Le puntate da 1 a 6 si trovano su La Tana del Sollazzo.
Qui proponiamo un'integrazione della puntata 6.
Asteroide Argo #8: Cramos (Vigna/Bormida)
Inizia il nuovo corso di Argo.
Agenzia Alfa #33: Il sole del mattino (Piani/Zanella)
GN filler sulla falsariga di Calliope, altro lavoro "autoriale" di Piani (AA #17): mini-racconti dedicati ai quadri più celebri di Hopper, dietro ai quali l'autore immagina delle storie, vagamente metanarrative, raccontate da alcuni bambini presi in ostaggio e da May. Nulla di trascendentale, ma si legge senza difficoltà e si percepisce il piacere di Piani e Zanella (molto brava) nello scrivere e disegnare questa roba (più di 5 anni di lavoro!).
Le Grandi Storie di Nathan Never #2: Nathan contro Legs (Eccher/Mandanici)
C'è Omega, ma è stand alone. Come è possibile? Lo ammette lo stesso Eccher: l'idea che aveva in mente (quella del titolo) è stata integrata a posteriori nella macrotrama in corso. Il risultato è dunque negativo? No. Al netto di qualche sboronata, e dell'inutilità del plot, l'albo si legge tranquillamente. E cosa vede Janet nella mente di Omega? Non si sa.
NN #287: La rapina (Piani/Masala-Pueroni)
Ancora Piani, ancora un riempitivo. Mediocre, stavolta, anche per via dei disegni frettolosi. Un numero che sembra di quindici o venti anni fa, ma senza nostalgia. Mah.
Maxi Nathan Never #11: Il fantasma (Vigna/Gradin)
Stand alone con "sorpresa". Gradevole rilancio di Janine in chiave "diabolika", anche se si tratta solamente di un episodio isolato. Le dinamiche un po' isteriche fra i tanti personaggi di questa commedia degli equivoci risultano verosimili (più o meno) ed è un piacere vedere personeaggi che ricordano eventi passati e agiscono in base ad essi e alla considerazione altrui anziché muoversi come freddi robot macchiettistici. I disegni penalizzano questa dinamicità con pose statiche, ma l'atmosfera "dei vecchi tempi riaggiornati" che si respira per tutto questo lungo "filmone" permette di portare pazienza.
Universo Alfa #16: Le cronache di Marte #2 - Il tallone di ferro (Vigna/Giéz)
Seconda parte di tre della saga autoconclusiva. Non è neanche una schifezza, si fa leggere, ma non posso fare a meno di chiedermi come potesse questa roba essere stata pubblicata da Bonelli, e per così tanti anni. La trama, pur annegata nella riempititività della telenovela, c'è e sembra fare capo a Mister Alfa (oppure no, ma non è importante, ormai). Il passaggio da Bonazzi a Giéz non è indolore, anche se il secondo si sforza di assomigliare al primo.
NN #288/289: Senza via di scampo/Con gli occhi delle stelle (Perniola/Forlini)
Doppio episodio a basso tasso di originalità, dialoghi preconfezionati e disegni standard. Si lascia leggere, comunque. Ma il coinvolgimento dell'ex terrorista Branko meritava di essere approfondito (chi ha detto medaglione dell'Ingegnere? Ho sentito che qualcuno lo ha detto, io non l'ho detto, qualcuno deve averlo detto).
Agenzia Alfa #34: Lo sguardo del testimone; La balena mutante; Variazione di rotta; Mistero al circo; Crimson (Rigamonti/Resinanti-Vicari; Gualdoni/Palomba; Gualdoni/Atzori; Perniola/De Biase; Fissore/Dall'Oglio)
Il solito AA. Le due storie lunghe, la prima e la quarta, sono le solite indagini viste e riviste: bei disegni, un po' di timida personalità nella storia del circo e poco altro. La seconda e la terza sono le due storie di media lunghezza e sono entrambe di Gualdoni: la terza è banaloide all'ennesima potenza (si notano soltanto gli omaggi ad Alien e Tintin), la seconda pure ma almeno ci sono Kay e le sue amiche del tempio telepate (=continuity). La quinta è la storia breve, il consueto epilogo con il monologo di Omega, stavolta non sceneggiato da Serra, ma la differenza non si nota.
