sabato 15 aprile 2023

NATHAN NEVER (7)


Nathan Never Anno Zero #1--6: Giorni oscuri/L'inizio della notte/La vera fine di Ned Mace/Agenti Alfa/Crisi internazionale/L'ultima verità (Vigna/De Angelis)

Miniserie remake dei #18/19, in buona parte superiore a quel Classico. Fantascienza cospirazionista sporca e neverianissima. Inciampa un po' alla fine, quando decide di non essere una vera ret-con e la butta sul metanarrativo già visto (la serie di NN è un fumetto). Peccato. Rimane comunque una versione alternativa azzeccata, con intuizioni che Vigna ha già inglobato nella sua nuova run (cioè ha fatto la ret-con della ret-con).


NN #304: Dove muoiono le stelle (Medda/Bonazzi; col.Celestini)

Riempitivo autoconclusivo colorato (bene) e spacciato per celebrativo. Rappresenta il ritorno in pianta stabile di Medda e della sua cifra stilistica, di cui si sentiva la mancanza. Quindi è un riempitivo autoconclusivo, ma è fatto bene. I suoi albi saranno quasi tutti così. Gli uomini-animali e i livelli bassi della Città non sprofondati indicano che si tratta del nuovo universo post #302/303; o che, più probabilmente, all'autore non importava nulla delle storie vecchie.


Agenzia Alfa #38: I figli del Buio (A.Russo/Dall'Oglio)

Finale della Saga del Buio e di tutta la paccottiglia legata a Kay e alla Sorellanza Telepate, in realtà non finisce. Non solo perché Kay è l'Uni-Mente che si reincarna di tanto in tanto e quindi il suo esordio su AA #10 non era un vero esordio, ma anche perché, con un espediente già usato nei Giganti #8 e #9, l'albo contiene un flashback/flashforward di una storia passata ancora da raccontare (sarà lo Speciale #30). Finale che vira decisamente ed eccessivamente verso la supercazzola fantasy, e il fatto che sia tutto disegnato come un manga da un mangaka vero (che fa anche la copertina) fa piacere all'occhio ma non tanto alla mente, cui tutto questo sembra *altro* rispetto, non solo alle prime storie con Kay di Vietti, ma anche ai #31 e ai #35 della presente collana, con le giacenze riempitive degli altri autori. Per tacer di come la trama effettivamente esordì in Generazione Futuro (sì, tutto questo è lo spin-off dello spin-off dello spin-off dello spin-off). Insomma, meno male che 'sta saga si è conclusa. O quasi.


NN #305/306: Il viandante/Abisso di dolore (Secchi/Calcaterra,Giardo)

Inizia ufficialmente il nuovo corso della serie, la "settima stagione", con il nuovo universo introdotto da Serra nel suo finale. Ed è subito chiara la direzione intrapresa da questo nuovo corso: il remake delle storie vecchie, in chiave più cruda e al passo coi tempi. Premesse che si riveleranno discutibili, ma non qui. Perché questa storia fa il botto, è un capolavoro, o almeno la ricordo così. Addirittura, il primo albo, all'epoca, mi parve il più bello di TUTTA LA SERIE. In realtà, col senno di poi, rammento di più il secondo. Remake, dicevamo: in questo universo, Kwai Chen, il maestro shaolin di Nathan, non è morto nell'esplosione del tempio, ma è diventato un killer quasi disumano. Sullo sfondo, i sensi di colpa di Nathan-2 per gli eventi della tripla di Serra e per la fidanzata Angela, che sembra già sul punto di mollare (invece no). Storia eccezionale, cioè si rivelerà essere una eccezione. Il livello medio si riabbasserà presto quando sarà chiaro che il nuovo corso sarà solo parziale (e opinabile), e che molte saranno le giacenze di magazzino.


Universo Alfa #19: Le cronache di Marte #3 - La caduta di Cydonia (Vigna/Giéz)

Conclusione della trilogia marziano-futuristica. O futurista, visti i disegni frastagliati. Tutta la telenovela si conclude con un "Io sono tuo padre"! Che ridere. Chi sono, infatti, le creature molto simili ai Vriiku di Asteroide Argo venute da non si sa dove? Hanno qualcosa a che fare con gli insettoni del passato ancestrale di Marte versione NN? No, sono marziani del futuro, o del passato, boh, che hanno viaggiato nel tempo. Va bene. Tutto è bene quel che finisce bene, come diceva Garrone in Vacanze di Natale.


Nathan Never Special #27: Gli spiriti della Terra (A.Russo/A.Russo-Chiereghin-Palomba)

Riempitivo-remake delle vecchie storie geoecologiste, tipo Terra ripubblicata nel Magazine. In chiave hollywoodiana e contemporanea, quindi ci sono gli animali mistici, lo sciamano, il militare negro cattivissimo, i mercenari bianchi, l'Onu, eccetera. Russo disegnatore si rifà a Morales, con troppi neri (ahah che razzismo). Palomba (o, come direbbe Serra, "la bella Palomba") rischiara il tutto.


NN #307/308/309: Figli della violenza/La scuola dell'odio/Il vero futuro (Secchi/Zoni,Barbati-Fabiani+Fusari,Stellato-Fusari)

Ben tre albi per una storia alla The Wire che ha la sua ragion d'essere nel terzo episodio, dal titolo che più simbolico ed esplicativo non si può. E metanarrativo, giacché all'epoca si pensava che Secchi sarebbe stato lo showrunner della testata, e invece questo è il suo addio, al punto da portarsi via anche Angela, fidanzata di Nathan per tre storie in totale. Vabbè. Storia forse un po' troppo lunga, però le ultime pagine sono in puro stile Medda. Passaggio di consegne dal sindaco Perkins, che nessuno ricordava, alla sindaca Thaler, che nessuno ricorderà. Tanto sono tutti uguali. Le tavole di Barbati sono postume. Belle cover, finto componibili.


Asteroide Argo #10: Oltre la porta del Tempo (Vigna/Bormida)

Si conclude (finalmente) lo spin-off. Il dottor Anderson muore e Jack O'Ryan rimane sulla Terra preistorica a sbattersi la troglodita gnocca, con cui darà origine all'umanità (?). Gli altri tornano ad Argo e lì rimangono, con Helen Sheldon che si scopre incinta dell'uomo preistorico che si è portata dietro. Conclusione mesta, tutti (ma proprio tutti, anche i detrattori) sognavamo un ritorno di April e Jack da Nathan e soci. D'altro canto, loro sembrano contenti così, per cui.


NN #310: Real History (Munarini-Gualdoni&Rigamonti/Resinanti-Vicari)

10 mani per un riempitivo che ci svela la vera storia del creatore di WhizzKids: è un agente di commercio. Splendida cover e disegni spettacolari, con punte alla De Angelis e dalla qualità costante abbastanza sorprendente. Nathan e Legs dentro a un videogiuoco in realtà virtuale, causata da due esper poverini, con tutte le epoche mischiate, quasi un preludio a Westworld. Insomma, tutto quel che piace al grande pubblico secondo gli agenti di commercio (o quasi, mancano i nudi espliciti). 


NN #311: Il seme della follia (A.Russo/Mandanici)

Toccata e fuga di Russo sul mensile. Riempitivo sulla psicanalisi horror, il solito blob. Kay appare a Nathan come Ann, coerentemente con le idee di Serra. Disegni un po' stitici, ma questo stile ci mancava: non tornerà. Finale corale, con tutti gli agenti tranne Link.


Maxi Nathan Never #13: Illusioni mortali; I cacciatori di Redemption(Perniola/Jannì; Eccher/D.Bastianoni)

La prima storia, di foliazione standard, è il seguito del #277: un episodio che, per motivi insondabili, ci è rimasto vagamente impresso (positivamente). La legge del sequel è rispettata: la magia non si ripete e ci annoiamo discretamente, nel seguire scazzottate e bla bla che con la realtà virtuale hanno poco o nulla a che vedere. Ci divertono i disegni, che ci ricordano i buffi pornazzi antico romani. Buffo anche il cameo dello sceneggiatore. La seconda storia è di foliazione doppia e riporta in scena una vecchia gloria - il disegnatore - cui ormai, per motivi a noi ignoti, sono affidate solo le giacenze. La trama tira in ballo le miniere, i robot, i poveracci del deserto, le multinazionali: tutto già visto e poco appetibile, soprattutto perché narrato come fosse una storia degli anni 1990 - e allora forse capiamo la cosa del disegnatore. Chi è questa Litva che Nathan e Branko già conoscevano? Non me la ricordo, dev'essere nuova. Come se tutto questo non fosse bastato, dal numero successivo la collana diventa semestrale.


NN #312: Il canto di Gaia (Alberti-Ostini/Alberti/ col.Denti)

Il ritorno di un grande ex, ora prestigiosa guest internazionale, è festeggiato con un albo a colori e una storia che ha tutti i crismi della storia neveriana: la Natura del futuro, la new age (il Ritmo Ancestrale caro a Clarke), il dramma, la geopolitica, Nathan in palla (buffo quando si traveste da hipster), impaginazione ariosa, arte espressiva, una bella copertina regular e una variant per il Comicon firmata dallo stesso Alberti. Eppure, tutto questo non è bastato a colpirmi particolarmente. 


