mercoledì 21 aprile 2021

Gli albori (4)

Ricordate? Sono gli albi delle mie origini.

Una rubrica davvero molto richiesta. Specialmente da chi ha la necessità di dover pubblicare qualcosa, tanto per restare allenato.

L'albore di oggi è il n.70 dei Grandi Classici Disney, acquistato usato quando ormai la redazione aveva già smesso di spacciare storie recenti per "grandi classici". 



Quivi è contenuta una delle storie-cult più cult di tutti i tempi: Topolino e l'intruso spazio-temporale di Giorgio Pezzin e Massimo De Vita. La macchina del tempo, Attila, Gambadilegno, la battaglia dei campi catalunici, il 4 maggio 451. La conoscete tutti. "Avete capito, amici lettori?" 

Alla storia e al volume è legato un aneddoto malinconico. Precisamente ad un intervallo scolastico, in periodo autunnale ma soleggiato, in cui il sottoscritto vagabondava con il fumetto, cercando disperatamente di parlarne ai suoi migliori amici. Ma quel giorno, proprio quello, eravamo l'unica classe presente in cortile, e tutti - escluso quello col giornaletto - avevano decretato, con decisione senza appello, che fosse d'uopo giuocare a puallone. Una sorta di SuperLega, volta a salvaguardare la virilità maschile puberale. Ma nel DNA del qui presente scrivente è sempre stata presente (nonché scrivente) quella scintilla di orgoglio asociale, capace di resistere ad obblighi e costrizioni. Tuttavia, il pavido non riuscirà a sfuggire alla gogna e, in una seconda occasione, si ritroverà solo, dinanzi alla porta vuota, al solo scopo di incespicare sulla sfera di cuoio.

Il volume contiene altre storie di culto, sebbene meno miliari. 
Zio Paperone e le piogge acide, di Pezzin e Ongaro, dalla colorazione carica, adatta alla cupezza del tema trattato. L'argomento mi colpì molto e, per un breve periodo, ebbi timore di rovesci e fortunali. 
Zio Paperone e l'altra Statua della Libertà, del solo De Vita, un'altra avventura ricca di nozioni e argomenti interessanti.
Topolino nella metropolitana di Pechino, invece, è di Giorgio Ferrari e Franco Valussi, ma è virtualmente collegata a Pezzin e De Vita: vi compaiono Zapotec e un altro personaggio di De Vita, per una storia altrettanto inusuale ed esoticamente intrigante. 

Ad un livello un poco inferiore troviamo Paperino e Gastone amici per lo sport, la pubblicità dei Ringo, ma firmata Marconi&Cavazzano, quindi non pedante. 
Quindi ecco Topolino e i misteriosi extraterrestri, di Bruno Sarda e Arabella Bresco, uno di quei gialli brutti e dalla banalità sconcertante, talmente brutti da essere simpaticissimi. Spaventoso il tizio coi baffoni, che, per qualche motivo, ci è sempre parso un pedofilo.
Di Paperino e il weekend spaziale, storia di Panaro e Bargadà, ricordiamo poco. Idem Zio Paperone e i numeri inafferrabili di Giorgio Bordini: di questa ci è rimasta impressa una vignetta, oltre al titolo. La sua particolarità è quella di essere stata pubblicata, in prima battuta, nella settimana della mia venuta al mondo. Cosa vorrà mai dire? Non ho mai vinto nulla.

Dovete sapere che la collana dei Grandi Classici non è mai stata tra le priorità dei miei acquisti. Costava troppo e io, modestamente nacqui, cioè sono nato povero e modesto. 
Sono stati talmente pochi i numeri di questa testata che mi sono ritrovato ad acquistare che ve li rifilo subito tutti, così ci togliamo il pensiero.

Dal mercato dell'usato provenne anche il n.12, anche se diversi anni più tardi rispetto al n.70.


Fu qui che leggemmo per la prima volta due grandi classici veri e propri: Topolino e l'enigma di Mu e Zio Paperone e le spiagge sovrapposte. Autori? I soliti De Vita e Pezzin.


Il n.4, che ancora custodiamo come una reliquia, sebbene non abbia alcun valore, si unì alla nostra squadra nell'esotico suq, pardon, mercatino di San Donato Milanese.


Il volume è tutto dedicato alle Parodie. Alcune le avevamo già lette (ne riparleremo quando sarà l'occasione), altre le scoprimmo per la prima volta. Tra queste, soprattutto Paperino e la nipote del Corsaro Nero, di Luciano Bottaro, che tuttavia oggi ci entusiasma meno.

Infine, l'unico esemplare acquistato in edicola. Anzi, per la precisione, in un Autogrill, durante una gita scolastica, con somma disapprovazione di un'insegnante che non mi conosceva.
Si tratta della Raccolta numero 29, contenente i numeri 109 e 112 originali.



Tuttavia, fu una lettura distratta e priva di un reale interesse, de facto un souvenir della gita.
Pensate, fra tutte le storie presenti del doppio volume, ci restò impressa soltanto Zio Paperone e i microDepositi sparsi. Indovinatene gli autori. Proprio loro.
Di Zio Paperone e l'acqua concentrata (Pezzin e Cavazzano) ci restò in testa il titolo.

Qui termina il nostro lungo articolo sugli albori dei Grandi Classici Disney
Se vi è piaciuto, fatecelo sapere nei commenti.
E non dimenticate di continuare a seguirci!

A presto, per altri interessantissimi aneddoti sui nostri albori fumettistici.

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