NN #290: Quando il sogno finisce (Rigamonti/Corbetta)
Ancora un albo autoconclusivo. Ma è davvero così? Sì. Eppure la protagonista del numero è una disadattata chiusa in una capsula che pretende affetto e la vita degli altri. E quindi? Come il roboSigmund e Omega! Fa niente, è autoconclusivo. Ma è sceneggiato bene e disegnato meglio! Ok, è un autoconclusivo che si legge con piacere. Allora smetto di sognare. Sì, dai. Ma perché le donne del futuro sono tutte gnocc..va bene, va bene, la pianto.
Nathan Never Magazine 2015: Lone Star; La danza delle luci blu; La sfida; Colonie (Gualdoni/D.Bastianoni; Medda/Mari; Vigna/Bonazzi; Medda/Mari)
L'inedita è un flashback pre #1 vagamente ret-con: sembra improbabile che (molto) prima del #1 un robot fosse integrato nell'esercito e fosse il superiore di Nathan. La gemella della Scarlet Meteor non è una ret-con grave. Storiella riempitivo, ma disegnata e colorata con gusto vintage, ergo gradito. Le altre storie sono ristampe.
NN #291: Le prime radici (Secchi/Denna)
Ed ecco la perlina del 2015. Non incisivo quanto Vittime e carnefici (#212), ma d'altronde quello parlava del protagonista e questo della spalla (ritrovata). Scritto e illustrato in modo magistrale, forse eccessivamente professionale, questo numero ci racconta semplicemente della morte (miserabile) del padre di Legs e dell'elaborazione del lutto della figlia. Sullo sfondo il ruolo pacioccone del povero Nathan (fa tenerezza il suo affetto nei confronti della collega) e quello, più ambiguo, dello psicologo Herschield, più volte eccessivamente professionale (leggi: "bastardo dentro") - mi auguro che la sua sia una strategia. Ciò che è realmente riuscita in questo numero è l'atmosfera di ordinaria quotidianità che si respira seguendo la noiosa vita di Legs - e per lei questo lutto rappresenta un evento straordinario, sconvolgente. Antitesi molto riuscita anch'essa.
NN #292: Yana e il drago (Barzi/Belardo)
Ritorna, dopo un po' di tempo, la formula del 2x1. Il risultato è di medio livello. La prima storia vede il ritorno di Yana, la donna alata che Barzi introdusse nel #265 e che qui riprende inserendosi male nella continuity: solo pochissimi numeri fa Olsen menzionava la sua relazione con la "pipistrella" come positiva mentre qui si riappacificano dopo essersi lasciati chissà quando. Mah. La medio-breve avventura è comunque un normale caso autoconclusivo incentrato su un varano cyborg (sic!) e ufficialmente intestato a Olsen, il quale però fa ben poco. Nel complesso penso che il personaggio di Yana si prestasse a ben altri sviluppi.
Piccoli raggi di luce (Perniola/Stellato)
La seconda mini-storia, ancora più corta, è per metà l'ennesimo riassunto del passato di Nathan e forse è quella sequenza reintroduttiva di cui Perniola parlava quando stava per avvicinarsi il NiNo. Forse è stata poi tagliata da qualche storia in lavorazione e messa qui come riempitivo. Ad ogni modo, a parte l'inutilità di fondo questo recap è pure una retcon, dato che Laura annunziò la lieta novella in un altro contesto. Bisogna dire però che nella seconda parte la storiella si riprende un pochino e Perniola riesce ad infilarci ancora una volta la macrotrama socio-robotica, dunque alla fine non riesco a valutarla negativamente.
NN #293: Giustizia per Elodie Carter (Ramella/Bertolini)
Filler. Ma che filler! Appassionato, interessante, immerso (grazie pure all'apporto di Bertolini) in quelle che dovrebbero essere le atmosfere standard del mensile. Non dico che non ceda ad alcuni escamotage hollywoodiani, ma si tratta davvero di un buon esordio per lo sceneggiatore.