Universo Alfa #20: Sezione Eurasia #4 - Phantom! (Ostini/Jannì)

Ultimo episodio dello spin-off di Asija. Sconfitto un deportato dei gulag incattivito, la Sezione viene smantellata (scopriamo che per Elania era una seccatura) e Asija va a surfare. L'artista sostituisce la Platano: non ha la di lei grazia, ma una dignità sì.


Nathan Never Rinascita #1--6: Ritorno alla Terra/Senza tregua/La tela del ragno/L'uomo e la macchina/Spettri/Il richiamo del sangue (Medda/Bonazzi)

Miniserie what if del 2017, secondo remake dei #18/19 e, in generale, delle storie principali dei primi anni della testata. Come Vigna, anche Medda ha seguito il flusso dei ricordi, senza badare puntigliosamente agli eventi, rifrullandoli a suo uso e consumo. Rispetto ad Anno Zero, tuttavia, il risultato è più asettico. Numerose le vecchie glorie che ricompaiono in ordine sparso, da Igor McNally ad Aaron N. Staak, da Andy a Randy, da Aldus a Sawyer, mentre il rapporto tra Ann e Mace viene riletto in chiave intimista, e il colpo di scena dovrebbe essere che Ann diventa autistica perché considerava Mace un padre, ma la cosa accade solo alla fine e non ha il tempo di sviscerarsi. La poca empatia è concentrata all'inizio, quando Nathan addestra i tre shaolin Tony, John e Mike (chissà chi sono). Tra le tre miniserie è la più dimenticabile, ma si tratta comunque di una storia di Medda, e le storie di Medda non sono mai da buttare via. Disegni non esaltati, ma adeguati alle formalità. Simpatiche copertine pacchiane.


NN #313/314/315: Il caso Rose/Il caso Hoover/Il caso Forbes (Vigna/Piccatto-Santaniello,Piccatto-Broccardo-Riccio-Valeri,Piccatto-Santaniello-Valeri)

Una delle pochissime storie-evento degli ultimi anni, tassello del puzzle quantistico-squinternato orchestrato dal Vigna recente. Remake non dichiarato di Anno Zero (remake del remake!), introduce nella continuity "ufficiale" il complottone dei potenti, con tanto di tossetta. Nei sotterranei dell'Agenzia Alfa c'è un Tempio ove è custodito un libro fenicio (?) che contiene la vera Storia dell'umanità! I potenti lo recuperano dopo aver costretto Nathan a bighellonare su e giù per il mondo, in una spy story originale ed intrigante, dove si passa dalle femme fatales agli zombi agli emuli di Lindbergh al Pendolo di Foucault. Una storia ermetica di quelle che piacciono a me, in cui non si capisce cosa c'azzecchi questo con quello, a partire dal prologo con l'esorcismo (!). Tra le altre cose, si scopre (finalmente) che esisteva un Darver negli anni '30 del '900. Arte di una guest in secolare declino, ma quanto è indovinata per una storia come questa? Esaltante. Titoli arrapanti.


Agenzia Alfa #39: On the road; La prima avventura di Betty; Il rapimento; Un mondo migliore (Piani/Barletta; Sammartino/Mattone; Sammartino/Perconti; Fissore/Martusciello-Pizzetti)

Copertina di Simona Denna. La prima storia è tipo The village, ma in strada e con gli automobilisti; l'artista esordisce con un sacco di auto e moto, ma questo dovrebbe essere il futuro. Nella seconda storia, il titolo dice già tutto; la moglie di Sigmund insulta il marito dicendogli tranquillamente che il collega è più figo. Nella terza storia ricompare il chip Neurovega (AA #7), per una classica storia di robot emotivi e inconsapevoli, condita da Luna e patemi vari; quando si dice "è copiare che è difficile!". La quarta è una storia breve turafalle, tra poliziotte corrotte ma poverine e cattivoni utili alla causa. 


Nathan Never Magazine 2017: Giochi di guerra; La ladra; I mille volti di Legs (Serra/De Angelis; Serra/Olivares; AAVV)

Only ristampe colorate all'uopo, di cui la seconda è un albetto di May allegato a uno Speciale Legs, e la terza proprio un albo di Legs (il cinquantesimo, quello tutto metafumetto, con Camboni e Ortolani). Quest'ultima, in particolare, vanta dei colori studiati per far risaltare le varie cifre fumettistiche. 


NN #316: Il dilemma (Ramella-Rigamonti/Forlini)

Giacenza di Agenzia Alfa? In effetti, dal #268, Morrigan collabora con l'Agenzia come procacciatore di agenti... eppure, nessuno lo sapeva, perché da allora era sparito. In questa sua toccata e fuga, ne scopriamo l'immancabile passato peccaminoso e ne assistiamo al riscatto, dopo aver sgominato il consueto ricatto del politico ex amico ora corrottissimo. Poi non lo rivedremo più, pazienza.


NN #317: Ciò che non muore (Rigamonti/Atzori)

Seguito non richiesto del #238, ripresenta l'esper vendicativo Herbert Loomis. Dopo essersi vendicato, viene preso in consegna da Darver: nasce lo spin-off, altrettanto non richiesto, ESP Files, l'ultimo di Universo Alfa. L'artista si rifà vivo dopo diverso tempo, con uno stile dietetico, privo delle generose rotondità a cui ci aveva abituati.


Maxi Nathan Never #14: Death Rally; Il terrore dei mari (Eccher/Vercelli; Eccher/Dakar Meli)

Primo numero semestrale: lo volevamo, eccolo. Nella prima storia, dalla foliazione doppia, Nathan fa da navigatore di scorta a un miliardarucolo viziato durante una Wacky Race. Non mancano sabotaggi e poveri ribelli. Persino Julia ha affrontato una trama simile, ma con ben altra profondità. La seconda storia, di foliazione standard, contiene un paio di sorprese: la prima è che è simpatica, dato che è il finto spin-off minacciato nel #294 con Blue Fever e Wolfman, stavolta imbarcati come pirati assieme alla spalla Nathan, alla ricerca del "forziere di Davy Jones"; la seconda è che nel forziere c'è un tecnodroide, che non si sa da dove arrivi. Dato che il caso rimane aperto e che il lettore sa chi solo aveva i tecnodroidi in casa, è facile ipotizzare possibili scenari. Che tuttavia sarà difficile vedere realizzati. Il disegnatore si è allenato, ma sembra uguale all'altra volta.


NN #318: Chi è senza peccato...] (Eccher/Bertolini)

Riempitivo dagli intenti apprezzabili, sebbene fuori tempo massimo. Un ex membro del Fronte di Liberazione dei Mutati si rifà vivo dopo decenni e mette nei guai Branko. Naturalmente sembra cattivo ma è buono e il tutto rimane autoconclusivo. Però la narrazione è raziocinante e si sforza di restare coerente con la continuity (#55,#63,le due guerre). Ma alla fine cos'ha in mano Branko? Non è il medaglione dell'Ingegnere. Vabbè, come dicono i suicidi, non si può avere tutto dalla vita. Arte elegante ed empatica, con una Città sporca e brulicante come la vorremmo sempre. Il santone che presenta l'e-book è così desueto da essere coerente.


Universo Alfa #21: Esp Files #1 - Paradiso perduto (Gualdoni-Rigamonti/Boccanfuso)

Ultimo spin-off della collana antologica, prossima alla chiusura. Nato dalle ceneri di NN #317, vede in scena l'esper Herbert Loomis, capace di rivedere gli ultimi istanti di vita dei morti, e la poliziotta Maria Reyes, dalla sorella terrorista condannata a morte. Entrambi, ricattati da Darver, indagano su Deep Space, una stazione spaziale privata di cui non avevamo mai sentito parlare. Essa nasconde un segreto: banale traffico esseri umani? No, perché la storia non finisce. 


NN #319: Oltre le linee nemiche (Perniola/Cascioli)

Discreto thriller con discreto colpo di scena, discretamente illustrato. Ma, se non sono indiscreto, non mi è chiaro se il soldato sia già un robot o se sia un clone o un poveraccio ricondizionato. Mica viene detto. 


Nathan Never Special #28: Assassini senza volto (Vigna/Fara)

Storia di uno dei due titolari della testata, ergo remake di un vecchio classico. Stavolta si tratta de La storia di Kathy Teller, NN #56, mischiata col capolavoro Sette piani di Buzzati e con la Morte dylandoghiana (c'è pure un abbozzo malriuscito di filastrocca sclaviana). Storia discreta, se vogliamo anche buona: è l'unica ad avermi spinto a rileggere gli originali, ma così ci ha rimesso, giacché ho potuto constatare che quelli sono di un livello superiore (Buzzati proprio di un altro pianeta). L'assassino Condor qui non è una consorteria di killers, ma l'IA a capo della stessa. Ops, spoiler. L'arte ritorna dopo tanti anni, migliorata.


