Magico Vento. Il ritorno #1: La notte della cometa (Manfredi/Perovic)
Nel 2019 Airoldi Masiero Editore si butta sulla nostalgia e sui rilanci delle vecchie glorie. Uno dei primi a tornare è MV, per il quale viene appositamente approntata la Collana Orizzonti, un nome decisamente più orecchiabile di Dylan Dog SuperBook, della quale è la prosecuzione formale. Per Manfredi è l'occasione di rinverdire i propri fasti, dopo i flop economici (e di critica?) di Adam Wild e Shanghai Devil. Ora, stabilito che questa miniserie è la diretta prosecuzione della serie mensile/bimestrale/speciale, e ne è parte integrante, possiamo subito asserire come questo episodio sia uno dei migliori di tutta la serie, e come davvero ne rinverdisca i fasti. Dopo l'inevitabile annacquamento del lieto fine dello Speciale, con la crisi tra Ned ed Estrella (la quale ha subito ripreso il comando dell'hacienda, a contrario di quanto aveva promesso), e colla minaccia di un revival del Serpente Antico, subito si ripropongono prepotentemente le atmosfere migliori dei migliori albi precedenti al #101, e il meraviglioso sincretismo che tanto aveva ammaliato noi sincretini. Dato che è il 1881, troviamo la cometa di Halley, i fratelli Earp, l'OK Corral e lo sciamano profeta realmente esistito, tutti assieme. Mancano solo Andrew Garfield e Tobey Maguire, pardon, Oscar Wilde, ma quelli sono impegnati con le dime novels improbabili. La cosa divertente è che la trama di questo primo albo è subito spoilerata nella rubrichetta, eppure riesce ad intrigare lo stesso. Come se non bastasse, l'artista è persino migliorato ed è subito magistrale. Esilarante il cameo di Manfredi, e ci piace pure questo Ned inacidito. Insomma, tutto questo è davvero un ritorno, nel senso che se ne sentiva proprio la mancanza. Wow.
Magico Vento. Il ritorno #2: Il sognatore (Manfredi/Perovic)
Arte ancora di alto livello, ma con impaginazione ariosa e le famose tavole spettacolari promesse ai tempi del bimestrale. Così, andavano fatte! La narrazione prosegue, seguendo la Storia, ma in modo spiazzante, come ai vecchi tempi. Quindi il faccia a faccia tra Ned e Geronimo non è come lo si immaginava, Geronimo non è quello di Don Rosa, ma il guerriero che sceglie di assaltare Fort Apache. E il profeta viene massacrato in modo sanguinolento, e torna il Generale Crook, ulteriormente migliorato, e la cometa scompare, e alla fine ricompaiono gli Earps, in modo logico, e questo ci spiazza di nuovo. Tutto appare così scontato, in quanto già scritto, eppure così aleatorio e ancora da scrivere, e questo ci appassiona in modo assurdo. Questa miniserie sembra essere ciò che speravamo fosse il finale della serie bimestrale. Ri-wow. Unico neo, l'errore di lettering nella preview. Canzio piange.
Magico Vento. Il ritorno #3: Il fuoco e il vento (Manfredi/Perovic)
"La Storia è affascinante, ma non funziona drammaturgicamente", diceva Walter Hill. Ma Manfredi ha ampiamente smentito tale affermazione, e una volta di più lo fa con questa miniserie. Ogni dannato evento cui assistiamo è una pagina di Storia che si riscrive uguale all'originale, come il Chisciotte di Pierre Menard, con un paio di personaggi di fantasia in mezzo, certo, ma che sappiamo essere ininfluenti. Ma ogni dannato evento cui assistiamo ci sembra nuovo e imprevedibile: noi sappiamo come finirà per i due Earp, ma non sapevamo cosa avessero fatto prima; noi sappiamo di Geronimo e Crook, ma non sapevamo come si relazionavano; sapevamo di Fort Apache, ma non sapevamo di Nochedelklinne; e così via. Fa sorridere che l'unico punto oscuro dell'episodio sia la presenza del volumetto sul luogo della strage indiana: sapevamo che era in mano alla caricatura dell'autore, non sappiamo cosa ci faccia lì (lo scopriamo nell'albo dopo). Un altro ribaltone buffo riguarda il titolo, che non rimanda alla famosa scena del #129, ma a Ned che fa James Bond e fa saltare in aria il fortino, mentre spira aria calda. Il solito cast ben curato (forse salutiamo Chato, unico superstite, redento, dei celebri #82/83, e noi sapevamo che doveva cavarsela, ma non sapevamo perché), la solita arte ben curata, il solito montaggio ben curato completano un altro albo ben curato. Copertina splendida, tra le migliori, nonostante il cavallo abbia un'espressione comica.
Magico Vento. Il ritorno #4: OK Corral (Manfredi/Perovic)
Ventata d'aria fresca - sebbene desertica - nell'asfittico panorama bonelliano post settembre 2011, la miniserie si conclude con la sostanziale ret-con (usiamo volutamente a sproposito questo termine, a noi liberisti nulla è imposto) del primo e del secondo finale della serie (#130 e Speciale): alla fine Ned si mette proprio con Lozen, e vuole pure dei figli! E pure Poe si accasa con la povera disadattata, solo che si ritrova la figlia già pronta. Come sembrano lontani i tempi di Estrella e della solitudine! Eppure era solo quattro albi fa. Ciò che colpisce è che "crescete e moltiplicatevi" era l'insegnamento cristiano-pazzoide del villain! Un finale dunque ambiguo, almeno fra le righe, o forse solo rassegnato. Altrettanto ambiguo è il personaggio di Wyatt Earp, di cui Manfredi dice le peggio cose nella rubrica, ma che nel fumetto è alleato di Ned. All'episodio dell'Ok Corral viene data un'enfasi maggiore rispetto ad altri eventi storici visti in precedenza, con un'abbondanza di coordinate geografiche e temporali inusuale. Il ché è beffardo, dato che tutto l'albo, e quasi tutta la miniserie, non è altro che una lunga sparatoria, con gli Apaches, con i soldati, con i Papago, con i banditi, con la posse, con chiunque capiti a tiro. Chissà se è voluto. Le sequenze più efficaci, comunque, sono quelle mistiche, prima quando Ned esorcizza il serpentone e poi quando gli spappola la testa. Ma sia chiaro che tutto l'albo - e tutta la mini, lo abbiamo già detto - è disegnata con grande entusiasmo e classe e ariosità: è questa l'impaginazione che avrebbero dovuto avere i bimestrali. C'era lo zampino di Bonelli, allora? Inutile domandarselo ora, un'epoca si è conclusa. Il futuro incombe e tocca farsi trovare pronti. Ecco perché anche questo terzo (!) finale di serie non ci sembra affatto definitivo (e infatti non lo è).
(2021)
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