Agenzia Alfa #35: Nato dal Buio (Serra-A.Russo/A.Russo-Chiereghin, Piani/Bormida-Corbetta, Perniola/Mandanici)
Beh, sono abbastanza sorpreso da questo secondo volume della Guerra del Buio. Considerate le premesse - la necessità di sfoltire altre due vecchie giacenze con le avventure della giovane Kay - il rischio di un clone del volume precedente era ben più che concreto. E invece Serra e Russo sono riusciti a costruire una bella storia là dove forse non c'era, trasformando questo albone in un vero e proprio romanzo di formazione "young adult". Nelle due storie riciclate, e nella terza creata all'uopo dagli autori della storia-cornice (a proposito, Russo disegna, e nemmeno male!), assistiamo alle fasi finali della crescita di Kay, intenta a scoprire le ultime meraviglie della vita, prima fra tutte il sesso. Eh già, perché proprio la sessualità si rivela essere, a sorpresa (siamo in Bonelli, su una testata non certo considerata fra le più "in"), l'elemento-cardine della vicenda che condurrà alla Guerra del Buio. Il sesso nella sua totalità, beninteso, dall'istinto al piacere passando per la necessità di completarsi in qualcun altro. La storia di Bud (il ragazzino visto anche nel volume precedente, ora uomo) e Kay è una storia che più universale di così non si può: Bene/Male, ragione/istinto, amore/odio, crescita/paura, giusto/sbagliato: si ritrova TUTTO in queste pagine; e non pare proprio un caso che sia, questo, uno degli albi più "giapponesi" visto nelle ultime annate neveriane, dopo che tale influenza culturale era andata scomparendo dalla serie o sminuita nei suoi clichés. Ed allora, nonostante il buon lavoro compiuto dai vari autori (tette di Betty escluse), pare giusto che il terzo volume, in uscita a ottobre, e probabilmente conclusivo, sia disegnato dal mangaka Dall'Oglio.
NN #294: Gargoyle (Eccher/Martino)
Ritornano i mutati wrestler Blue Fever e Wolfman, accusati ingiustamente di omicidio e decisi a scovare da soli il colpevole. In questo gradevole episodio, dai dialoghi a volte di serie b ma complessivamente spigliati, Nathan e amici sono soltanto comprimari, tanto più che alla fine i due strambi energumeni minacciano quasi di crearsi uno spin-off.
Universo Alfa #17: Guerra Futura 2115 - Eroi per forza (Vietti/Regazzoni, Vietti/Oskar-Gradin, Vietti/Regazzoni, Vietti/Gradin)
Ultimo volume del ciclo Guerra Futura, il secondo dedicato alla Guerra dei Mondi. Meglio del precedente, per quanto mi riguarda, benché anche in questo caso le mini-storie siano molto ordinarie (la prima, Sacrifici, è collocabile in qualsiasi guerra). La seconda (Neve rossa) e la terza (I dimenticati) ci mostrano la guerra in Eurasia, ma in entrambi i casi non nella Città Bianca: invece si poteva sfruttare l'occasione per mostrare Asija. L'ultimo giorno (la quarta storia) è il flashback del sabotaggio dei ribelli marziani visto di sfuggita nel #249, e quindi è l'occasione per rivedere (sempre di sfuggita) Rejnard, Kos Aradan e compagnia, ma il fulcro è la solita vicenda strappalacrime di eroi sconosciuti. Del tutto assente, questa volta, il raccordo con Delya Davids, che fa una comparsata soltanto nell'epilogo in prosa, in cui afferma di essere "vuota e stanca"... in effetti la saga di Guerra Futura era iniziata con tutt'altra partecipazione e via via si è stancata di esistere.
NN #295: Scacco matto (Gualdoni-Rigamonti/Zoni)
Riempitivo superficiale e non privo di facilonate. Non posso dire che mi spia dispiaciuto, ma insomma.
Nathan Never Special #26: Arkadin il sicario (Medda-Fattori/Casini)
Giacenza? Storia vecchio stile, che proprio per questo fa piacere da morire. Inaugura, senza dirlo a nessuno, il filone dei remake non dichiarati: qui i rimandi sembrano i #173/174 oppure, più genericamente, tutte le storie Medda/Casini (che hanno sempre fatto serie a sé, o quasi). E il predicatore con la barba a chi fa il verso? Immancabile l'omaggio a Ned Mace, il primo di molti (troppi).
NN #296: Metropolitan Hospital (Cajelli/Mortarino)
Filler che parte da due forzature, lo sceneggiatore e il suo omaggio ai medical drama, ma che riesce ad intrattenere piacevolmente per tutte e novantaquattro le tavole dell'episodio. Lodevole l'impegno da parte di Cajelli nel documentarsi e rendere credibile la vicenda. Arte decisamente funzionale.