NN #320: Black out (Gualdoni/M.Rossi)

Il demenziale incipit, con una Ekene particolarmente ritardata, porta il cattivo a causare un black out in tutta la Città Est. I suoi abitanti diventano subito degli animali sanguinari, così Nathan deve farsi ferire ed Ekene è costretta a farsi rapire, mentre girovagano in attesa che Legs salvi tutti. Per fortuna poi si scopre che solo una parte di Città è ottenebrata. Vabbè. Siamo sempre contenti di vedere al lavoro il Marietto Rossi.


Agenzia Alfa #40: Moth; Il fabbricante d'armi (Sammartino/Jacomelli; Piani/Gallo)

Copertina di Fabio Jacomelli. Il quale si fa notare, soprattutto, per la carica erotica delle tavole della prima storia. Trama discreta, inutilmente tenuta aperta in vista di seguiti non richiesti, con ennesimi alieni particellari che invadono gli ultracorpi. Ma quanto sesso! E tutte queste lesbiche che limonano, anche figa a figa, qualcuno pensi ai bambini! Peccato che Tanya sia davvero una zoccola (ci sono le Walkirie, qui). Il collegamento con la Guerra contro le Stazioni Orbitanti qui è abbastanza flebile, mentre è preponderante nella seconda storia. Di più: questa è proprio una giacenza di quegli anni, con Darver capo dell'Alfa e Nathan in completo scuro. Booh. Addirittura il disegnatore non si vedeva dai tempi di Legs. La foliazione è di due albi mensili, ma la cesura tra le due parti è netta, sono più due storie autonome collegate. La prima è discreta, Un giorno di ordinaria follia con inserti involontariamente comici, quali la bambina ciellina ("non si dicono le parolacce e le bugie") in violento contrasto con le troie di Jacomelli, e la morte dell'Agente Alfa Morrison ("mai visto prima", "eh, ormai siamo talmente tanti", AHAHAHAHAHAH). Nella seconda nonpuntata, comunque, il tutto sbrodola in un intrigo scontato e noioso per il quale ho perso interesse pagina dopo pagina, per la solita metanarrativata di Piani. Che albo stramboide. Da qui la collana torna semestrale, ma durerà poco.


NN #321: Fuga da Europa (Pistoia/Toffanetti)

Seconda (in origine prima) prova per lo sceneggiatore, anche questa ruffianamente di attualità. Seguendo pedissequamente un libro (vero) d'inchiesta, Nathan si infiltra tra i profughi in fuga da Europa (il satellite) verso la Terra. Insomma, il messaggio è chiaro. Discreta lettura, ma da un fumetto di fantascienza uno cerca un minimo di allegoria, qua ci sono i camion e i mitra come ai tempi nostri. L'unica sequenza sci fi è spoilerata dalla copertina. 


NN #322/323: Sugli asteroidi/Missione per un amico (Vigna/Giardo)

Ennesimo remake ufficializzato, meno pedissequo di altri e più frullatone (ci sono la Fanteria dello Spazio dai #11/12 e Randy dal #29, ma forse anche il raccontino del Magazine 2015). Eppure si rivela essere una storia dallo svolgimento già visto, con tutte le tappe della "storia neveriana tipo". Un po' noiosetta. I due autori fanno le prove generali delle future storie per l'ASI, con tante tavole ariose e illustrative. Bell'omaggio sgargiante a Star Trek nella prima cover.


Maxi Nathan Never #15: Progetto Nemesi (Zamberletti/Gradin)

Ultimo Maxi a storia lunga, è di un esordiente, una delle spalle zagoriane. Avventura militaresca con la solita WWII e il nazismo esoterico, fasullo però: il mcguffin di turno è la spagnola. Vagonate di retini con qualche disegno: impossibile resistere. 


NN #324: Il segreto di Eve Lynam (Ostini/Pianta)

A questo numero è allegato il #0 di Generazioni. Per l'occasione, è allegato anche un episodio only for fans, dove ritorna lo scienziato del #139, il quale ha creato un biodroide migliore di quello dei #7/8. Non solo: si suggerisce, senza esplicitarlo troppo, che dietro a lui ci siano proprio gli Skotos. Tutto questo è bastato a mandare in brodo di giuggiole gli appassionati, ma non il sottoscritto, sempre più esigente e pretenzioso. Pur essendo un albo con tutti i crismi del buon albo neveriano, comprese la tragedia della povera vittima e i disegni curati di una vecchia gloria sparita per anni senza motivo, non mi ha particolarmente colpito. Ma poi, Evelina? Dai, su.


Nathan Never Generazioni #0: Generazioni (Serra-Barone/Dall'Oglio)

Albetto allegato a NN #324. Presenta il terzo what if del venticinquennale in differita (2016-2018), la miniserie più originale, in cui Serra rivisita tutta la saga di NN in chiave metafumettistica e multiversale. Barone ha rivelato che un elemento di questo prologo è stato poi ufficializzato: è il Mister Alfone mostruoso o la Tri-Mente creatrice di mondi? La seconda, supponiamo.Tutte le copertine sono degli autori degli episodi.

Nathan Never Generazioni #1: Hell City Blues (Serra-Eccher/A.Russo)

Episodio in stile Sin City, già omaggiato in Legs #50, di cui questa miniserie è un rifacimento all'ennesima potenza. Russo sguazza dentro Miller come un topo nel formaggio. L'albo ripercorre la vicenda di Ned Mace, dandogli come mandante Skotos, e riprendendo l'idea vignesca della Laura (qui bionda) vittima/complice del complotto. Si anticipano gli eventi del secondo e del quarto episodio. Andy e Sigmund si prestano bene al noir. Da segnalare la presenza del "City News" come negli anni 1990.

Nathan Never Generazioni #2: Il guerriero della polvere (Serra-Eccher/Corbetta-De Biase)

Episodio in stile Ken il guerriero. In realtà - ce lo ha detto Eccher - avrebbe dovuto essere un vero tankobon di 300 pagine disegnato come un manga, ma poi è tutto stato riportato in un alveo più bonelliano. Nathan ritrova Mace e Ann, mentre Skotos fugge con Laura. Arriva Legs e Sigmund diventa buono. Tutto sommato, non colpisce particolarmente; diverte soltanto il "jeet kuune dooo".

Nathan Never Generazioni #3: I dominatori del cosmo (Serra-Eccher/Bormida)

Episodio in stile Flash Gordon e Star Lord, giustamente disegnato dall'artista di Asteroide Argo. Ecco Branko, May e Link (che parla con i trattini tra le parole) ladri interplanetari assieme a Nathan e soci, arruolati dai reggenti Darver ed Elania (delegati del sovrano Alfa) per recuperare il cristallo della realtà dalle grinfie del "Kal" Skotos, con l'aiuto della traditrice Janet. A scriverlo, è simpatico. La storia, invece, è un po' moscetta, ma si legge. Il ruolo di Ann è misto a quello di Kay. Omega si attiva.

Nathan Never Generazioni #4: Base Lunare Alfa (Serra-Barone/Giardo)

Episodio in stile Jeff Hawke e Spazio 1999. Rifacimento degli eventi del #301, con Omega che assedia e attacca e lo sterminio dei buoni. Restano solo i quattro principali. Sulla Terra, con Elania, c'è Reiser al posto di Darver, forse perché le cose sono migliori? Mah. La cosa più suggestiva, naturalmente, è che la storia è a strisce e le pagine interne sono pubblicate in orizzontale, come le Yellow Stories di Topomistery. Ma il meccanismo delle strisce non è sfruttato granché, non hanno una grande autoconclusività interna, sono quasi tutte di due vignette. Pazienza, sono ben disegnate. Il finale è quello che speravamo e volevamo: Omega è Laura. 

Nathan Never Generazioni #5: L'era delle chimere (Serra-Barone/Raho)

Episodio steampunk, non ricordo esattamente cosa intenda omaggiare, ma diciamo che riprende alcuni elementi di Greystorm. Molti i riferimenti/rifacimenti, dai Link oscuri agli uomini-tigre (con i soliti Frankenstein e Moreau), passando per l'omicidio di Reiser stile Saga Alfa, con Legs offesa, ma soprattutto per la crescita di Ann e la sua trasformazione in tecnodroide, che rimanda all'epopea degli albi Giganti #6-7-8. E quando Laura/Omega rivela la sua natura, proprio di tecnodroide, abbiamo la conferma ufficiale di quanto ipotizzato nei #301/303, cioè di come la trama di Omega avesse dovuto essere, in origine, la trama dei tecnodroidi. Tutto è chiaro e lampante e soddisfacente, sebbene il fumetto in sé non sia entusiasmante, e questo ci basta. Arte pregna di esuberanza giovanile.

