell'albo, guarda caso, è la carrellata di ricordi da cui Nathan è investito; ma è breve e poco determinante nel dialogo filosofico e teologico che viene proposto successivamente. Abbiamo detto che la continuità non è più così rilevante, ma allora non ha senso che Nathan affronti queste missioni "là dove nessuno, o quasi, è mai giunto prima" con lo stesso piglio con cui fa il Direttore serio e compìto. E sciogliti un attimo, figlio mio. Boh. Ogni tanto Vigna è una creatura inintellegibile, si ha l'impressione che non dica tutto quello che ha in testa, e che dia per scontati dei retroscena o dei significati, oppure che abbia preso troppo sul serio l'idea che il lettore debba giocare con l'immaginazione, come se fosse quest'ultimo a doversi inventare la storia. Una volta va bene, due anche, ma se tutti gli episodi di questa "serie nella serie" sono così... mmmh. Arte valida.


NN #393: I mutati degli abissi (Vigna/Bonazzi)

Albo di continuità, con Nathan e Janine trombamici di nascosto, e il ritorno ad una semi-coralità, nel senso che Mendoza e persino Link hanno un piccolo ruolo, e c'è un maldestro tentativo di rendere operativi Steven Ross e Vera (#356/357), ma poi non vediamo la loro missione. In compenso finalmente vediamo all'opera il triumvirato direttivo (che agisce come agiva quando aveva un capo a cui rispondere). Ma soprattutto l'episodio è il finto seguito ma vero remake del #51, i cui eventi portanti sono menzionati, ma diversi dettagli sono differenti; e c'è un grossolano errore sul dottore mostrato morto nella vignetta ricalcata dall'originale, ma di cui viene ordinata la ricerca. Compaiono comunque quasi tutti i personaggi di quel vecchissimo albo, che, aggiunti al cast attuale, danno l'impressione di aver assistito a qualcosa degno di essere mandato a memoria, nonostante l'intreccio non proprio irresistibile. E in effetti, le intenzioni dell'autore erano quelle: ma poi qualcosa è andato storto, e questo improvvido non-ritorno degli Atlantidei (nel #51 appiccicati da Serra a un riempitivo di un gregario), che a quanto pare non se ne sono mai andati perché assistiamo al reboot della loro prima apparizione, appare una fastidiosa incongruenza, un glitch nella cucitura olonomica che Vigna sta pazientemente tessendo da anni. Non solo: questi Atlantidei millantano una natura oceanica e sembrano ignorare la mitologia mysteriana. Non solo: costoro si permettono di riepilogare la Storia Segreta del Mondo pre umana, anticipando la propria genesi. E quindi chi ha ragione? Loro o gli Elohym di Missione Giove? Sembra davvero assurdo pensare che Vigna si sia incartato con tanta facilità. Certo, era già accaduto con la datazione di Giove e la duplice casa di Nathan, ma anche in quel caso era parso più lecito pensare a rimaneggiamenti post imposizioni redazionali. Che dire: aggrappiamoci a quel paio di allusioni in Missione Giove e nell'ultimo Asteroide Argo e speriamo che ci sia un disegno dietro a tutto ciò. Per il resto, chi vivrà vedrà; e se pure non lo vedessimo, pazienza. Decisamente più congruente è invece l'inserimento di Mister Alfa - versione Vigna - più che altro perché viene suggerita la sua influenza sulla Presidente Kyomi. In effetti, sono entrambi asiatoidi, e noi siamo razzisti: potevamo arrivarci prima. E anche perché, proprio alla fine, Alfa sembra ridurre di molto la portata di questa rentrée mascherona. Forse è meglio così. Arte tradizionale e classicamente gradevole. 


NN #394: L'Essenza dell'Infinito (Rigamonti/Jannì)

"The Mario Jannì Show", in un turbine di layout e grottesco (ed erotismo). Tavole di alto livello si alternano ad altre tipo Edifumetto, ma si resta comunque ammirati da questo veterano che non smette mai di sperimentare. La sceneggiatura, d'altronde, è costruita solo per provare, a raffica, stacchi e montaggi psichedelici. Il soggetto è la sinossi (l'artista pazzoide nello spazio incontra gli alieni artisti). Vabbè. Qualcosa si deve pur mandare in edicola.


(2022-2024)


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