Asteroide Argo #9: Il mistero dei Terrestri (Vigna/Bormida)
Il nuovo ciclo di Argo entra nel vivo.
Agenzia Alfa #36: La scelta di Kay; Tra le foreste del Nord; Il signore del cosmo[/b] (A.Russo/Raho; Sammartino/Atzori; Rigamonti/Arduini)
La prima si collega alla Saga della Guerra del Buio e mostra Kay che non obbedisce ciecamente a Resya, ma sa prendere le decisioni giuste al momento giusto. La seconda è un pelo più breve del consueto formato ed è un'avventura di Legs Weaver, ma con May, che dà la caccia ai Sasquatch del futuro, cavie ibride poverine. La terza è un pelo più lunga del consueto formato e chiude il miniciclo di May e di Laputa, la cui civiltà aliena scopriamo essere la parte positiva degli Shra viettiani. May trascende l'universo, diventa bionda e si fa una scopata galattica con la quale salva due mondi. Ci auguriamo che tutto questo non abbia ripercussioni future.
NN #297: La lunga marcia (Pistoia/Boccanfuso)
Filler di denuncia sociale, abbastanza ruffiano ma tutto sommato efficace.
Maxi Nathan Never #12: Le giustiziere; L'eroe della folla (Perniola/Perconti-Palomba; Artusi-Massaggia/Velardi)
La prima storia è ambientata su Melpomene, la quale tuttavia sembra un altro posto rispetto alla Melpomene dei tempi viettiani. Ci sono due poliziotte che fanno le giustiziere delle notti e questo è quanto. La seconda è il seguito della storiella promozionale Ritorno alla Luna ed è concepita, scritta e disegnata come se fosse un fumetto degli anni 1990, con tutti gli ammennicoli e le tematiche neveriane di quel periodo. Pregio o difetto? Entrambi, o nessuno dei due. Boh.
Universo Alfa #18: Generazione Futuro #1 - Attacco alla Terra (Vietti/Fiorelli; col.Rudoni-Musumeci)
Goffo rilancio dello spin-off dello spin-off, spacciato pure come albo celebrativo (da cui i colori, belli cmq), si rivelerà il commiato di Vietti dal mondo neveriano. E forse, nonostante tutto, facendo una media, considerando tutti i fattori in campo, riflettendo un momento sul senso di tutte le cose, forse, dicevamo, è stato meglio così. Gli agenti Alfa del futurissimo combattono i Tecnomorfi del SubSpazio (AA #23), ma la cosa è molto stand-alone, e, mentre leggiamo, non ci interessa granché quel che stiamo leggendo. Bei disegni e bei colori che convinceranno Vietti che il futuro della SBE è questo.
Agenzia Alfa #37: Noi, robot; Fuga su Marte; Tokoloshe; Doppio inganno; Connessione; Il cuore della cometa (Vigna/Vitolo; Gualdoni/Arduini; Perniola/Martusciello-Pizzetti; Barone/Oskar; Cordone/Vercelli; Gualdoni/Lazzarini)
Volume monstre con centordici storie, nessuna delle quali, va da sé, di lunghezza standard. La prima è un tie-in della serie mensile, una indagine di Branko e Link a base di mutati marziani e robot, alla faccia del razzismo. Tie-in tematico, in realtà è un riempitivo. La seconda è un riempitivo femminista di ambiente carcerario, ma senza i guizzi dei pornazzi anni '70. Una delle ultime comparsate dell'Arduini, purtroppo. La terza idem, ma ambientata in Africa, con gli spiritelli poverini; è la storia dedicata ad Ekene e al suo immancabile passato tragico previsto dal contratto, con l'amica d'infanzia divenuta nemica. La quarta ha per protagonista Betty, la moglie di Sigmund, infiltrata in un gruppo di cattivoni dei quali si sbatte il capo per dovere. La quinta è un riempitivo breve che ha garantito un introito ai due autori. La sesta è una consueta storia di Legs e Betty nello stile della vecchia serie di Legs Weaver, con l'amore e gli alieni poco realistici.