Nathan Never Generazioni #6: Gli Alfa e gli Omega (Serra-Barone/Dall'Oglio)

Episodio mangaka, disegnato dal mangaka vero. Ma con le correzioni italiane (formato, verso di lettura). Il riferimento è Knights of Sidonia. Nell'universo sono rimasti solo Nathan, col suo esercito di cloni di sé stesso, e Omega/Laura, tecnodroide onnipotente e divoratore, impegnati in una guerra atavica ed eterna. Ma in realtà ci sono anche Ann e Legs. L'albo soffre della mancanza di tutti i passaggi in cui Legs trova Ann, e anche quelli in cui la recupera e rinsavisce sono in modalità avanzamento veloce. Il finale è il più ovvio: i genitori devono morire, la figlia deve farsi la sua vita con l'amica del cuore. In sostanza, più che un episodio, un riassunto, ma bisogna dire che tutta la (o)megastoria di Serra, che parte dalla Fratellanza Ombra e arriva fino a qui, è stata degna di essere letta.


Universo Alfa #22: Esp Files #2 - I figli dell'Eden (Gualdoni-Rigamonti/Fiorelli)

Seconda e ultima parte dell'ultimo spin-off della collana, che qui si chiude (e finalmente, possiamo aggiungere). Ma è una truffa: la risoluzione del caso - dietro a tutto c'era un ex nemico di Darver, un telepate che aveva fondato uno Stato di banditi nel Territorio - si conclude con Darver che, in qualità di Presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, espropria e si appropria di Deep Eden, minacciando di farne qualcosa. Cosa? Il curatore ci dice che lo sapremo, forse, chissà quando. Vabbè. Lo stile legsiano di Fiorelli batte quello sporco di Boccanfuso. Darver è amico di Samuel L. Jackson.


NN #325: I reduci di Mellow Shore (Eccher/Vitrano)

Riempitivo tecnicamente più che discreto, con disegni un po' schizzati ma neveriani e tanta "microcontinuity" (come la chiamano i fans, i lettori non steroidei). Ecco dunque i veterani della Guerra dei Mondi, abbandonati a loro stessi, ecco Nathan che fa la morale a Darver e viene zittito, ecco Nathan e Legs che deridono i complottisti, perché in questo universo non c'è Martin Mystère. Non essendoci Martin Mystère, ecco Springheeled Jack, anzi no, è un copycat (il gatto imitatore). Nonostante tutto il cucuzzaro, ci si annoia un po'. 


Agenzia Alfa #41: Nora; Il Signore del Buio (Garagiola/Bormida-Palomba,Regazzoni; A.Russo/A.Russo-Palomba)

Copertina di Alessandro Russo e Francesca Palomba, gli autori della seconda storia, la principale del volume. Dopo le rivelazioni del #38, alla saga della Guerra del Buio non resta che sistemare gli ultimi tasselli del puzzle, seguendo la spirale. In questo tassellone assistiamo all'ultimo risveglio di Kay, in un futurissimo in cui però sono ancora tutti vivi e reincarnati. Davvero esilarante scoprire chi è realmente il saggio Tsu, il santone manga che fa da mentore a Kay. La chiusura è di nuovo a cerchio, e all'ultimo risveglio segue il primo, quello dell'ormai remoto #10 della collana. Qualunque lettore con un minimo di accortezza sa che tutto questo romanzone di fantasy spiccio per giovani adulti non era certamente nei piani originali di Vietti, ma d'altro canto quello fa Dragonero, per cui chissà. Di certo è che, anche per un non appassionato di tutta questa paccottiglia, è difficile rimanere schifato dalla lettura di questa saga, in cui ogni episodio è collegato agli altri alla vecchia maniera, costringendo ad usare memoria ed intelletto per collegare i vari passaggi. La prima storia, invece, è il solito amore tragico e non binario di Legs (una ginoide comandata da una disabile moribonda), una scusa per riavvicinarla a Tanya; è divisa in due parti perché se no non potevamo leggerla al più presto.


NN #326: Il confine della realtà (Crippa/Martino)

Riempitivo sul tema videogiuochi e viuulenza. Sceneggiatore lecchese di respiro internazionale, esordiente. Disegnatore tornato dopo anni. Tutti a loro agio in una classica storia usa e getta dal titolo a effetto.


I Romanzi: Nathan Never (Miriam Dubini)

Romanzo della linea Young Adult della SBE, con Nathan ragazzino, in continuity (non si sa con quale universo, è a scelta). Non celo. Uscito postumo o quasi, l'autrice è morta qualche giorno dopo.


Nathan Never Magazine 2018: Fantasmi a Venezia (Serra/De Angelis)

Ristampa ricolorata del quarto Speciale. Tra i vari servizi, c'è anche il primo capitolo del romanzo della linea YA Bonelli di Myriam Dubini.


NN #327/328: Il poeta/Repliche umane (Vigna/Toffanetti)

Forse la storia più ambiziosa di sempre, il remake definitivo: quello di Blade Runner (il film), in competizione con quello di Verstappen, come si chiama?, Villeneuve. Tutta giuocata sul confine tra realtà e menzogna, tra raziocinio e allucinazione, tra eros e thanatos, la trama - che c'è - appare secondaria e sfuggente, come nel film di Scott, e in questo vince nettamente su BD 2049. Tuttavia, la lettura è meno armonica della visione del film del 1982, più frastagliata e scombinata, quasi ostica, ed è di difficile valutazione. Certo, è una storia da rileggere almeno una volta, ad averne l'occasione. Ricordando che è una storia multimediale, dato che si accompagna ad alcune poesie (musicate?) e ad alcune illustrazioni libere che i due autori realizzarono in contemporanea. Ad un fumetto così strettamente connesso al suo paratesto non può che accompagnarsi una doppia copertina componibile e un allegato metatestuale, le figurine per l'album di Tex, abbinate al #328. Nota di colore: nel più autoconclusivo dei Graphic Novel della serie compaiono vari riferimenti per iniziati, dai Pretoriani all'Omegalopoli di Mac (unicum, peraltro), e lo stesso Vengeance è un personaggio dei vecchi Almanacchi che non avevamo mai visto in faccia.


Maxi Nathan Never #16: Missione nel sottosuolo; Mercante di morte; Il destino di Keron (Gualdoni-Rigamonti/Busticchi&Paesani; Zamberletti/Santoro; Cajelli/Busticchi&Paesani-Jannì)

Da questo numero, la copertina è di Davide Gianfelice, anche se qui non è accreditata (cambiamento dell'ultimo minuto). Contiene le prime storie postume del compianto Busticchi. La prima è tutta disegnata da lui&consorte, ma sembra quasi di scorgervi Jannì. Una storia di fantascienza indie contemporanea, nello stile dei film indipendenti che poi diventano cult. Nulla di nuovo, ma buona. Nella terza, invece, è intervenuto davvero Jannì, ma non lo si nota. Trattasi della seconda prova neveriana di Cajelli: c'è il ritardato che diventa colto e soffre, tipo Algernon di Keyes (che era il topo, in realtà), i soliti banditi dei bassifondi, eccetera. Il finale è buono. Da segnalare buffi dialoghi scientifico-pignoli per laureati. La seconda storia è di altri autori, ma anche qui sono cose già viste, ed è il seguito tematico del #325 (menzionato). Troppi mitra e troppe moto, ma si fa notare per lo scazzo di Nathan al cinismo di Elania: is this a continuity reference? Peraltro, il colpevole la fa franca. Boh.


NN #329/330: Angelita/Le colpe dei padri (Perniola/Oskar)

Figurine allegate al #329, che vanta pure una bella copertina. Storia doppia vecchio stile, di stampo corale, con tutti gli Agenti che fanno qualcosa, Link utilizzato, piccole bugie tra amici. Elania complotta perché ricattata: è continuity? Origini tragiche pure per Mendoza, ora dotato di nipote ribelle tutto pepe. Niente entusiasmi e niente noia, la prima puntata è più interessante della seconda. Bei disegni di un'artista sottovalutato che sa usare vari stili. Insopportabile l'italo-spagnolo. 


NN #331: Codice Fantasma (Porretto&Mericone-Rigamonti/Mandanici)

Arte strabiliante nella prima cinquantina di pagine, ariosa e curata, wow. Come si dice? "Lo sapevamo che questa era brava, però". Poi cala, abbastanza vistosamente nelle anatomie, in un paio di casi sembra quasi un altro disegnatore. Boh? Soggetto di due autrici blasonate, ma che in Bonelli non riescono mai a brillare. Anche qui la storia è quanto di più trito ci si possa immaginare, ma si fa leggere, e il finale lgbt+ non è pedante. Non è chiaro quale sia l'intervento di Rigamonti, forse l'ariosità delle prime pagine? Il layout? Riempitivo discreto, migliore di altri recenti.


Nathan Never Special #29: Joseph & Mary (Medda/Bonazzi)

Se non è Vigna, è Medda, e se è uno dei due, è remake. Episodio del Dick, dunque un po' Occhi di uno sconosciuto, un po' Sogno della farfalla, che offre la versione di questo universo della storia di Gabriel e Mary (Speciale #2 e #30, qui lei è solo una tizia qualunque su di una foto), tramite una chiave teologica e cristiana palesemente manifesta (titolo e non solo). Sappiamo già che un fumetto di Medda va preso per quel che è, senza cercarci troppe cose, e anche in questo finale aperto (chi è il "Gabriel" di questo universo che genera visioni tipo Zona morta?) va letto simbolicamente. 


NN #332: Etherea (Salati/Masala)

Riempitivo che più neveriano non si può, sebbene scritto da un esordiente totale (in Bonelli). Per nulla originale, non troppo avvincente, acquisisce qualche punto grazie alle dediche funebri verso Dubini,Pueroni,Lippi. L'arte rispecchia la storia: buona plastica, tanti retini. Quindi questa IA è ancora nello spazio?


Agenzia Alfa #42: Il castello degli immortali (Piani/Zoni)

Copertina dell'artista di turno, Ivan Zoni. Ultimo storione, in incognito (all'epoca non lo sapevamo). Giustamente è di Piani, che in queste mattonate è stato maestro. Spunti mysteriosi che ci fanno piacere (homunculi, alchimisti eterni), diluiti in soluzioni semplici e tanta azione. Non è in contraddizione con le vecchie trame di Vietti e con le nuove di Vigna? O forse è un altro caso di olonomia. Vi agiscono Igor McNally (creato da Piani e Ostini, ricordiamolo) e Varley di Sezione Eurasia.


NN #333: L'amore uccide; Tracce di verità (Perniola/Di Clemente; Rigamonti/Romeo)

Albo a due storie, lascito del fu NiNo. La prima è una giacenza di quei tempi, con addirittura un disegnatore che poi è stato cacciato, o forse è ritornato apposta e con uno stile meno piatto, ma che comunque sembra di quei tempi; anche lo sceneggiatore è ancora ai livelli pre-declino (o pre-malattia), quindi è una storia in cui tutto, ma proprio tutto, è visto e stravisto, ma è comunque ben fatto e non annoia. Il fatto che ci mostri l'ennesimo flashback pre #1 (l'arrivo di NN nella sua prima abitazione), con l'ennesima retcon backdoor tragica, è una strizzata d'occhio secondaria. La seconda storia è la parte zero della doppia dei #335/336 e presenta elementi interessanti che tuttavia non verranno approfonditi. La protagonista è Elania, giacché, è bene ricordarlo, i suoi patemi costituiscono, di fatto, l'unica sottotrama orizzontale post #303 e pre #343. Copertina bella e sensuale, ma ingannatrice.


NN #334: Rapimento alieno (Medda/Pianta)

Esercizio di stile pulito e curato, manifesto solo all'ultimo istante, quando si capisce come andava interpretato ("Francamente, me ne infischio"). Gli alieni sono cloni, ma la storia non sembra essere del tutto conclusa. I remake sottesi sono quelli delle storie ufologiche (#122,#201/202; guarda caso, sono sempre quelli ristampati nelle antologie da libreria: c'è un complotto, dietro?).


NN #335/336: Elania è scomparsa!/Incubi e paradisi (Rigamonti/Belardo,Busticchi&Paesani)

Prosecuzione di Tracce di verità (#333), getta un po' al vento le premesse di quella vicenda e riduce il tutto alla vendetta della vecchia fiamma di Elania, che la vuole a tutti i costi, allora le dice che ha un figlio, ma in realtà è il figlio di un'altra, in una sorta di prefigurazione di A un passo dal cielo 5 (ops, spoiler). Ma il lettore neveriano sa bene che questo Matthew è il Matthew di Terra-1, e si aspetta sempre qualche accenno a proposito, invece non frega un bazzo a nisciuno. Anche il discorso della paternità, forse, lo aveva affrontato meglio Secchi nella tripla, e senza fare chissà che. Disegni discreti, che aiutano a seguire la narrazione senza farsi distrarre da altro. Nonostante tutto, è una delle poche storie di questo periodo con la continuity, perché Nathan ed Elania si baciano di nuovo. Poco sfruttato, invece, il ritorno ad interim di Darver alla guida dell'Agenzia Alfa, durante l'assenza di Elania. Probabilmente i piani erano altri. Bella copertina spoiler della seconda parte. Al #336 è allegato il #0 di Odessa.


Maxi Nathan Never #17: Inferno verde; Nemici invisibili; Scambio di vite[/b] (Sammartino/Busticchi&Paesani-Jannì; Secchi/M.Rossi; Gualdoni/Vercelli)

La prima storia dev'essere l'ultima effettivamente realizzata da Busticchi, giacché da una pagina all'altra i disegni diventano grezzi e improvvisati, evidentemente sfornati in fretta e furia. Ha dalla sua l'ambientazione inusuale, la Grande Depressione Occidentale, cioè l'Amazzonia, finora solo lambita in un paio di vecchie storie (una menzionata), e il vago omaggio a Mister No; a parte questo, non è proprio entusiasmante. L'india coi poteri e il fiume subbacuo, mah. La seconda storia è una giacenza di Agenzia Alfa e sorprende per riportare ai testi un autore che credevamo perduto. Scopriamo che lo psicologo dell'Agenzia, Julius Herschfield, ha un contratto di collaborazione e che, nella vita privata, abita con una bambina che lo chiama per nome e con un robot uguale a lui, con cui conversa. Lo vediamo fare il cipollone con Elania, che arriva pure a sbattersi, mentre risolve il caso prima di Nathan. Proprio lui è la nota negativa dell'episodio, soprattutto quando comincia a fare il martire gelosone. Vabbè. Comunque, solo Secchi poteva realizzare una storia di soli dialoghi, perlopiù banali, ma senza farli apparire vuoti e noiosi. Rossi è totalmente inadatto a NN, ma noi piace sempre. La terza storia è una gualdonata di quelle da alzare gli occhi al cielo mentre si scuote la testa. Trattasi del remake di un classico di MM, quello che ha reso celebre Mister Jinx (e che ha prodotto il MM robotico). Solo che Mister Jinx, nel futuro di NN, è ancora vivo, e il lettore neveriano lo sa, ma questa storia se ne sbatte allegramente e ci ripropone un'idea vecchia spacciandocela per nuova. La mettiamo nel filone dei remake in continuity e ridiamo dell'ultima tavola, copia-omaggio del più famoso DD di Chiaverotti. Disegni da vecchia gloria in decadenza.


NN #337: Il passato è una terra straniera (Vigna/Giéz)

Rincaro! Come palliativo, Airoldi allega un Poster faidate e Vigna un episodio ancora più ambizioso de Il poeta. Un only flashback ambientato a Gadalas, coi personaggi tutti giovani ricordati dal Nathan anziano, come nei vecchi Almanacchi della Fantascienza. Per la precisione, la rubrica tira in ballo l'Almanacco 1995 e i #58/59, ma la plateale retcon è dell'episodio La giovinezza di Nathan Never dell'Almanacco 1996, qui completamente riscritto con l'aggiunta di una telenovela sentimentale che a molti, tra i quali l'estensore di queste righe, è parsa decisamente evitabile, se non imbarazzante: il giovane Aristotele Skotos se la faceva con la madre di Nathan e si è incattivo a causa del di lei gran rifiuto. Bah. E si capisce subito quando anche l'editore trova discutibili le scelte di Vigna: le affida a Giéz.


Agenzia Alfa #43: Inferno di silicio; Echi dal passato (A.Russo; Rigamonti/Arduini-Trerè)

Copertina di Ivan Zoni, riferita alla seconda storia, l'evento del numero. Si tratta di un cross-over triplo, in cui Nathan Never vive delle avventure di geopolitica spiccia, mentre May indaga su media stupri e bigottismo; in mezzo, agiscono i personaggi di una storia di Greystorm, per la precisione di quella pubblicata a posteriori nella collana Romanzi a Fumetti Bonelli (quindi il cross-over è quadruplo; per i veri nerd è quintuplo, dato che Nuova Londra fu teatro di una vicenda di Legs). Non è una sorpresa, il tutto è spoilerato impietosamente a partire dalla rubrica, e fin dalla prima tavola si capisce quando e in che modo le tre trame convergeranno. Tuttavia, la lettura scorre abbastanza fluidamente, e giusto dopo un centinaio di pagine si sbrodola un po' addosso, per poi chiudere di botto. Ma soprattutto, questa è l'ultima apparizione della disegnatrice, la "Freghieri donna", la moglie di Filippucci, un'artista il cui stile è sempre parso adeguato al mondo Bonelli e che avremmo voluto più sfruttato e valorizzato. La prima storia, invece, fa parte della Guerra del Buio, e si colloca tra le vicende del #38 e quella del #41. Protagonisti sono i comprimari folkloristici del #38, quindi è sostanzialmente uno spin-off. Ebbene, confessiamo che questo western futuristico non ci è dispiaciuto affatto, mentre ci è dispiaciuto dover salutare questi personaggi copiati ma iconici. Anche sul piano grafico, l'autore è stato bravo a copiare nel modo giusto. Il cattivo è un tecnomorfo, ma finché non ce lo hanno detto, non ce ne siamo accorti. E, a sorpresa, con questo numero, dopo ventidue anni, chiude una delle più bislacche testate Bonelli di sempre.


Nathan Never Magazine 2019: Cybermaster (Vigna/De Angelis)

Ristampa ricolorata del primo Speciale, con servizi dedicati al genetliaco dell'allunaggio.