Nathan Never #298/299: Niente è per sempre/Addio, Mac (Eccher/Toffanetti)
A Marzo e Aprile è apparsa in edicola questa doppia che porta a (quasi) compimento la trama robotica avente per protagonista Mac di cui ho più volte parlato --la vera macrotrama della "sesta stagione". Il doppio episodio non è di per sé galattico o trascendentale, ma è condotto molto bene da un Eccher che da il meglio come sostituto del pigrissimo Serra che come "indipendente". Molta dell'atmosfera che gli autori riescono a creare non è priva di fanservice, ma è tuttavia sorretta anche da una sceneggiatura piuttosto robusta, dotata volutamente di molti dialoghi e di una trama che più procedurale non si può: il processo ad un robot. Asimov, già rispolverato nell'UA di un paio di anni fa, viene finalmente rilanciato nell'universo neveriano, del quale, un tempo, rappresentava una delle principali ispirazioni. Certo, il destino di Mac era abbastanza prevedibile, anche perché già semispoilerato dal terzo Generazione Futuro. Ma il percorso che è stato intessuto negli ultimi sei anni su questo personaggio storico ma dimenticato (è presente nel #1) è stato commovente ed encomiabile e questa storia ne rappresenta una degna conclusione (?).
Nathan Never #300: Altri mondi (Vigna/De Angelis; col.Piscitelli)
E da ieri è in edicola il trecentesimo numero del mensile (con variant di Enki Bilal per il Comicon), traguardo che la redazione ha scelto di inglobare nei festeggiamenti del venticinquennale della serie, che coinvolgono anche Generazione Futuro, la miniserie Anno Zero (che uscirà la prossima settimana) e ovviamente il finale della "stagione" che vedremo nei prossimi mesi. Vigna, che da tempo sembra essere l'unico a divertirsi ancora con NN, con tanto di minicampagne promozionali social e miniserie assortite, si assume l'onere e l'onore di scrivere anche questo centenario, come già cento e duecento numeri fa.
E fa il "botto". Altri mondi è un numero senza particolari pretese... che pretende di collegare gli universi bonelliani. Per farlo concede molto al fanservice, ma lo fa con una "grazia" che su questa serie non si vedeva veramente dai "tempi d'oro". Non è privo di pecche (c'è una piccola incongruenza e le ultime venti-trenta tavole accelerano molto la narrazione). Ma è capace, grazie pure all'apporto di disegni e colori ispirati, e a vari inserti d'ogni tipo, di ricreare un'atmosfera palpabile trasognante e meta-- (/fisica, /fumettistica, /ecc.) e al contempo neveriana al 100%.
Nathan Never Magazine 2016: Il numero cento; Il mondo futuro/Il futuro del mondo; Guerra alla Yakuza; Terra (Vigna/De Angelis; Nolitta-Mignacco/Diso+Vigna/Mari; Medda-Serra-Vigna/De Angelis; Vigna/Cascioli)
Tutte ristampe, a colori. Il #100 è presente perché introduce il multiverso in un'ottica razionale. Si segnala il cross-over con Mister No a sfondo celebrativo-ecologista.
NN #301/302/303: Il giorno del giudizio/Vite sconosciute/I Signori dell'Eternità (Serra/Giardo)
Il finale della serie.
Storia tutto sommato divertente, con un bellissimo finale copiato dal bellissimo Andromeda Galassia perduta. Che fosse il finale originariamente concepito 25 anni prima si capisce dal videomessaggio di Elania a Matthew, che fa il verso a quello di Nathan ad Ann.
Il primo albo "doctorwhodiano" è davvero acceleratissimo ed è difficile prenderlo sul serio. Ma per fortuna è l'intera storia è costruita in modo da poterla accettare come ripudiare. Di fatto, l'universo morto è quello originario, e Matthew ne è l'unico superstite. Ma le dinamiche del secondo albo sono molto più coerenti con gli albi precedenti (quelli elencati da Serra nella prefazione) rispetto agli eventi grotteschi del primo albo, volendo uno può fare finta che Matthew fosse morto anche su Terra-1 e che Sigmund non fosse sterile. Comunque Vigna col #300 ha iniziato un percorso di scompaginazione totale, per cui ogni evento è sia vero che finto, per cui. Il risvolto negativo di questa storia è che la serie è davvero finita in termini di concetto, cioè a chi possono interessare altri gialli del futuro dopo questa roba? Non è stato, invece, un danno l'addio di Serra: ormai non aveva più nulla da dire.
(2016-2021)
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