NN #338/339: Attentato in Memorial Plaza/Sfida alla Genetech (Eccher/Di Clemente-Bertolini-Mangiantini,Cascioli)

Doppia drammona ma buffa, per svariati motivi. Perché è una retcon delle vignate coi potenti che non sono quello che sembrano. Perché Darver ed Elania battibeccano come fidanzatini. Perché la prima puntata ha i disegnatori mescolati a caso. Perché è l'ultima di Di Clemente, sbattuto su Julia. Perché vi agisce un'agenzia privata uguale e contraria all'Alfa, con la "Legs" che muore subito e il direttore che è il cattivo. E, soprattutto, perché la controparte di Nathan è omosessuale, ma questa è la sorpresa della storia, e Nathan non se ne accorge, nonostante quello parli sempre di moda e drink, almeno finché non si ritrova la lingua in bocca (da un moribondo, peraltro). Lol.


NN #340: Un mondo di bambole (Fissore/Zanella)

Riempitivo di esordienti veterani: per compensare il gay della storia precedente, ecco i cloni puttane loro malgrado. 


NN #341: L'ultima indagine (Rigamonti/Santoro)

Noir hard-boiled americanoso, che di fantascientifico non ha proprio nulla. Il cattivo è Jason Statham. Peccato, l'arte era discreta.


Maxi Nathan Never #18: Lo spettro di Myriam; Le montagne della paura; Lo schema dell'assassino (Fissore/Boccanfuso; Garagiola/Di Clemente-Corbetta; Piani/Da Sacco-Santoro)

Ultimo Maxi, a sorpresa. Ultima infornata di giacenze? Il grosso dovrebbe essersi esaurito, le poche rimaste saranno riadattate. Nella prima storia c'è il killer di ricordanti, che ci fa pensare che l'argomento avrebbe meritato maggiori approfondimenti (i ricordanti sono ormai anacronistici). Si fa notare per la menzione del MM robotico, che contraddice pesantemente la continuity di Vigna in cui egli non esiste. La seconda storia è un survival thriller: trappola sulle montagne rocciose, doppi giochi, lupi giganti; dovrebbe essere mozzafiato, ma ci ha annoiati. Si segnala per essere raccontata come una fiaba da un remoto futuro (? un altro??) e per essere disegnata ancora da uno che non dovrebbe più esserci. Nella terza storia, ecco il killer di fobici. Noiosetta e disegnata come nei tardi anni 1990, presenta elementi inusuali quali i rumeni e una che sbaglia sempre il cognome di Nathan. Il suo pregio è aprirsi con una citazione letteraria tratta da un romanzo di Clive Barker (?!), per poi farci conoscere la bella poesia "The road not taken" di Robert Frost.


Nathan Never/ASI: Stazione Spaziale Internazionale (Vigna/Giardo/ col. Romina Denti)

Volume cartonato didattico-celebrativo. Nathan Never incontra Luca Parmitano, comandante dell'ISS. Cosa c'è di più disneyano? Per Vigna è comunque una storia in continuity da prendere sul serio. Se è vero che per l'occasione viene ripescata la stringa di energia che portò alla creazione di Asteroide Argo, durante la lettura è più che evidente lo scopo promozionale e divulgativo del fumetto, con tutte le morali e le moine del caso. La trama è abbastanza esile, però coerente con gli intenti: l'indagine di Darver (!), per una volta buono e sano di mente, volto a trovare la spia dei Pretoriani marziani, non è buttata lì per metterci una indagine nel mentre che Nathan ammutolisce e conversa, ma è in voluto contrasto con la frase meme di Parmitano per cui "dallo spazio non ci sono confini". Ripubblicato in albo a Marzo 2020, con una seconda intervista in aggiunta alla prima. In entrambe scopriamo che Parmitano è una specie di tuttologo capace di fare tutto: Pico de Paperis + Archimede Pitagorico + Indiana Pipps. Astrosamantha gli innaffia le begonie. Bei disegni, bei colori, bel prodotto: e forse, più che a Topolino e Rat-Man con Nespoli, fa il verso a Star Trek che incontra Stephen Hawking.


NN #342: L'uomo al comando; L'origine del Buio (Medda/Casini; A.Russo)

Ultimo (?) albo a due storie, lascito della confusionaria gestione post NiNo. La prima è una storia progettata per il Magazine 2016. Un'autoconclusiva in cui Medda fa il remake sintetico delle sue vecchie storie coi centozampe (Colonie, ecc.). Mi pare che nel vecchio universo Nathan avesse già cavalcato un vermone, mentre qui sembra farlo per la prima volta. Ma forse ricordiamo male o abbiamo capito male. Diciamo che qui scopriamo che i centozampe si possono guidare a ultrasuoni (anche questo ci sembra non essere novità, ma non abbiamo prove a nostro favore). Nelle storie di Medda l'importante è il non detto, e qui bisogna fare molta attenzione al titolo, posto subito prima di una saga al cui termine Nathan farà una certa cosa (va bene, lo farà dopo la saga, ma ci siamo capiti). Idem per l'erede che non vuole ereditare ma fare il leader a modo suo. Casini ai disegni è come ingozzarsi di nostalgia. La seconda storia è un ennesimo tassello del puzzle della Guerra del Buio, per la precisione di quello preannunciato come flashback/flashforward nel #38 di Agenzia Alfa, ed è anche il prologo dello Speciale #30. Eppure è anche una storia autoconclusiva, non esaltante, ma diciamo che, a questo punto, assistere alla genesi del Buio nel presente della serie, ha un suo fascino masochistico.


Nathan Never Special #30: Dentro il Buio (A.Russo/A.Russo-Palomba)

Copertina in linea con quelle di Intrigo Internazionale, fuori luogo, perché questo è il finale della saga del Buio. Finale dal punto di vista neveriano, per Kay è l'inizio (finisce che rimane con le Telepati: non la rivedremo più sul mensile? Speriamo). La narrazione prosegue il prologo del #342, pubblicato il mese prima, ed insiste nell'accostamento con Peter Pan, già inaugurato nel suddetto #342 e nell'AA #41. Felicemente, direi, dato che Barrie è uno dei numi tuterali di NN da sempre, dunque questa di Russo non è una scelta dettata dalla moda. Ritrovare isole che non ci sono su NN è normale, è come essere a casa. Per quanto tutta la saga si regga su questo impianto fantasy per adolescenti di bocca buona, le cui letture più impegnative sono i commenti degli youtubers, Russo ha fatto un eccellente lavoro nel riuscire a rendere digeribile questa roba al lettore neveriano, integrandola nel già scombinato worldbuilding della serie. In sostanza, quando Nathan arriva al Tempio della Sorellanza, invisibile in mezzo all'oceano, e fa il bimbo sperduto sullo scoglio dell'abbandonato, accompagnato dal drone senziente Trilly, beh, sembra proprio il NN "che abbiamo sempre amato" (cit.), quello di Serra (mente dietro le quinte di tutta la saga) e delle sue fan fiction dei tempi d'oro. Anche sul versante grafico, come in altri occasioni, Russo ha copiato bene: non c'è nulla che non sia già visto, ma è ben fatto; belle cover di disegni famosi. 


NN #343/344: Ostaggi!/Tradimento (Medda/Mortarino,Denna) [Intrigo Internazionale 1di9-2di9]

Dopo 100 numeri gli autori riescono a fare ciò che, ai tempi della Guerra dei Mondi, non fu loro concesso (Nathan lasciò l'Agenzia nel #242 rientrò nel #243). Per il lettore comune forse è una sorpresa, per l'utente del NNForum è il segreto di Pulcinella. Raro Medda di continuity e storia che non è altro che un prologo (doppio, peraltro). Eppure piace per via della sua autoconclusività interna, nonostante il finale può essere letta come una "normale storia di Medda". Prosa asciutta, dialoghi curati, arti posate: un gradevole thriller geopolitico. Fracca di nomi propri di persone e Stati: come è giusto che sia. Il casus belli di tutto è la caccia al terrorista Yasser Zaghan, protetto dalla Federazione, col benestare della debole Elania (da qui lo scazzo di Nathan). Ha una logica la trovata della bambina autistica.


NN #345: L'altra metropoli (Vigna/Vercelli) [Intrigo Internazionale 3di9]

La saga uscita con dieci anni di ritardo prosegue come avrebbe dovuto all'epoca: lasciata l'Agenzia, Nathan è dall'altra parte della costa (a Tropical City, però, non nella Città Ovest) e fa il detective privato (per ora d'albergo). Così Vigna può finalmente proporci il suo Nathan Noir, con tanto di cantante vamp vittima non proprio innocente. Il pretesto è buono per riproporre un Nathan solo e incinicito, e d'altro canto noi sappiamo benissimo che Blade Runner, tutto sommato, è un noir. L'accostamento è sicuramente azzardato, ma diciamo che le atmosfere squallide e afose sono ben rese. A sorpresa, lo stile dell'artista - costante nella sua involuzione - si rivela adatto a questo clima. In realtà, l'episodio è un riempitivo ed è il remake parziale dell'Almanacco 1993, ma il suo ritirare in ballo i traffici di Skotos, da una prospettiva a posteriori ovviamente, potrebbe essere indice di possibili trame future (non di questa). Insomma, una parentesi gradita in quanto tale. I robottini disneyani completano il ritorno al passato, anche se forse finiscono per ricordare più le pecionate del mensile di Legs (comunque la riflessione su animatroni e robot è interessante).


NN #346: La scena del crimine (Vigna/Boccanfuso) [Intrigo Internazionale 4di9]

Ancora una parentesi noir del Nathan detective faidate, stavolta come tassista. Omaggio a Lazarus Ledd? Prosegue il remake di Vendetta Yakuza, con una storia diversa. Gente sporca in una città sporca, all'ombra delle palme e a ridosso del mare. Caso a base di puttane e nudi, tra cui una minorenne. Ad aiutare Nathan, l'esordio di Leonard Caretta, da Ed McBain. Curiosamente, sua moglie si chiama Betty e non riescono a procreare. Mmmmm. Arte meno hard boiled e più poliziesca, in tono con la storia. Se queste storie non facessero parte di questa trasferta forse le criticheremmo di più (anche perché l'originale di De Angelis non si batte), ma così riusciamo a prenderle come una meritata vacanza dal solito tran tran (realisticamente, in vacanza si fanno le stesse cose che si fanno a casa, ma in un altro posto e con altra gente).


NN #347: La prossima vittima (Vigna/Fiorelli) [Intrigo Internazionale 5di9]

La parentesi comincia a chiudersi, come si evince dagli stacchi su Elania e Legs. Alla fine del caso di turno, Nathan ottiene da Caretta una traccia per riprendere la trama di Medda. Come nei due episodi precedenti, in altri casi a un caso del genere non avremmo fatto caso, ma si dà il caso che, in questo caso, la casualità non sia casuale. Inquietante l'energumeno col volto di bambino (sicuramente ripreso da qualche storia che non rammentiamo), per adulti la tizia ignuda e stuprata. Qui Tropical City già comincia a farsi da parte, la vediamo solo all'inizio, quando ci viene presentato l'ufficio ufficiale del Detective Privato Nathan Never. Peccato. Però scopriamo - dopo quasi trent'anni - che il Giappone del futuro si chiama Prima Repubblica Orientale. Ah, il caso ha a che fare di nuovo coi ricordanti, come nel #345; ma questo sembra proprio un caso. Casarola. 


Nathan Never Deep Space #1--3: Yari Kiran/Il pianeta vivente/La rana e lo scorpione (Perniola/Corbetta,Denna-Calcaterra,Calcaterra-Dall'Oglio)

Copertine di Ivan Calcaterra e Gianmauro Cozzi. Il primo funge anche da visualizer o come si dice, concept art supervisor. E disegna qualcosa nel secondo e nel terzo albo, ma nel secondo è irriconoscibile. Riempitivo-giacenza del NiNo, che per foliazione e tematica (un Agente Alfa alieno) non si sapeva dove cacchio pubblicare, specialmente dopo la chiusura dei Maxi. Rinviata per anni, dopo aver sfiorato la pubblicazione in volume, è diventata la miniserie del 2020 (oramai è un appuntamento fisso). Eccessivamente strombazzata dal curatore (per carità, è il suo lavoro), è una storia pedantina e con uno stacco grafico troppo netto tra Dall'Oglio e gli altri. Avrebbe voluto essere anche una storia social warrior, ma i preconcetti di Nathan non sono poi così sviscerati. Alla fine, è tutto sparatorie e tute attillate, e l'identità del tizio è il segreto di Pulcinella. Naturalmente, questo pianeta alieno spuntato dal nulla è in contraddizione pure con le storie recenti, così come l'approccio leggerino dell'Alfa (ah, un alieno; favorisca i documenti, prego). 


NN #348: Il cimitero dei giganti (Medda/Giardo) [Intrigo Internazionale 6di9]

Riempitivo nel riempitivo, trasferta a New Tokyo. Caso procedural-verticale che, a sorpresa, proprio all'ultimo istante si scopre connesso alla macrotrama. Nathan menziona il #9, ma la storia ce ne ricorda di più un'altra, che però al momento ci sfugge (una di Legs?). L'importanza di chiamarsi artista: quando c'è il disegnatore di punta della serie, è tutta un'altra cosa. Narrazione asettica, tipica del Medda recente, ma le riflessioni sono quelle dei tempi d'oro. Che bella la storia della guerra civile nipponica a base di robottoni, poi abbandonati nella Foresta dei Suicidi; e com'è neveriana la storia del trio di amici, poi divisi dalle scelte di vita. Solo che, viste le mie, avrei voluto più Foresta e meno uffici, e magari qualche chiacchiera in meno e qualche panoramica in più. Pure New Tokyo non si vede molto.


NN #349: Tigre (Medda/Maresca) [Intrigo Internazionale 7di9]

Albo a metà strada tra il riempitivo-remake e l'episodio di continuity, è entrambe le cose. La trama ricorda pesantemente una già letta: quale? Forse NN #187/188? "Nathan Jussup" viene dai #173/174; l'attentato boh. Comunque godibile, seppure scontata. Non è vero, però, che non vi è ambiguità: non viene mica detto che il ragazzino si sveglierà. Parallelamente, prosegue la macrotrama: come ci aveva promesso nel #347, Larson è a Tropical City, così Nathan va a trovarlo, ma gli scappa. Alla fine se lo ritrova servito su di un piatto d'argento da Elania, così scopriamo anche chi faceva squillare il telefono negli albi di Vigna. Elania ha una richiesta precisa per Nathan, ma questi deve prima vendicarsi. Ma quando è stato arrestato Larson? Me lo sono perso. Arte accademica da esordiente. Siamo tornati a Tropical City, ma dalle visuali si nota poco. Divertente, invece, il nuovo look da pappone tossico di Igor McNally (remake, stava alle Sun Islands). 


NN #350: L'ultima notte sulla Terra (Vigna/Giardo) [Intrigo Internazionale 8di9]

Cifra tonda: celebrazione! Ma è un episodio otto di nove: celebrazione parziale! E così, Nathan ricorda in modo frastagliato, come in un flusso di coscienza (allo stesso modo del Gigante #13) momenti minori della sua carriera. Vigna può, così, sbizzarrirsi coi remake: Almanacco 1995 e #27 (e forse Terra della Comic Art) i più rilevanti; non ricordo donde proviene la sequenza lunare, invece. E probabilmente ve ne sono altri due o tre (il bambino terrorista, la Morte aliena). Possibile errore quando Nathan conosce nel flashback il nome di Zaghal (oppure ne aveva sentito parlare e poi se l'era scordato, ma non è da lui scordare). Vigna ha fatto sua la regia americana: ecco, dunque, un altro albo bello arioso e ben girato; l'artista di punta non è messo lì a caso. Gli stacchi tra presente e i flashback sono, però, di difficile riconoscimento; in particolare il salto dalla vignetta con Laura a quella con Ann. Insomma, le solite riflessioni remixate in un modo nuovo, con un Nathan che, finalmente, ragiona sul suo invecchiamento rallentato. Alla fine, riecco la continuity, pacatamente e serenamente, da persone adulte. Doveva farsi la milf, cmq. Tanto non era quella con la panza.


Nathan Never Magazine 2020: Il pianeta rosso (Medda/Bonazzi)

Ristampa in b/n di NN #68. Cosa buffa, perché è la seconda parte di una doppia (anche se Medda ha sempre una sua autoconclusività). L'intero volume è dedicato a Marte e ospita una sezione curata dall'ASI. Contiene anche due stralci a fumetti colorati apposta: uno da Judok, n.8 della vecchia Collana Rodeo; l'altro de Il flauto di Pan, da Martin Mystère n.39 (con un articolo di Castelli).


NN #351: L'ora del riscatto (Vigna/Bergamo) [Intrigo Internazionale 9di9]

Vigna ancora ispirato sotto il profilo tecnico, per il finale di saga: regia americana, impeccabile, e grazie all'artista neoassunto la sequenza dello sbarco su Marte resta impressa. Scopriamo che la Fratellanza Pretoriana è tornata a pieno Regime, e che questo governo dichiaratamente fascista - Fascisti su Marte! - è accettato dalla comunità internazionale, sia da quella che intriga che da quella che si fa intrigare. Fin troppa la verosomiglianza coi nostri tempi, con tanto di battutine smaccate (le astronavi arrivano in orario), e c'è pure l'omaggio a Ciarlì Ebdò, ma diciamo che queste allusioni poco allusive fanno da sempre parte del background della serie. E comunque siamo sempre al prequel de Gigante #10 e della mini di Universo Alfa. A livello di contenuti l'albo non offre tantissimo: Nathan sa subito cosa fare e come farlo, trova tutti gli alleati appositi (ma che fine hanno fatto i Donegal della prima colonia?) e, se rimaniamo coinvolti, è perché le scene d'azione sono ben girate. Lo scontro con Zaghal non poteva che essere inferiore alle attese, ma ci fa piacere che a prendere i meriti sia Caretta. Spiazzante, invece, apprendere della possibile succursale dell'Alfa a Tropical City, con Branko e May e la mutata marziana giornalista: non sappiamo se gioirne (difficilmente questo spin-off vedrà la luce) o esserne spaventati (e se vedesse la luce?). Il rientro di Nathan in Agenzia, lo sapevamo, avrebbe dovuto essere più articolato, oppure non avrebbe dovuto proprio essere, ma l'Editore ha ordinato la ritirata. Fortunatamente, la saga non finisce con la sua fine: ci penseranno i riempitivi successivi. (Come è possibile che dei riempitivi facciano da saga? Su NN è possibile). Ma che fine fa Hugo Larson? Pazienza, chissene. Chicca la rivelazione della ricetta del Koronju (acqua tonica).


NN #352: I combattenti dell'isola (Medda/Casini)

La coppia d'oro della golden age neveriana, serenamente invecchiata, in un survival moralistico ideale per la rilettura. Due superstiti sull'isola che si fanno la guerra da sempre, senza motivo, sconfitti dalla Storia. Nathan occidentale in mezzo ai piedi. Siamo ancora in Wangaskan, o come si chiama, e c'è ancora "Jussup". Ma è tutto autoconclusivo fino al midollo. Il titolo ricorda il #129, ma probabilmente è il remake di qualcos'altro.


NN #353: Il Protocollo Noah (Medda/Pianta)

Albo da golden age neveriana, che rasenta la perfezione: testi, disegni, trama, coerenza, continuity, autoconclusività... è tutto come ai vecchi tempi. Di più: un film, a fumetti. Colpisce soprattutto l'utilizzo della fantascienza, finalmente come dovrebbe sempre essere. Per quale motivo non è diventato un istant classic? Boh. Forse un pelo di disempatia. Ed Elania che ormai sembra una esaurita. La Burrik Pharma (#349) sembra avere in mano tutto il settore farmaceutico dell'Occidente futuristico. Remake? Forse no. Povera Sibilla.


Nathan Never/ASI: Destinazione Luna (Vigna/Giardo/ col. Giardo)

Seconda storia realizzata con/per l'Agenzia Spaziale Italiana, ripubblicata poi in brossura nel Magazine 2021. Più corta della precedente, rispetta la "legge del sequel non richiesto" e risulta meno affascinante della pur ingenua parabola con Parmitano. Luna su NN ha sempre equivalso - per quelle poche volte che si è vista - ad Atmosfera zero, ed è così anche stavolta. Solo che i flashback ai giorni nostri (che in realtà non lo sono, ma è un futuro prossimo in cui il Lunar Gateway è già funzionante) occupano tutto lo spazio drammaturgico, togliendo respiro al giallo lunare, che risulta, così, sbrigativo. La trama dell'astronauta sepolto segretamente sulla Luna è copiata da non ricordo cosa, mentre fanno sorridere, in un fumetto a scopi didattici, i pesanti riferimenti alla continuity della serie. I colori stavolta sono di Giardo: troppo pop. Davvero esauriente - per gli ignoranti in materia - la parte redazionale. 


Le Storie #96: Legs Weaver 1: Ellissi (Serra-Perniola/Palomba,Da Sacco-De Biase,Gradin)

Le Storie #97: Legs Weaver 2: Strage (Serra-Perniola/Palomba,Gradin,Jannì)

Le Storie #98: Legs Weaver 3: Nemesi (Serra/Palomba)

Controparte legsiana dei #301/303 neveriani, "l'ultima storia" di Legs versione Serra. Riprende l'idea originariamente concepita al tempo di LW #1, da cui infatti prende l'avvio (in modo molto gradevole, devo dire). Ellissi è la nemesi uguale e contraria di Legs, la "terrorista perfetta" sfrontata e sagace, ma disumana, in quanto ha assorbito le memorie della controparte. Colpo di scena finale, anche Legs ha assorbito quelle di Ellissi! Cosa significa, che la Legs postLW#1 è sempre stata, in realtà, Ellissi? E che la vera Legs è cattiva? Naturalmente no, significa semplicemente che si sono fuse, e questo perché Legs è una "mente superiore" particolarmente aperta e ricettiva. E questo spiega perché, nonostante tutti i casini che ha combinato dal 2091 a oggi, è sempre stata intoccabile: qualcuno, ai piani alti, sapeva, e la proteggeva... Ecco, per essere una "storia finale", non finisce granché. Non è l'unico difetto: tutto questo gioco di simmetrie, tolte la citazione di Blake e un paio di riflessioni, non è granché approfondita, e della carriera criminale di Ellissi non vediamo nulla. Inoltre è davvero malinconico l'uso che viene fatto di Janet, di fatto donna-oggetto, cadavere spietatamente esibito senza troppi patemi (e non parliamo della strage di Sandville, il paesino de La squadra fantasma, ignorata da tutti). Al contrario del delirio fracassone della tripla che sconvolse NN, qui siamo proprio in una seduta di analisi (dal Hershfield, tristemente col volto di Jeremy Irons, mah), fuori casa (in un'altra testata, addirittura), tra mura asettiche e personaggi freddi e stanchi, e al termine della quale il massimo del piacere che ci è dato dalla vita è farci una passeggiata. Insomma, il grigiore quotidiano ha avuto la meglio sulla follia adolescenziale. Emblematica (ma bella) la scena in cui scopriamo che Legs abita di nuovo nella casa dei tempi dello spin-off, ma senza i comprimari di allora, di cui ha perso le tracce. Tutto questo, naturalmente (nonostante i tentativi di Serra) rimane fuori dal grande giogo vignano, e naturalmente sconta i vari problemi redazionali post Guerra dei Mondi: doveva essere una Grande Storia, poi l'ultimo Agenzia Alfa, poi è finita qui, per non finire nel cestino. Guarda caso, c'è Omegalopoli, ma i robot vivono ancora in Città. Arte nella media, con un punto in più a Jannì, il cui stile "pornazzo comico" ci fa sempre sorridere. Copertine di un grande Maestro, ma veramente poco brillanti. Resta il dubbio sulla insistenza, nel primo albo, sull'Agenzia Omega (e ripeto: Omega), anche da parte di Contro, negli editoriali... tigre! tigre! Che, bruci brillante, per caso? Che poi, l'ho sempre pensato, che Yvonne Samson avrebbe dovuto avere un ruolo di qualche tipo... 


NN #354/355: La città del vento/Check Point 23 (Vigna/Toffanetti)

Il clou dell'annata 2020 è la vera conclusione dell'intrigo internazionale. La storia-evento in cui Elania si vende per l'ennesima volta, ma finalmente Nathan la smaschera e la ricatta: ora è lui il Capo dell'Agenzia! Occulto, peraltro, giacché Elania rimane al suo posto come burattino. In pratica, Nathan è il nuovo "Mister Alfa"! Se non è l'evoluzione più coerente della serie, non so cos'altro possa essere. Ma questo, in fondo, è solo il condimento di una storia notevole di per sé, neverianissima, un nuovo remake di Blade Runner, un intrigo internazionale verosimile, un film a fumetti in cui si entra in ogni vignetta. Una versione migliorata de Il poeta (menzionata). Col valore aggiunto dell'omaggio meta alla sede del Science+Fiction Festival, parte integrante della vicenda (più nella prima parte). Tante le sequenze memorabili, dal girovagare dell'androide killer (con tutti i geniali ribaltoni: sembra psicopatico, invece è razionale; sembra inarrestabile, invece si ferma da solo) al compimento dell'esaurimento di Elania che culmina nell'arrapante sbattimento dentro al faro. E la chicca di Darver con gli occhiali di Reiser? Invece di Janine non ci fotte nulla. Quasi un capolavoro ("quasi" perché la trama è elementare e il colpo di scena relativamente scontato), ma insomma, uno da NN non pretende il Pulitzer, vuole solo questo. Peccato solo per la prima copertina, con la pioggia al posto del vento. E direi che qui può finire la "settima stagione". Venimmo, vedemmo, c'inc...


Nathan Never Special #31: Ritorno all'Inferno (Vigna/D.Bastianoni)

Seguito/remake del #10, uno dei Classici della serie, per mano degli stessi autori. Trama completamente differente, stavolta è molto elementare, pure troppo. Scienziati pazzi, esperimenti, uomini pesce. Ma l'albo è inserito nel posto giusto al momento giusto, subito dopo gli eventi di Tergeste, ed è disegnato come ai vecchi tempi (davvero, lo stile è uguale), e riesce a farsi leggere. Ma ciò che fa la differenza è proprio il finale, semiposticcio, in cui il Nathan Capo dell'Alfa usa il suo nuovo ruolo per fare la cosa giusta e cambiare la storia (quella del #10). Un finale meddiano. Notevole la tipa gnocca ma brutta in viso, cattiva ma non troppo. La riabiliteremo? Tutto sommato, le potenzialità del (doppio) Livello sommerso non sono sfruttate granché, se non all'inizio. Bisognerà tornarci giù.


(2021-2022)


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